Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La provincia parla sempre più straniero Boom di immigrati.

Da terra di emigrazione a terra di immigrazione. È cambiata profondamente la situazione italiana e con essa anche quella della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. È quanto emerge dal XVIII Dossier statistico sull’immigrazione redatto ogni anno da Caritas e Migrantes. Secondo l’Istat, al 31 dicembre 2007 vivevano nella provincia di Arezzo 29.278 stranieri, pari al 8,6% della popolazione residente. Un dato superiore sia alla media toscana, pari al 7,5%, sia a quella italiana, pari al 5,8%.Tuttavia, il dossier parla di cifre ancora superiori. I regolarmente soggiornanti nella provincia di Arezzo, infatti, arriverebbero a quota 34.693, pari al 10,3% della popolazione. Questo dato è secondo in Toscana soltanto a Prato e vede Arezzo e Firenze procedere fianco a fianco, seguite da Siena con il 9,9%, Pistoia con l’8,4%, Grosseto con il 7,6%, Pisa con il 7,4%, Lucca con il 6,2%, Livorno con il 5,7%, Massa Carrara con il 5,5%, mentre Perugia è al 9,1%.Andando a vedere la distribuzione territoriale degli stranieri residenti nella provincia di Arezzo, scopriamo dati fortemente differenziati. Il «primato» è della zona socio-sanitaria del Casentino che vede l’incidenza di stranieri sul totale della popolazione dell’11,3%, con punte che nel comune di Bibbiena arrivano al 14,2% e a Poppi al 12,1%. La zona socio-sanitaria della Valdichiana raggiunge il 9,3%, quella aretina l’8,8%, quella della Valtiberina il 7,6%, mentre quella del Valdarno il 7%.Scorrendo le nazionalità presenti, emerge che la più diffusa è quella romena. Con 10.168 residenti, rappresenta il 34,7% della popolazione straniera, con una componente femminile pari al 54,7%. Quella albanese è la seconda comunità per rilevanza numerica, pari al 16,9% del totale. Questi due dati ci fanno capire che i primi due gruppi nazionali raccolgono oltre il 50% di tutti gli immigrati presenti nella nostra provincia. Seguono, con valori nettamente più bassi, il Marocco con il 5,8%, il Bangladesh con il 4,8%, l’India con il 3,7% e la Polonia con il 3,3%.La struttura per età della popolazione straniera mette in luce, nell’ultimo decennio, un progressivo invecchiamento: in particolare la quota di under 30, che nel 2003 superava il 51%, scende oggi al 46,6%, mentre aumenta la popolazione immigrata tra i 30 e i 60 anni, che nel 2007 rappresenta la metà della popolazione straniera residente. Rispetto all’anzianità migratoria, si evidenzia che il 70% degli stranieri è residente nell’attuale comune da meno di 5 anni, mentre l’8,2% vi è nato e quindi non ha affrontato alcun percorso migratorio. Sul fronte del lavoro, gli occupati nati all’estero che sono attivi nel territorio aretino ammontano a 17.674 e, dopo Firenze e Prato, costituiscono il numero in valore assoluto più alto nell’intera regione. Dal 2000 al 2007 il numero di occupati non italiani è passato da 6419 a oltre 17mila con una crescita di oltre il 170%.Il Dossier immigrazione verrà presentato venerdì 12 dicembre alle 16.30 nella sala conferenze della parrocchia del Sacro Cuore in piazza Giotto. L’incontro, organizzato da Caritas diocesana, Migrantes diocesana, Centro di documentazione-Città di Arezzo, Mcl e Acli, si occuperà di «Immigrati e mondo del lavoro nella provincia di Arezzo». I lavori prenderanno il via con i saluti di monsignor Giovacchino Dallara, vicario generale. Poi sarà la volta di Federico Russo, della redazione regionale del dossier statistico, che parlerà di «Immigrati in Italia e in provincia di Arezzo. Presenza, inserimento, lavoro». A seguire prenderanno la parola imprenditori italiani e stranieri, responsabili delle associazioni di categoria e sindacali. L’incontro è moderato da Luigi Spallacci, responsabile delle Acli di Arezzo per il settore immigrazione e direttore dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo il dialogo interreligioso.di Luca Primavera