Firenze

La piaga della pedofilia nella Chiesa, Betori: «Prevenzione e vigilanza». «Sgomento» per gli attacchi al Papa

«La piaga della pedofilia, con le sue radici patologiche, le gravissime responsabilità morali e gli effetti delittuosi continua a pesare sulla vita della Chiesa universale, come mostrano i ripetuti interventi del Santo Padre, ma anche di quella locale, che torna a piangere per una nuova vittima e a vergognarsi per un altro colpevole. Ci consola però la fedeltà di tanti nostri sacerdoti, la loro dedizione all’educazione delle nuove generazioni, la fiducia che tante famiglie ripongono nelle nostre comunità e nell’azione educativa che lì viene proposta».

Sono le parole del cardinale Giuseppe Betori, che nella sua relazione di chiusura della assemblea diocesana del clero questa mattina ha anche ricordato il caso accaduto sul territorio diocesano nei mesi scorsi: «La vita della nostra Chiesa – ha affermato – è stata seriamente macchiata da un grave crimine di pedofilia, di cui, se le indagini confermeranno quanto emerso dai primi riscontri, si sarebbe reso colpevole un sacerdote non del nostro presbiterio ma che era tra noi da diversi anni, avendo ricevuto un incarico pastorale presso una parrocchia della diocesi». «Nel momento in cui si è avuta notizia dei gravissimi fatti contestatigli – ha proseguito Betori – , mentre ho assicurato piena fiducia nell’operato degli inquirenti e della magistratura, ho manifestato il dolore mio e del presbiterio ed espresso vicinanza alla bambina vittima e alla sua famiglia, sentimenti e atteggiamenti che rinnovo in questo momento, convinto che i fatti, così come contestati, già di per sé gravissimi, qualora confermati dalle indagini, sono resi ancora più intollerabili e sconvolgenti in quanto attribuiti a un sacerdote e sono causa di profondo dolore per chi li ha subiti e costituiscono una ferita aperta per l’intera comunità».

L’Arcivescovo di Firenze ha ricordato a questo proposito l’invito del Papa, a «riconoscere e condannare con dolore e vergogna le atrocità commesse da persone consacrate, chierici, e anche da tutti coloro che avevano la missione di vigilare e proteggere i più vulnerabili». «Con il Papa – ha aggiunto Betori – ci sentiamo anche impegnati a rimuovere per quanto possibile i presupposti per cui tali fatti criminosi possono ancora accadere nella comunità ecclesiale. La diocesi è impegnata a camminare sulla strada della prevenzione, dell’accompagnamento dei sacerdoti durante il ministero, della sensibilizzazione e vigilanza sul tema». A questo proposito, ha ricordato il Congresso europeo organizzato a Firenze dalla Facoltà teologica nel marzo scorso su «Formazione e prevenzione». Da alcuni anni, inoltre, i futuri sacerdoti nella diocesi sono seguiti con un puntuale iter di accompagnamento affidato a psicologi e psichiatri.

«Sgomento» per gli attacchi al Papa

Nel suo discorso, Betori ha anche voluto esprimere «lo sgomento che ha suscitato in me e ritengo in tutti voi il proditorio attacco sferrato contro il Santo Padre con un dossier, un pamphlet intessuto di mezze verità e tante menzogne, di allusioni oscure e deduzioni senza fondamento, abilmente costruito da chi manipola la comunicazione nei modi e nei tempi per ottenere effetti deleteri contro la verità e il rispetto delle persone, soprattutto ferendo la comunione ecclesiale e la venerazione che si deve verso colui che il Signore ha voluto porre a capo della sua Chiesa». L’Arcivescovo di Firenze ha voluto «rinnovare il nostro affetto filiale a Papa Francesco, ribadire ancora una volta la piena adesione al suo magistero e alle sue indicazioni pastorali. La nostra adesione non è solo con il cuore, dunque, ma anche con l’intelletto e la volontà a ciò che il Papa propone alla Chiesa, per essere in comunione con lui. Ciò implica che si ascolti con costanza e fedeltà l’insegnamento del Papa, non solo quello che egli propone nei documenti ufficiali, ma anche quello con cui quotidianamente commenta la parola di Dio e con cui settimanalmente propone temi di catechesi e interpreta i fatti del mondo».