Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La poesia non va mai in pensione a Sansepolcro

Si è svolta al teatro INPDAP la premiazione del 1° Concorso di poesia per pensionati, organizzato dall’ANTEAS di Arezzo, con la collaborazione dell’ANTEAS di Sansepolcro, associazioni legate alla CISL. Una commissione di lettura, presieduta dal prof. Daniele Piccini, presidente dell’Istituzione biblioteca-museo di Sansepolcro, ha scelto, in ordine, per la sezione in lingua: Non sarai mai di M. Luisa Pompei, Il ritorno di Silvio Adreani, A un’amica che parte di Giovanni Acquisti; per la sezione in dialetto: La figliatura della troia di Iva Landi, El nostro tempo di Piergiorgio Caterini, Quande se dice…la brevura de l’annemeli di Libero Vespi.Ci sono state, inoltre, delle segnalazioni, sia nell’una che nell’altra sezione, per quei poeti che, pur non entrando nella rosa dei vincitori, l’avrebbero meritato. Ma il significato della manifestazione è altrove, almeno da parte di chi lo ha organizzato, ed è appunto nello stimolare alla scrittura, coloro che per esperienza e capacità di riflessione, hanno molto da comunicare. Questo arricchisce in primo luogo gli altri e consente a chi scrive di uscire dal privato e, mentre si cimenta nel confronto (perché «gli esami non finiscono mai»), di scoprirsi in sintonia con gli altri. La bellezza di questo fatto sta tutta nella profondità di sentimenti, di ricordi, di considerazioni sulla propria vita e su quella del proprio tempo, non prive del sorriso umoristico, come nelle poesie in dialetto. La vita quotidiana, che ci appare ripetitiva e frustrante, viene rinnovata dal cuore di chi vi vede l’infinito, come in Le palline o La mia giornata.A tutti i vincitori è stato dato il bellissimo volume, Leonardo, edito dal Comune di Arezzo, insieme a un quadro – per il primo nelle due sezioni – o ad altri volumi. Con la regia di una conduttrice di Teletruria, la cerimonia si è svolta in maniera piacevolissima, a detta di tutti: le Sig.re Michela Milli e Vania Raspini hanno letto le poesie vincitrici; la Sig.ra Duchi ha recitato il canto del Conte Ugolino in dialetto borghese; infine, visto lo spazio dato al dialetto, non è mancato un contrasto tra la Valdichiana e la Valtiberina. Poteva non concludersi il tutto con un brindisi insieme?Giuliana Maggini