Nel Cinquecento le famiglie che erano definite «ragguardevoli» si onoravano di costruire nelle chiese più importanti o nei santuari le proprie cappelle o i propri altari, che facevano adornare da artisti con pitture o sculture. Anche nella chiesa della Santissima Annunziata, principale santuario mariano degli aretini fino al «miracolo» della Madonna del Conforto, se ne possono ammirare diversi.Uno di questi , nel transetto a destra dell’altare maggiore, fu commissionato nel 1526 da Niccolò Spadai e dalla Compagnia della Santissima Annunziata allo scultore fiorentino Agnolo di Polo. L’altare è stato appena restaurato e il lavoro sarà presentato domenica 17 maggio alle ore 17.30, alla presenza del vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti. Sono tornate così all’antico splendore le tre nicchie dove sono poste altrettanti grandi statue in terracotta: al centro la Madonna con il Bambino in braccio; ai lati due «piagati per amore e per condivisione»: San Francesco, che indica la piaga del costato, e San Rocco, che indica la piaga della peste nella coscia. Nella sottostante predella sono raffigurate in bassorilievo le stimmate di Francesco, una Pietà e San Rocco nutrito dal cane. In alto Dio Padre è circondato da angeli. Questa opera rappresenta fra quelle rimaste la più grande e la meglio riuscita di Agnolo di Polo.Spadai, discendente di una famiglia di artisti, nacque a Firenze intorno al 1470 e fu discepolo di Andrea del Verrocchio. Si dedicò alla scultura in terracotta. Frequentò la bottega dei Della Robbia e lavorando a stretto contatto con Giovanni. Numerose le sue opere, oggi conservate in vari musei fra cui il «Metropolitan museum» di New York, il museo civico di Pistoia, il «Victoria and Albert museum» di Londra. Da non dimenticare anche le opere presenti nel nostro territorio come il «gruppo del presepe» nell’Arcipretura di Terranuova Bracciolini. La cappella «Spadari» è l’ultima opera dell’artista che morì ad Arezzo agli inizi del 1528 in data imprecisata, forse uno degli ultimi colpiti dalla pestilenza che aveva imperversato nel 1527.Alla presentazione del restauro saranno presenti assieme al vescovo e al parroco della Santissima Annunziata, don Aldo Celli, anche l’assessore provinciale alla cultura, Emanuela Caroti, Aldo Cicinelli e Paola Refice per la Soprintendenza di Arezzo e la restauratrice Francesca Gattuso. Un’occasione di particolare festa per la parrocchia nel centro storico di Arezzo che sarà impreziosita dall’omaggio musicale a Maria dell’organista Franco Paturzo e della soprano Elisabetta Materazzi che eseguiranno il Salve Regina di Vincenzo Bellini, l’Ave Maria di Luigi Cherubini e il Vergin tutto amor di Francesco Durante. Altri capolavori tornano quindi ad arricchire, con tutto il loro splendore, una delle chiese della città che sono scrigni di arte e spiritualità.La Santissima Annunziata fu edificata a seguito del miracolo della Madonna delle Lacrime avvenuto il 26 febbraio 1490, quando la statua della Madonna, attribuita a Michele da Firenze, oggi custodita e venerata nella chiesa aretina e all’epoca posta nel vestibolo dell’ospedale intitolato a San Cristoforo, iniziò a lacrimare davanti ad un giovane della Spezia che, tornando da Loreto, si era inginocchiato per pregare la Vergine.