Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La pieve di Galatrona ritrova il «tesoro» dei Della Robbia.

L’ anno dei Della Robbia, che con una serie di grandi eventi interesserà nel 2009 molte località della provincia di Arezzo, si apre nella Valdambra domenica 14 dicembre alle 15.30. Saranno presentate e riaperte al pubblico le opere che Giovanni e Marco Della Robbia realizzarono nel secondo decennio del millecinquecento per la Pieve di San Giovanni Battista a Galatrona. Si tratta di un grande ciborio posto sull’altare maggiore, di un fonte battesimale collocato nella navata destra della pieve e di una statua di San Giovanni Battista inserita in una nicchia nella parete a fianco del fonte battesimale.La pieve di Galatrona si trova nel comune di Bucine, su un pendio di una collina che si apre verso Mercatale e il Valdarno. Fa parte della parrocchia di Santa Reparata a Mercatale Valdarno di cui è parroco don Luigi Buracchi che guida anche la comunità della Ginestra a Montevarchi. Immersa in un incantevole paesaggio toscano fra boschi e vigneti, la pieve ha di fronte una splendida fattoria e poco più sopra la millenaria torre di Galatrona, che è quanto resta di un antico castello, appartenente al Viscontado di Valdambra, su cui dominarono fino ai primi decenni del 1300 i conti Guidi. La pieve, di cui si attesta l’esistenza già nel 963, nella sua lunga storia ha avuto più di un nome: Canestruna, Galatrona, Petriolo. Ma poiché titolare della pieve fu indicata la Madonna, essa venne poi chiamata pieve di Santa Maria. Infine verso l’anno Mille, dato che tutte le pievi vennero dotate di fonte battesimale e presero come contitolare San Giovanni Battista, la pieve di Galatrona fu da allora chiamata con il nome di Giovanni battezzatore per eccellenza.Per quanto riguarda invece le terrecotte invetriate dei Della Robbia, esse furono commissionate dal pievano Leonardo Bonafede, per dieci anni rettore della pieve (dal 1518 al 1528) e diventato poi vescovo di Cortona. E sia nel ciborio che nel fonte battesimale è riprodotto infatti più volte lo stemma del committente.Il fonte battesimale è un manufatto a forma esagonale dove su ogni lato è raffigurata una scena della vita del Battista: dalla visita dell’Angelo a Zaccaria che gli annuncia la nascita del figlio, al battesimo di Gesù, fino alla decollazione voluta da Salomè.La figura collocata nella nicchia di destra riccamente decorata con motivi floreali, che rappresenta il Precursore che con la mano destra annuncia la venuta del Salvatore, è invece considerata dagli esperti una delle opere meglio riuscite di Giovanni Della Robbia.Di indubbio impatto visivo è anche il ciborio dell’altare centrale. A forma esagonale come il fonte battesimale, è sovrastato da una cupola ed è posto su una robusta base, complementi che contribuiscono a fargli assumere l’aspetto di un’opera imponente. Nei vari lati del ciborio sono raffigurati Gesù caricato della croce, Maria Maddalena e Giovanni, i santi Leonardo e Girolamo.Il restauro delle terrecotte è frutto della paziente e lunga opera di Luigina Baldetti, un’abile artigiana che ha la sua «bottega» a Levane, nel comune di Montevarchi, e che per conto della Sovrintendenza di Arezzo ha già realizzato interventi su opere dei Della Robbia, fra cui quelle de La Verna.L’appuntamento di domenica 14 dicembre è quindi un’occasione per conoscere un altro frammento importante della nostra fede, della nostra storia, dei nostri beni artistici. di Alessandro Gambassi