Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«La scuola multiculturale è “maestra” di integrazione».

La prima campanella del nuovo anno scolastico è appena suonata anche in provincia di Arezzo. Tra novità e i problemi di sempre, la scuola si sta scoprendo sempre più multietnica. Di questo e di altro abbiamo parlato assieme a Sergio Casini insegnate di religione e vice direttore del liceo «Città di Piero» di Sansepolcro.Il multiculturalismo delle nostre classi a che tipo di scuola sta portando?Direi ad una scuola dove i ragazzi non hanno grossi problemi di integrazione e dove anche la lezione di religione è per tutti un’occasione per confrontarsi e conoscersi più a fondo e anche chi decide di non frequentare spesso finisce per partecipare comunque alle lezioni. Questo accade anche nei corsi serali, quando la componente islamica e adulta è molta alta. È una splendida occasione di abbattere barriere.Cosa ne pensa della recente proposta di abolizione dell’ora di religione?Sarebbe una vera censura. La formazione di un individuo nella sua totalità non può prescindere dai bisogni spirituali. I giovani hanno bisogno di chiavi interpretative per una realtà sempre più sfuggente e l’ora di religione si profila come una risposta a tale bisogno, anche attraverso l’apertura al dialogo con le altre culture. Inoltre non è possibile capire nulla della nostra cultura senza fare i conti con il Cristianesimo.Quali sono i problemi che attualmente vive la scuola e cosa ne pensa della recente riforma scolastica?Il precariato strutturale è un problema reale che di certo deve essere affrontato, inoltre c’è la necessità di razionalizzare la spesa pubblica. Tuttavia gli ultimi provvedimenti sono preoccupanti in quanto improvvisi. Era preferibile un intervento più graduale che permettesse alle persone di prepararsi al cambiamento e agli istituti di riorganizzare la didattica. Il rischio reale è quello di abbassare la qualità dell’offerta formativa in un panorama sociale sempre più complesso e difficile da gestire. In ogni caso il dialogo con le istituzioni rimane aperto.Cos’è cambiato concretamente al liceo di Sansepolcro?In primo luogo è stata soppressa una classe prima e questo comporta classi più numerose a svantaggio dei ragazzi con maggiori difficoltà che hanno bisogno di essere seguiti più da vicino, oltre che penalizzare proprio i ragazzi di età inferiore che necessitano di maggiore cura proprio perché in un momento cruciale della loro crescita e formazione.Quali sono i temi più sentiti dai ragazzi?Sicuramente i fatti di cronaca che fanno emergere questioni di bioetica. Ad esempio il caso Eluana ha diviso e acceso gli animi. Ciò che emerge è un sempre più diffuso relativismo etico e un forte condizionamento dei media. Molti ragazzi oggi mettono in discussione gli insegnamenti dalla Chiesa perché non la riconoscono più come un’autorità né come una Madre che insegna, guida ed è sempre pronta al perdono. Qual è l’insegnamento che spera i ragazzi possano portare con sé anche fuori dalla scuola?Naturalmente ciò che spero è che possano vedere il cristianesimo come un’esperienza di vita ma la fede è un dono che solo Dio può concedere, la gioia più grande è che anche a distanza di tempo una mia parola che riemerge dalla memoria possa portare loro conforto.di Elena Girolimoni