Vita Chiesa

La rinuncia del Papa: mons. Benotto, «Un esempio di umiltà, verità e amore»

«Papa Benedetto – prosegue l’Arcivescovo – ci ha sorpreso per la sua lucida determinazione, facendoci toccare con mano, come il Concilio Vaticano II, di cui fu testimone, sia stato da lui intimamente assimilato, coniugando insieme novità e continuità, in cui si manifesta soprattutto un amore grande e generoso nei confronti della Chiesa. Non possiamo che essere riconoscenti a questo nostro grande Papa per l’esempio di umiltà, di verità e di amore che ci sta mostrando e che ci dice in maniera chiarissima in che modo siamo tutti chiamati a servire la Chiesa di Cristo. Nessuno può muoversi da padrone; nessuno può accampare privilegi; bensì tutti dobbiamo essere sempre pronti a farci da parte quando ci sia il rischio di rendere più difficile il cammino della Chiesa o quando le nostre forze non siano più all’altezza dei bisogni del momento».

«Questa riconoscenza – scrive ancora mons. Benotto – vogliamo testimoniarla soprattutto nella preghiera». Il Papa, nelle parole con cui ha annunciato «ha anche chiesto perdono per i suoi difetti. Forse anche noi abbiamo bisogno di chiedere perdono al Signore e al Papa se la nostra preghiera per Lui e per la Chiesa non è stata sempre fervorosa; se i suoi insegnamenti di Maestro nella fede, non sono stati sempre accolti con piena e generosa disponibilità; se magari ci siamo permessi di giudicarlo e di minimizzare la sua azione apostolica; se non gli abbiamo fatto sentire tutto il calore e l’affetto con cui è doveroso sostenere il ministero del Successore di Pietro». Da qui l’invito a tutta la Diocesi «a pregare intensamente lo Spirito Santo perché provveda alla Chiesa universale un nuovo Papa secondo il Cuore di Cristo», approfittando della prossima Quaresima, «tempo di purificazione e di conversione; un tempo di ascolto del Signore che sta parlandoci in un modo a cui non eravamo abituati, ben sapendo che Dio è sempre con noi, ma che ci chiede di essere sempre più con Lui sulle strade dell’annuncio del Vangelo, della santità e dell’amore, perché lo testimoniamo a tutti e sia da tutti riconosciuto nella Parola che salva, nei misteri sacri della fede e nei fratelli, specie nei più piccoli e nei più deboli».