Lucca

La Proposta: Un raduno nazionale di campanari a Lucca

Per secoli, le campane sono state riferimento all’interno di una comunità per annunciare liete notizie o tristi avvenimenti. Nella quiete di suburbi per lo più legati all’agricoltura e con ritmi ancora scanditi dalla natura, hanno chiamato a raccolta il popolo, invitato a mettere a riparo familiari, animali e i beni più preziosi da esondazioni di fiumi o da altri eventi naturali. L’avanzare della tecnologia ha in gran parte limitato il ruolo delle campane e rimpiazzato i campanari da impianti tecnologici che permettono rintocchi con un «clic» direttamente dalla sagrestia. Ma in diverse città italiane, tra cui Lucca, la tradizione è tuttora viva grazie ad un gruppo di appassionati, che il 14 settembre 2016 (data non casuale per la nostra Diocesi) ha fondato l’Associazione Campanari Lucchesi con lo scopo di divulgare e tramandare la tradizione lucchese e di riqualificare alcuni campanili sparsi nel territorio che necessitano di manutenzione. La sede del gruppo è nei locali interni alla parrocchia di S. Anna; scelta non è casuale visto che la parrocchia della immediata periferia di Lucca vantava un vero e proprio gruppo dedito al suono per ogni evento o festività religiosa. Molti ancora nel popoloso quartiere a ridosso delle mura ricordano Antonio Tomei, Pierluigi Lombardi, Giuseppe Barsotti, Luciano Roncoli, Pietro Baldocchi e Giovanni Dugini.

Giacomo Lombardi, che ha ereditato tale passione dal padre Pierluigi, ricorda la nascita del gruppo: «Siamo 58 soci fondatori, di cui 40 attualmente quelli operativi. Siamo a disposizione delle varie parrocchie per le loro ricorrenze. In Diocesi ci impegniamo ad ogni ricorrenza, ultima in ordine cronologico la Santa Croce dello scorso settembre, dove nessuno ci ha visto, tutti ci hanno sentito». Nel gruppo si sono inseriti anche nuove leve di cui Andrea Giampaoli, studente universitario poco più che ventenne, ne è un rappresentante: «Suono da 11 anni. Fin da piccolo ero attratto da corde e batacchio e quant’altro era legato alle campane. Ho quindi partecipato a degli specifici allenamenti e gradualmente sono entrato a far parte della associazione. Spero di essere da traino per altri giovani. Al momento abbiamo una decina di allievi che si stanno allenando tutti i sabati per poi essere perfettamente operativi». Tanti gli obiettivi. «Il primo è quello di tramandare la conoscenza delle sonate lucchese, con doppio a due, tre o quattro campane. Siamo disponibili con i parroci, oltreché per suonare, anche per una consulenza tecnica sui lavori di restauro, necessario in tante campane della provincia. Sarebbe bello riportare in vita diverse campane presenti nella piana, come in Versilia e in Valle del Serchio, risalenti addirittura al XIII secolo». C’è poi un sogno nel cassetto, confessato sia dal decano Giacomo che dal giovane Andrea:«Vorremmo prendere contatti con le amministrazioni locali per riuscire ad organizzare a Lucca un raduno nazionale di campanari. La nostra città è ideale per un evento culturale di tale portata».