Una Chiesa capace di dare il proprio contributo di riflessione su tutte le questioni rilevanti per l’uomo contemporaneo; una comunità cristiana che non ha timore di proporre una lettura cristianamente ispirata dei grandi temi dibattuti dall’opinione pubblica, temi che hanno un’incidenza profonda sulle idee diffuse e sugli stili di vita personali e collettivi.È questo il quadro che Vittorio Sozzi, responsabile del Servizio nazionale per il Progetto culturale, è venuto a illustrare al Consiglio Pastorale Diocesano, riunito venerdì scorso al Convitto della Calza. Il «Progetto culturale orientato in senso cristiano», ha spiegato, «è lo strumento che la Chiesa italiana si è data a partire dal Convegno di Palermo del 1995 per mettere in evidenza e far crescere la dimensione culturale presente nel vissuto di fede del popolo di Dio. L’obiettivo di fondo resta quello di un nuovo incontro tra la fede e la ragione, così che i credenti possano mostrare a tutti che la vita cristiana è possibile oggi, è ragionevole, è realizzabile». Si tratta dunque, ha spiegato Sozzi, di trovare un equilibrio tra la «Chiesa del fare» e una Chiesa che sappia anche pensare. Parole che l’Arcivescovo Giuseppe Betori ha voluto riprendere e sottolineare: «Oggi, in un tempo in cui la cultura diffusa è lontana dal Vangelo, la testimonianza cristiana deve essere anche argomentata: la Chiesa deve affrontare culturalmente le cose che fa, cioè in modo riflesso, trovando argomenti per spiegare il proprio agire. Saper dare ragione della propria speranza: l’invito oggi è più che mai importante. E non riguarda un gruppetto, non può essere delegato a un ufficio diocesano o ai centri culturali già attivi, ma riguarda tutti i cristiani».Nella sua articolata relazione (disponibile su internet all’indirizzo www.toscanaoggi.it) , Sozzi ha spiegato le idee di fondo del Progetto culturale: tra gli obiettivi primari, quello di favorire un superamento della separazione tra cultura alta e cultura diffusa dando al cattolicesimo popolare, ancora fortemente presente nel nostro Paese il sostegno necessario per renderlo capace di affrontare le sfide culturali del nostro tempo. Il responsabile nazionale del Progetto culturale ha indicato poi anche alcune piste di lavoro che possono essere seguite a livello locale, per dare concretezza a questi obiettivi. Tra queste, «la promozione di iniziative che aiutino il singolo fedele a trovare argomenti per il proprio vivere da cristiani nel tempo presente». Dibattiti e conferenze, ma non solo: la fantasia e la creatività degli operatori culturali può trovare forme sempre nuove per stimolare la riflessione. Senza sottovalutare le forme artistiche, la musica o il teatro come linguaggi in grado di raggiungere più capillarmente le persone, e i giovani in modo particolare. Un’altra strada, già seguita con ottimi risultati a livello nazionale e che può dare frutti anche localmente, riguarda «la ricerca di nuove forme di coinvolgimento del laicato», ad esempio favorendo «l’incontro tra le diverse realtà aggregative su temi specifici e anche di grande rilevanza». Il pensiero, ovviamente, corre all’esempio del Family Day che ha visto associazioni e movimenti protagonisti di una grande iniziativa per promuovere il valore della famiglia. Da seguire con attenzione, infine, la formazione di tutti coloro che a vario titolo, nelle parrocchie o in altri ambienti, fanno animazione culturale (responsabili di centri culturali, cinema e teatri parrocchiali, operatori dei mass media…)Durante l’incontro del Consiglio Pastorale Diocesano sono stati anche ricordati alcuni dei centri culturali e delle iniziative già presenti in Diocesi: dagli incontri promossi dal’Ufficio diocesano per la Cultura, all’istituto Stensen, che darà vita a maggio a un grande convegno internazionale su Galileo, all’associazione Diesse che opera nella scuola richiamando ogni anno a Firenze studenti e insegnanti da tutta Italia. La riflessione sulla relazione di Vittorio Sozzi, e sulle applicazioni pratiche che il Progetto culturale potrebbe avere nella nostra Diocesi, proseguirà nella prossima seduta del Consiglio Pastorale Diocesano, venerdì 5 giugno.