Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La Parola guida la Quaresima a Pieve Santo Stefano.

Il supplemento al «Pozzo di Sicar», il foglio della comunità parrocchiale di Pieve Santo Stefano, che le famiglie hanno ricevuto per la Quaresima e la Pasqua di quest’anno, ha il suo fulcro nel termine «Parola» che in greco si dice «martirìa». La riflessione del parroco, don Nevio Massi, parte proprio da questo concetto per arrivare a questa sua prima conclusione: «Se la Parola in Gesù si fa carne a Natale, a Pasqua si fa crocifissa. I martiri sono testimoni di Gesù proprio con la parola unita al sacrificio. La parola infatti passa per la sofferenza prima di arrivare alle anime e portarle alla conversione». L’effetto della forza della Parola che questa assume quando viene proclamata da chi è attraversato dalla sofferenza viene sottolinenato da don Nevio attraverso due brani del Vangelo che hanno Gesù come protagonista.Il primo si riferisce alla sua prima catechesi alla sinagoga, quando gli fu dato il rotolo del libro del profeta Isaia dove si parlava di Lui e della venuta del Messia e dove la reazione dei presenti al commento che fece: «Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi» (Lc. 4,21), fu quella di essere «pieni di sdegno» e di cacciare Gesù da quel luogo. Dimostrazione, questa, che Gesù non raggiunge il suo scopo.L’altro episodio è quello che si riferisce all’incontro con i discepoli di Emmaus i quali tristi ritornavano a casa dopo averlo visto morire in croce, pensando che ormai tutto era finito e come invece sentendo parlare questo forestiero che gli si era avvicinato e che non riconoscono essere il Cristo -ma che lo riconosceranno nello spezzare del pane- capiscono perché «il loro cuore comincia ad ardere mentre spiega loro le scritture». Questa volta Gesù raggiunge il proprio scopo, questa volta è passato per la croce e la sofferenza che unite danno una forza tale da far maturare la Parola. L’invito del parroco ai catechisti, agli animatori, ai babbi, alle mamme è quello che la Parola passa attraverso la prova che quindi va letta, meditata, pregata e comunicata. Alessandro Boncompagni