Lettere in redazione
La politica è la forma più alta di carità
Quanto alla prima ragione, il compito primo dei laici, quello che Dio ha affidato al suo popolo, è l’impegno politico. Non c’è bisogno che questo impegno la Chiesa lo affidi ai laici. L’ha già affidato Dio. La Chiesa non deve fare altro che dare ai laici la possibilità di viverlo come Dio vuole.
Quanto al considerare la politica un’attività non pulita, questo si verifica perché la politica è condotta all’insegna del peccato, invece che all’insegna della libertà dei figli di Dio.
Se la politica fosse condotta da cristiani nel senso vero del termine, la politica sarebbe una cosa purissima, un servizio di carità reso all’umanità. Se invece si conduce la politica all’insegna dell’avarizia, dell’orgoglio di persone, di partiti, di gruppi nei partiti, di paesi allora non può che essere sporca.
Dare un volto nuovo alla politica significa soprattutto animarla di quello spirito di cui già tanti anni fa parlava Giuseppe Lazzati e far così emergere quella «nuova generazione di politici» auspicata dal Papa nel discorso tenuto a Cagliari, superando però quel qualunquismo per cui tutto va male e tutti i politici sono corrotti, anche perché non è vero e non mancano neppure oggi uomini e donne che concepiscono e vivono il loro impegno politico come servizio al bene comune. Ognuno di noi, caro Eusepi, può contribuire a ciò con l’«arma» che ha a disposizione, pacifica e efficace, cioè il voto, esercitato con discernimento e con la necessaria informazione.
Il 6-7 giugno prossimi saremo chiamati ad un’importante tornata elettorale: si tratta di eleggere i deputati italiani al Parlamento europeo e noi sappiamo che le decisioni che vi si prendono coinvolgono i singoli stati sia per quel che riguarda l’economia che l’etica con conseguenze per la legislazione di un Paese. Ma si tratta anche di eleggere e questo compito non è certo meno importante chi amministrerà comuni e province anche della nostra Regione.
È questa una realtà, per così dire, più a noi vicina e che finisce per determinare in larga misura la nostra vita di tutti i giorni, date anche le competenze che sono state attribuite soprattutto ai Comuni.
Sarà bene quindi prender visione dei progetti e dei programmi dei vari schieramenti con un’attenzione particolare ai candidati che vengono proposti, in ordine alla loro competenza, serietà, capacità e moralità. Per i cattolici, inoltre, credo sia importante un interesse preferenziale, pur senza obblighi precostituiti, per quei candidati che, per il loro riferimento all’ispirazione cristiana e alla dottrina sociale della Chiesa, danno maggiori garanzie di rappresentarli e che oggi sono presenti in tutti o quasi gli schieramenti politici.
È infatti, a mio parere importante, privilegiare nella scelta le persone anche al di là dello schieramento che, soprattutto a livello locale, non può essere del tutto vincolante.