L’immigrazione è parte integrante della vita urbana del ventunesimo secolo e coinvolge ogni aspetto della politica municipale: dalla sanità all’istruzione, dallo sviluppo economico alla pianificazione urbana e lo sarà sempre di più in futuro. Come combattere l’emarginazione dell’immigrazione all’interno del dibattito pubblico? Sviluppare una nuova politica pubblica per una comunità senza frontiere interne? È questa la nuova frontiera per combattere la xenofobia? Questi alcuni dei temi discussi durante il terzo dialogo transatlantico sull’immigrazione «Xenofobia: risposte creative della città» che si è tenuto oggi a Villa La Pietra, sede fiorentina della New York University.Al centro del dibattito, organizzato da La Pietra Dialogues, l’interesse a guardare al fenomeno dell’immigrazione non come un problema da risolvere ma come un’opportunità da sfruttare, guardando agli esempi di New York e di Firenze. L’importanza dell’istruzione e l’accesso all’istruzione universitaria era al centro dell’intervento di Fatima Shama, commissario per l’immigrazione della città di New York.La sfida più grande che stiamo affrontando ora è il Dream Act ha spiegato il commissario. Il progetto di legge è al momento dibattuto al Senato che dovrebbe poter garantire a giovani diplomati senza documenti la possibilità di iscriversi all’università o arruolarsi nell’esercito, cosa che ora non è permessa; a livello cittadino stiamo cercando di risolvere questa problematica dato che a livello nazionale c’è un po’ una situazione di stallo. Bisogna cominciare a pensare agli immigrati non come ad un costo, ma come l’unico modo per poter continuare ad essere un Paese grande e ricco, e creare possibilità per gli immigrati senza documenti per favorirne l’integrazione. Il vice sindaco Dario Nardella ha sottolineato l’importanza dell’immigrazione come motore dello sviluppo economico e sociale: Il sindaco di Firenze è stato tra i primi a proporre di modificare la Costituzione Italiana al fine di formare una cittadinanza basata sullo ius soli, favorendo un equilibrio tra i diritti e i doveri degli immigrati regolari, che al momento pagano le tasse ma non hanno diritto ad eleggere i propri rappresentanti. Ad oggi gli stranieri rendono allo stato italiano molto di più di quello che costano. Ogni anno l’Italia riceve 7 miliardi di euro di contributi previdenziali dagli immigrati, e dal 1993 il flusso migratorio verso il nostro Paese è l’unico responsabile della nostra crescita demografica. Parlando poi della situazione in Toscana: La presenza di immigrati è molto più alta rispetto alla media nazionale, e il fenomeno dell’immigrazione si è strutturato con molti stranieri che decidono di stabilirsi definitivamente e di pianificare il proprio futuro sul nostro territorio. La nostra è la regione col maggior tasso di imprenditorialità di immigrati in Italia dopo la Lombardia. L’integrazione è possibile solo partendo dal pluralismo culturale che è sancito nella nostra costituzione e attraverso la memoria, ricordando che prima ancora di essere stati ospitanti siamo stati per molto tempo ospitati.Presenti, tra gli altri, anche Muzaffar Chishti, Direttore del Migration Policy Institute della Law School di New York University, Izzedin Elzir, Imam di Firenze e Presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, Tiziana Chiappelli, Università di Firenze e Centro Giufà, Badara Seck, cantante e Nicola Solimano, della Fondazione Michelucci.