Opinioni & Commenti
La Quaresima, il tempo forte nell’epoca debole
di Mauro Banchini
Tra noi, che ci ostiniamo a frequentare chiese e sacrestie, si dice che la Quaresima sia un «momento forte». Davvero?
Da piccolo, questi erano i giorni che «il prete» veniva a benedire «le case». Si capiva per le pulizie che le mamme, tutte, garantivano nelle stanze, tutte. Per noi chierichetti era una pacchia. Il prete lo facevano entrare tutti, anche quelli che l’avrebbero mangiato. Ma a mangiare dolci eravamo noi. Bambini vestiti da piccoli preti….
Nei 40 giorni, s’avvertiva che qualcosa stava per accadere. Non mancavano digiuni, confessioni, vie crucis. Il venerdì santo la Rai non trasmetteva musica profana. E che divertimento ma anche che emozione essere scelti per leggere «il Passio» o girare le stradine del paese, il sabato santo a campane legate, con quel coso di legno che gracchiava chiamando ai riti della vigilia.
Dio mio, ci sono ricascato! Eppure l’avevo promesso a Santa Celestina che mai più avrei lodato i tempi passati con le loro piccole/grandi ipocrisie. Adesso ci manca altro che rizonfi sulla storia delle colombe, su com’era bello mangiarne una fetta una soltanto il giorno di Pasqua mentre adesso quelle colombacce scadenti, quelle con lo stesso sapore del panettone e della plastica, te le tirano dietro e ti restano sullo stomaco. Accidenti a me e al tempo che passa….
Tempo «forte» la Quaresima? Direi proprio di no. In un’epoca debole non esistono tempi forti.
Sappiamo tutto, o quasi, sul «ramadan» degli altri e nulla, o quasi, della «quaresima» nostra. Fra un po’ bisognerà offrire premi in denaro per trovare qualcuno capace di spiegare cosa significa Pasqua o a che servivano quegli strani mobili dove uno ci stava dentro con una stola viola e altri ci si inginocchiavano ai lati parlando piano piano.
Neppure l’attesa è concetto, oggi, capace di attirare. Chi attendere nell’era di Twitter? Uno che diceva di essere figlio di Dio, nato oltretutto da una vergine? Uno che invitava a non preoccuparsi dei vestiti e della «roba»? Uno che l’ammazzarono con tanto di regolare sondaggio dopo averlo osannato? Uno che i suoi pochi amici, sempre meno convinti pure loro, dicono che sia risorto? Tornato in vita, tre giorni dopo essere morto? Ma siamo matti? Raccontatela meglio questa storia. Già: raccontiamola meglio….