Ascoltare la Parola di Dio, dedicare un tempo della nostra vita all’ascolto della sua Parola, staccandosi dalle mille voci e dalle tante parole, che tutto il giorno ci accompagnano, è possibile. L’apostolo Pietro, a Gesù che gli chiedeva se anche loro, i discepoli, volessero andarsene, rispose a nome di tutti: «Signore, da chi andremo, tu solo hai parole di vita eterna». La Parola di Dio è «lampada ai nostri passi», e se ascoltata e fatta entrare nel profondo del cuore e della mente adempie il suo compito primario: far conoscere ai figli l’amore del Padre. Con il battesimo diventiamo figli di Dio e, come il bambino ascoltando la voce della mamma e del babbo impara a relazionarsi e a vivere, così il cristiano vive la pienezza della propria vita e della propria storia se ascolta la Parola del Padre. La Parola di Dio è, infatti, come dice la lettera agli Ebrei, «viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore». I centri di ascolto rappresentano una realtà significativa nella nostra diocesi, e già da alcuni anni portano avanti l’esperienza dell’ascolto della Parola in piccoli gruppi. Il gruppo è costituito da persone che hanno il desiderio di ascoltare, approfondire e confrontarsi con la Bibbia; l’incontro può avvenire nelle case, come facevano le prime comunità cristiane, oppure in parrocchia o in qualsiasi altro luogo scelto secondo le esigenze pratiche. Il parroco è il responsabile dell’esperienza, ma molto spesso non è lui a guidare il centro di ascolto bensì l’animatore, generalmente un laico, che è inviato dal parroco a svolgere questo servizio. In questo anno e in continuità con il piano pastorale diocesano, che centra la sua attenzione sul battesimo e sulla sua riscoperta nella vita adulta, la traccia su cui si muoveranno i centri di ascolto è il Vangelo di Marco, detto anche il «vangelo del catecumeno». Il titolo del sussidio Chiamati a seguire Gesù ci ricorda che, come battezzati, siamo chiamati a metterci alla sequela di Gesù, così come hanno fatto gli apostoli pur con tutti i loro limiti. Quindi lo scopo è di portare la Parola vicino ad ogni uomo, in qualsiasi situazione di vita si trovi, affinché attraverso di essa l’uomo di oggi ritrovi la sua natura di figlio di Dio e scopra che Dio gli è vicino e si fa compagno di viaggio nella vita Il sussidio preparato dalla diocesi per questo anno pastorale sul Vangelo di Marco è composto da quindici schede, che si presentano come traccia di riflessione e di approfondimento, e che indicano lo svolgersi dell’incontro. Il primo momento è la lode, il ringraziamento, la supplica attraverso un salmo che introduce e aiuta a fare spazio all’ascolto, ad entrare nell’ottica del silenzio per fermarsi di fronte all’incontro con la Parola di Dio. Segue la lettura di un passo del Vangelo, che sempre ci trova in un momento diverso della nostra vita per cui anche quel passo che forse abbiamo ascoltato tante volte, ci potrà trovare nuovi. Poi una breve riflessione e un approfondimento aiutano a meglio interiorizzare il passo ascoltato. Quindi nelle schede sono riportate tre tracce di riflessione che hanno lo scopo di aiutare chi ha ascoltato, a confrontarsi con la Parola. Lo scopo di tutto questo non è quello di dare risposte esatte, ma è che ciascuno faccia risuonare in maniera diversa e del tutto personale ciò che ha ascoltato. La successiva e libera condivisione dei pensieri suscitati metterà in comunione le persone riunite e sarà sorprendente vedere e sperimentare come intorno alla Parola di Dio si crea una forte comunione spirituale. La conclusione dell’incontro sarà affidata a una semplice preghiera. L’animatore dunque chi è e che ruolo ha in tutto questo? Per aiutare coloro che sono chiamati a questo servizio, l’ufficio catechistico diocesano ha organizzato un breve ciclo di tre incontri che si sono svolti a San Leo ad ottobre: il primo sul Vangelo di Marco, (con Silvana Alunno), il secondo sul sussidio diocesano Chiamati a seguire Gesù (con don Giovanni de Robertis) e il terzo su come si anima un centro di ascolto (con il diacono Umberto Valiani). Il corso ha riscosso molto interesse anche perché molti dei partecipanti hanno già vissuto l’esperienza di animatore negli anni scorsi. Inoltre i temi trattati ed il condividere le esperienze ha fatto nascere il desiderio di rivedersi in primavera per potersi raccontare e condividere l’esperienza che si accingono a vivere. Fare il servizio dell’animatore non è un compito facile. Occorre un grande spirito di servizio, perché l’animatore è colui che aiuta i partecipanti a trovarsi a loro agio, fa sì che tutti abbiano spazio e tempo per esprimersi, aiuta chi può trovarsi in difficoltà, ma soprattutto testimonia con umiltà e spirito di servizio che è la Parola che porta avanti il centro di ascolto, perché nella Parola di Dio si rivela il suo Spirito che è capace di fare nuove tutte le cose. di Isa Cini