Lettere in redazione
La Resistenza in convento
Se tutti i conventi erano pieni, quegli degli Scolopi erano particolarmente disponibili perché i collegiali, per ovvii motivi, erano assenti. Nell’agosto del 1944, alla Badia Fiesolana erano stati invasi gli enormi scantinati. Gli ospiti, stretti dalla pressione tedesca, che sulla linea di San Domenico aveva stabilito una linea difensiva, arrivarono fino a cinquecento.
Le violenze quotidiane non si contano. Il P. Lidio Scalabrella era particolarmente attivo e dovette subire non poche angherie da parte dei tedeschi, anche se la sua bonomia gli ha consentito di gestire i rapporti «col nemico» in modo da neutralizzare non poche prepotenze.
Chi ha sfamato tutta quella gente ? Non era facile arrivare alla sera, ma c’erano provviste raccolte dall’economo del Collegio, visto che i ragazzi erano tutti tornati in famiglia. Di quel mese c’è nell’Archivio degli scolopi un resoconto dattiloscritto, lasciato dal P. Lidio. È molto interessante perché di quel mese di agosto ci dà un ritratto drammatico e vivissimo.
Al Pellegrino invece gli ospiti furono una quarantina, alloggiati nel refettorio. Ne fa ancora un vivo ritratto il P. Alfredo Fantacci, allora fresco di messa e tuttora pronto a ricordare episodi e fatti. Se le visite tedesche non furono mai drammatiche, il P. Aladino Moriconi rischiò molto di più. Tornando al Pellegrino, dal tram della vecchia Bolognese vide un carro armato tedesco con la croce rossa, a evidente scopo difensivo. In guerra succede questo ed altro. II P. Moriconi però, essendo di carattere piuttosto fumino, si direbbe a Firenze, non si trattenne da alcuni apprezzamenti a voce alta, in termini pesanti. Quando scese dal tram, per tornare in convento, fu affiancato da due distinti signori che senza tante cerimonie lo accompagnarono alla vicina «Villa triste», di cui Firenze conserva una ben «triste memoria». Durante la sua permanenza il P. Fantacci gli doveva portare da mangiare. P. Moriconi non era un colosso, ma a «Villa Triste» c’era poco anche per lui. Il P. Fantacci ebbe modo di conoscere diverse situazioni tragiche e per evitare guai maggiori al confratello, fu fatto intervenire il Cardinale che riuscì, dopo alcuni giorni, a far rilasciare il P. Moriconi.