Vita Chiesa

La pastorale giovanile riparte dal messaggio di Sydney

di Riccardo Bigi

La Gmg di Sydney? «Una bellissima esperienza, che come le altre Giornate della Gioventù darà molti stimoli alle parrocchie e alle diocesi». Monsignor Giovanni De Vivo, Vescovo di Pescia e delegato della Conferenza episcopale toscana per la pastorale giovanile, è uno dei tre vescovi toscani (insieme al vescovo di Massa-Carrara-Pontremoli Eugenio Binini e al vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Gualtiero Bassetti) appena rientrati dall’Australia: ci racconta la fatica e i disagi di quest’esperienza, ma anche le tante soddisfazioni e l’ammirazione – che ormai non è più una novità, ma che ogni volta stupisce piacevolmente – per come i giovani hanno vissuto questo pellegrinaggio. Un’esperienza che comunque non finisce qui: «Nessuno – sottolinea – è così ingenuo da pensare che la pastorale giovanile si faccia solo con i grandi eventi. Il lavoro con i giovani è un lavoro quotidiano, fatto di rapporti personali, che le diocesi e le parrocchie dovranno intraprendere nei prossimi mesi per far calare nella vita di ogni giorno le tante sollecitazioni ricevute, i discorsi del Papa, il messaggio di queste giornate».

Da Sydney, secondo monsignor De Vivo, viene anche l’indicazione di un tema forte, che ha colpito i ragazzi e che merita di essere ripreso e sviluppato: il tema dello Spirito Santo, a cui si accompagna il tema della testimonianza: «Saranno questi, penso, gli spunti su cui potremo lavorare nei prossimi mesi. D’altra parte la Gmg è soprattutto un’occasione in cui i giovani sperimentano la bellezza del testimoniare insieme la fede, in maniera convinta e gioiosa, e sperimentano in maniera tangibile la presenza dello Spirito Santo in mezzo a loro: adesso dovremo riportare tutto questo nella pastorale ordinaria».Nella memoria del vescovo De Vivo restano, di queste giornate, alcuni ricordi indelebili. «Ovviamente le parole del Papa, i suoi discorsi. E insieme l’entusiasmo dei giovani: quello che impressiona sempre è la loro capacità di impossessarsi delle città, di “invaderle” in maniera gioiosa ma anche rispettosa e tranquilla, facendosi apprezzare dalla popolazione locale che forse stavolta non si aspettava una cosa simile ed è rimasta piacevolmente stupita».

Tra le sfaccettature che hanno segnato l’edizione 2008 della Gmg, secondo monsignor De Vivo, anche il lungo viaggio: «Andare dall’altra parte del mondo ci ha fatto toccare con mano il fatto che il Vangelo è realmente arrivato “alle estremità della Terra”. È stato un modo per rendersi conto di quanto sia vasto il campo in cui portare l’annuncio cristiano, che è un messaggio universale, rivolto a tutti gli uomini. Un invito quindi anche ai nostri gruppi, alle nostre parrocchie, ad aprirsi alla missione». Anche tra i vescovi c’è stata occasione di condivisione: i 35 vescovi italiani si sono uniti ai pastori giunti da tutto il mondo. «Anche questo – sottolinea De Vivo – è un elemento importante, abbiamo vissuti momenti di fraternità molto belli e utili. Personalmente ad esempio ho conosciuto un vescovo scozzese, monsignor Conti, la cui famiglia viene dalla Lucchesia: è stata una conoscenza molto interessante».

Tra gli altri aspetti da ricordare, anche l’accoglienza che il Papa ha ricevuto da parte delle autorità australiane: «I cattolici sono il 25% della popolazione, diciamo una minoranza consistente: per questo forse all’inizio non c’è stata grande attenzione, non si aspettavano un evento di queste dimensioni. Poi però hanno dimostrato grande disponibilità e apertura. La laicità australiana è una laicità aperta, non ostile alla Chiesa, molto lontana da quelle forme di laicità anticlericale che purtroppo a volte si manifestano in casa nostra».

L’ultima sottolineatura riguarda l’incontro con le comunità italo-australiane: una cosa, secondo De Vivo, che ha molto colpito i giovani toscani. «Le radici italiane in questa gente sono ancora forti, compresa l’identità religiosa e il modo di vivere la fede. È una comunità grande e molto stimata dagli australiani, che ci ha accolto con grande calore unendosi spesso alla preghiera e alle catechesi: questo ha senz’altro lasciato una profonda impressione nei nostri ragazzi».

Molti, insomma, gli aspetti positivi di questa Gmg. Certo non sono mancati i disagi, come è normale in eventi del genere: «Soprattutto il freddo, ma anche il cibo che non sempre rispondeva ai nostri gusti e alle nostre aspettative… Ma i ragazzi superano tutte le difficoltà con il loro entusiasmo, si sanno adattare e colgono il lato positivo di ogni situazione. Stare con loro, in questo senso, è molto istruttivo».

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