Lettere in redazione
La Provincia non è inutile e costa poco
Nell’ultima trasmissione di «Piazza Demos» all’interno del contenitore televisivo «Città Nostra», su Tsd, il presidente Roberto Vasai intervistato da Enrico Donati volto noto della televisione comunitaria, nella puntata organizzata dall’Osservatorio dei cattolici democratici sulla «2 Mari», ha spiegato con dovizia di particolari l’utilità dell’ente Provincia ai telespettatori. Ente intermedio, previsto dalla Costituzione repubblicana, con importanti deleghe di coordinamento. Roberto Vasai incalzato dal conduttore Donati ha poi dichiarato il costo reale per i cittadini dell’ente Provincia: cifra clamorosa per entità, solo 1,5 euro all’anno per abitante.
A Tsd la notizia che ha del sensazionale dinanzi alla campagna demagogica sull’abolizione delle province portata avanti da orchestrate campagne di stampa, seguite dalla scellerata posizione del governo Monti!
Gli amici di Demos non esulano dal definire incostituzionale il decreto Monti e stupisce che il governo «tecnico» si sia lasciato andare su un terreno estremamente scivoloso per la democrazia. Giustamente in un lucido articolo il costituzionalista prof. Onida solleva la stessa questione d’incostituzionalità definendo il decreto legge come il grimaldello di una riforma costituzionale che «però esula dalla competenza del legislatore ordinario (e quindi viola anche l’articolo 138 della Carta). Si tratta di una disciplina esposta a gravi obiezioni di illegittimità costituzionale ».
Il prof. Onida stigmatizza poi «l’incongruità dell’idea di abolire semplicemente ogni livello intermedio di governo fra quello regionale (milioni di abitanti) e quello dei Comuni grandi, piccoli e piccolissimi».
Intervenendo nel dibattito, il coordinatore di Demos Giuseppe Giorgi ha proposto un ripensamento che regolamenti la miriade di enti, istituzioni, consorzi delegati che potrebbero, con grande risparmio economico, essere riaccorpati alle deleghe della Provincia grande, all’insegna di un progetto di semplificazione che aiuterebbe davvero la crescita riformatrice. Non lasciamo solo il Presidente Vasai!
E’ difficile dire quanto ci costino effettivamente le Province. La spesa diretta per presidenti, assessori e consiglieri provinciali si aggira in media sui 2 milioni l’anno per ciascun ente. A questi vanno aggiunti almeno altri 6 milioni l’anno per i costi complessivi dell’amministrazione. In definitiva non sono grandi cifre, anche se poi vanno moltiplicate per 86 (per limitarsi a quelle ordinarie). Diciamo che complessivamente siamo sui 700 milioni di euro. Ma la vera domanda è se siano necessarie per una buona gestione della cosa pubblica. Penso che un ente intermedio tra il piccolo Comune e l’ente Regione sia molto utile. Ma è necessario che sia eletto direttamente? Non assolverebbe meglio alla sua funzione di coordinamento del territorio se si trasformasse in un organo puramente amministrativo? Io penso di sì e mi sembra ragionevole il disegno di legge Cancellieri che sta predisponendo il governo Monti, certamente con il consenso delle forze che lo sostengono. La riforma avrebbe il vantaggio di poter essere varata in tempi brevi, con leggi ordinarie, perché non andrebbe ad incidere sul dettato costituzionale. Calerebbe drasticamente il numero di consiglieri eletti (16 per le Province con più di 700 mila abitanti, 12 per le intermedie e 10 per quelle sotto i 300 mila abitanti), che presterebbero il loro lavoro senza stipendi o diarie. Ma soprattutto ad eleggerli non sarebbero più i cittadini ma i sindaci e i consiglieri comunali di quel territorio. Uno snellimento mi sembra che porterebbe solo benefici.
Claudio Turrini