Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La parrocchia di San Paolo abbraccia don Andrea.

Don Zeno esordiva così: «Sono immensamente contento che qualcuno della nostra comunità ha preso il ‘via’ per continuare il sacerdozio; questa è per me una delle grazie più grandi che ho avuto nella mia vita». Ricordando poi la sua consacrazione presbiterale ha proseguito con delle parole forti: «Ho avuto la fortuna di vedere la consacrazione di Andrea. Ora al Signore chiedo solo una cosa “lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola'”. Ora o Signore posso anche andare».Anche a San Paolo si è ripetuta la stessa scena di una settmana fa con tantissima gente che ha voluto testimoniare a don Andrea la vicinanza, l’affetto e la gratitudine. Dopo la distribuzione della Eucaristia, sono stati consegnati al novello sacerdote dei doni offertigli dalla comunità ognuno dei quali aveva una giusta motivazione che Franca Piccini, chiamata a sottolinearne il significato, spiegava mentre gli venivano consegnati da alcuni parrocchiani: il primo regalo, una icona con l’immagine della Madonna della Tenerezza che viene dal Monte Athos, è segno di affidiamento di don Andrea alla Madonna perchè lo accompagni nel suo cammino di sacerdote; altro dono è stata una casula proveniente dall’Africa, più precisamente dal Malawi, che vuole essere il simbolo, l’unione, la fratellanza fra i popoli; poi sono stati donati «I fioretti di San Francesco» a ricordo del privilegio di essere in un territorio impregnato di forte spiritualità francescana; infine un dizionario dei Santi a motivo che tutti siamo chiamati ad un cammino di santità, in modo particolare affidandoci a loro, affidando don Andrea e affidando tutti noi.Dopo questo, anche don Andrea ha rivolto delle parole all’assemblea: «Vi ringrazio per questi doni che manifestano; però, il motivo vero del mio ringraziamento che è stata la vostra amicizia, la vostra vicinanza dimostratimi in questi anni di formazione e soprattutto negli ultimi mesi in occasione, prima, dell’ ordinazione diaconale dello scorso agosto, adesso in occasione della ordinazione presbiterale e oggi qui con tutti voi. Questa storia che è iniziata con voi, e che continua, dà senso alla mia vita, che spero possa essere veramente una vita che aiuta, che fa vedere il Signore (non Andrea) che compie veramente grandi cose affidando alla piccolezza e alla fragilità umana quei tesori che sono la Sua Parola e i Suoi Sacramenti. Sicuramente non dimenticherò la comunità di San Paolo nella mia preghiera e sono certo che nemmeno voi vi dimenticherete di me, attraverso la preghiera potremo continuare a stare insieme».Alla fine della S.Messa il popolo è stato invitato a ripetere il gesto antico di «baciare le mani al Sacerdote» che, come ha sottolineato monsignor Ronchi, «non tengono per sè ma che sono consacrate per elargire agli uomini ‘affamati’ il Verbo della Vita».Alessandro Boncompagni