Vita Chiesa
La pastorale giovanile? Se ne occupano i giovani
di Stefano Liccioli
La pastorale per i giovani pensata dai giovani: è la scelta fatta da mons. Fausto Tardelli, vescovo di San Miniato che ha completamente affidato proprio a sette persone di circa trent’anni la cura dell’ufficio diocesano rivolto ai giovani. Abbiamo parlato con Emanuele Salassa, responsabile di questa equipe nominata da mons. Tardelli: «Questo incarico per noi è stato una sorpresa, non ce l’aspettavamo. Veniamo tutti e sette da cammini diversi, ma in questo servizio possiamo contare sull’aiuto di tante persone valide».
L’obiettivo principale è chiaro: «Nei prossimi tre anni vogliamo – afferma Emanuele – rinnovare i contatti che abbiamo, riuscendo ad arrivare a tutti i punti della nostra Diocesi, che ha diverse realtà, associazioni, comunità parrocchiali: occorre fare unità e sentire l’appartenenza alla Chiesa di San Miniato. In questo senso sono importanti i cinque incontri diocesani, previsti per questo anno; vere occasioni di comunione che prevedono un primo momento per i giovanissimi (12-17 anni), seguito da un altro dedicato ai giovani e si concludono con la Messa tutti insieme». Per offrire una pastorale più completa, Emanuele ed i suoi collaboratori intendono sviluppare sinergie con l’Ufficio per la pastorale familiare (per promuovere ad esempio un percorso sull’affettività) e con il Centro Diocesano Vocazioni, partecipando alle veglie vocazionali: «Siamo tutti stra-impegnati: chi va a scuola, chi studia, chi lavora, ma dobbiamo essere conviti che per il tempo dedicato al Signore Lui ci restituisce il centuplo. “Cercate prima il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù”. È importante che i giovani riscoprano la novità del messaggio cristiano, che ha tante ricchezze che spesso non riusciamo ad apprezzare».
Un’esperienza simile a quella di San Miniato è presente anche nella Diocesi di Prato, dove da più di un anno due volontari e una religiosa, Debora, Francesco e suor Marinella, tutti intorno ai trenta anni, sono responsabili in prima persona della pastorale giovanile: «Ho accolto molto bene – ci racconta Debora – questo incarico, anche se con un po’ di paura. Il fatto però di non essere la sola responsabile mi tranquillizza: dove non arriva uno, arrivano gli altri». Molte le attività proposte, come la preghiera mensile in cui più di 300 giovani con età media intorno ai 23 anni si ritrovano a pregare insieme nelle varie chiese della Diocesi e, due volte all’anno, gli esercizi spirituali per ragazzi e ragazze dai 15 ai 19 anni e per quelli dai 20 anni in su: «Insieme ai frati francescani minori della Toscana – continua Debora – stiamo portando avanti il progetto “Oltre lo specchio”, un percorso per la conoscenza di sé. Inoltre prosegue l’esperienza di evangelizzazione di strada, un sabato sera ogni mese, affiancata nel periodo invernale da un percorso di formazione, per avere la forza necessaria per evangelizzare».
Su quali siano le esigenze dei giovani, Debora ci fornisce alcune indicazioni precise: «Per gli adolescenti è importante stare insieme a coetanei che fanno un cammino di fede: a scuola e nella società in generale, a volte si sentono presi in giro a motivo del loro essere credenti. C’è invece voglia di non nascondersi e di uscire allo scoperto, come dimostra la professione di fede fatta da trenta diciottenni davanti al vescovo, Gastone Simoni, il 1° ottobre scorso. Essi hanno rinnovato la propria fede da persone maggiorenni, davanti alla comunità cristiana riunita. I ragazzi più grandi desiderano approfondire e di riflettere su quello in cui credono».