Vita Chiesa
La parola ai giovani: «Io ci vado perché…»
In molti infatti ci chiedono informazioni sul perchè un ragazzo di vent’anni dovrebbe preferire un’ esperienza del genere e magari non pensare di fare una bella vacanza nelle spiagge della riviera romagnola, nelle isole spagnole o greche. La risposta varia da persona a persona, ne sono certo; per quanto mi riguarda io rispondo che ho fatto questa scelta per una crescita. Attenzione bene però perche la mia non sarà solamente una crescita materiale ma più che altro una crescita spirituale. Sono quasi sicuro che il risultato sarà questo; ho già vissuto altre esperienze di questo genere (Colonia e Loreto) e il risultato è stato molto positivo.
Il vivere due settimane in compagnia di altre migliaia di giovani provenienti da ogni angolo del globo, tutte per il solito motivo, tutte per il solito credo è qualcosa di spettacolare; l’esempio reale su come tutti noi siamo figli di Dio e su come la convivenza tra di noi sia una cosa normalissima se ci troviamo tutti sotto lo sguardo attento dello Spirito Santo.
Oltre a tutto ciò le motivazioni per la partenza, in questo caso, è inutile negarlo, si sono moltiplicate vista la destinazione del nostro viaggio, una terra affascinante come l’Australia e una città così moderna e cosmopolita come Sydney.
Altro motivo che mi ha fatto capire che la scelta che io e altri tre ragazzi della piccola parrocchia a cui appartengo è stata assolutamente giusta è il fatto che molti dei nostri parrocchiani ci sono stati vicini in ogni modo, sia spirituale sia economico, e ci hanno praticamente nominato rappresentanti di tutta la nostra comunità di fronte al Santo Padre. Si tratta di un grande motivo di orgoglio personale. Nel mio caso mi sento di dire che la Giornata mondiale della Gioventù che mi appresto a vivere sarà da me utilizzata come sostegno alla mia fede, che ha sempre bisogno di essere alimentata in qualche modo.
Il consiglio che do è quello di cercare di provare almeno una volta le emozioni che solo le Gmg sanno dare, anche ragazzi che hanno magari perso la fiducia verso il Signore dovrebbero provare questa esperienza perchè sono sicuro che le Gmg non tolgono assolutamente nulla ma danno invece tantissimo, tutto sta nel saperle vivere realmente con lo spirito appropriato.
È questo comandamento nuovo che ci deve alimentare tutti i giorni e da cui non possiamo allontanarci, la Gmg è una scuola di vita perchè, come ci ricordò a Roma Giovanni Paolo II, «Roma (e il mondo) ha sentito questo chiasso e non lo dimenticherà mai!»
E così ti scopri capace di scegliere e di farlo non perché sia di moda o perché «così fa l’amico del cuore», ma perché ti rendi conto che hai ancora tanta strada da percorrere.
Spesso non si pensa al fatto che possa esserci un bivio, immagino che sia questo a rendere la vita più interessante! Il fatto di essere delle persone aperte, pronte ad accogliere nuovi amici, a cambiare idea, a non avere paura degli imprevisti. E allora perché non prendere la proposta al volo? Perché non partire?
La Gmg, l’incontro mondiale per eccellenza! Non è facile spiegare cosa si può provare quando ti trovi catapultato in una realtà simile è bizzarro come ci si possa sentire così vicini pur provenendo da luoghi così lontani. Forse l’unica spiegazione sta in una parola semplicissima: la preghiera. È strano come qualcosa di così solitario, di intimo, ti possa far sentire così in compagnia, in comunità. E avendo partecipato alla passata Gmg a Colonia non sognavo altro che tornare a rivivere quella sensazione di pienezza, di soddisfazione, di appagamento, di pura felicità. Dice bene l’inno di questo anno: «Receive the Power». Ricevi il potere. L’unico potere che permette di andare avanti, proprio quello che ancora gli uomini «più potenti al mondo» devono trovare, quella Forza che proviene dall’alto, ma che, al tempo stesso, viene fuori da noi stessi, da ognuno di noi.
Quante mani staranno alzate al cielo, quanti occhi si chiuderanno, quanti cuori urleranno in silenzio il Suo nome quanti ragazzi coloreranno le strade della delicata Australia. Siamo noi i colori della Sua tavolozza, siamo noi che a caratteri cubitali scriveremo: «Ti seguiremo fino ai confini del mondo».
Ignorante d’ogni cosa sentii però che l’idea era allettante ed al solo pensiero mi veniva naturale sorridere, tanto più che l’Australia aveva sempre suscitato in me curiosità. Ogni occasione lasciata è persa. La conoscenza umana e spirituale di sè, un viaggio verso il continente che più ti attira, vedere nuovi volti e confrontare le tue idee coi pensieri altrui… Cosa potrebbe volere di più un’adolescente di un’esperienza così?