Italia

La nuova primavera dell’Azione Cattolica

DI NICOLA SANGIACOMOOggi c’è bisogno di cristiani laici di straordinaria normalità: nient’altro che cristiani, niente meno che santi» con queste parole di monsignor Lambiasi si può efficacemente sintetizzare il significato degli impegni che sono emersi dall’XI assemblea nazionale dell’Azione Cattolica. L’assemblea del rinnovamento, il primo dallo Statuto post conciliare del 1969, l’assemblea della commozione, seguita all’incontro toccante con il Papa (che ha detto: «La Chiesa non può fare a meno dell’Azione Cattolica»), l’assemblea della speranza cristiana («Un’Ac così bella come la desideriamo possiamo solo attenderla da Dio» ha detto la presidente Paola Bignardi). Quattro giorni per comprendere nei fatti che la crisi dell’associazione di laici più numerosa in Italia è probabilmente alle spalle: lo hanno toccato con mano gli oltre mille partecipanti provenienti da tutta Italia che, oltre a delineare insieme le linee per i prossimi tre anni, hanno eletto il nuovo consiglio nazionale dell’associazione.Un’associazione che forse non fa notizia, ma che è profondamente nel cuore della Chiesa come hanno dimostrato le parole dirette, impegnative, affettuosissime del Papa e quelle molto significative di tanti Vescovi intervenuti, primo tra tutti il cardinale Ruini, presidente della Cei. Un’associazione che si sente perfettamente rappresentata dalla prima presidente donna della sua storia, Paola Bignardi, che ha descritto così al Papa gli impegni dell’Azione Cattolica: «vorremmo essere apostoli della fede feriale, testimoni di una santità che sa dare gusto alle cose di tutti i giorni, di una santità che sa dire la bellezza della vita».

Rinnovamento, una delle parole più citate della quattro giorni romana, è il nome di un fenomeno che in larga parte, almeno nei volti dei responsabili, è già avvenuto: lo testimoniano i tanti presidenti diocesani non ancora quarantenni che sono stati protagonisti dell’assemblea. Una questione non solo di età ma anche di esperienza ecclesiale: sono i laici cresciuti nella Chiesa del dopo Concilio, che hanno conosciuto solo l’Azione Cattolica di Bachelet e che hanno maturato la loro scelta associativa nella stagione più critica. Sono anche quelli che hanno creduto con fiducia alla nuova stagione dell’Azione Cattolica e ai quali è sembrato di cominciare a viverla davvero in questi giorni romani, «con lo sguardo fisso su Gesù», come suggeriva il tema guida dell’assemblea.

Per l’Ac sono stati giorni di festa, ma non solo. Lo ha ricordato a più riprese la presidente nazionale: «È un momento di grande riflessione e di grandi impegni da prendere»; si è cominciato approvando alcune significative modifiche allo statuto nazionale e progettando un anno straordinario di riflessione per accelerare il rinnovamento atteso da tutta la Chiesa. L’assemblea si è conclusa infatti con l’approvazione di una mozione, presentata da oltre 100 presidenti diocesani, che prevede la convocazione di un’assemblea straordinaria entro un anno. L’assemblea ha, infine, proposto ai quasi 400.000 aderenti, diffusi in Italia in 219 diocesi e 7283 parrocchie, un impegno personale alla conversione e uno alla preghiera domenicale, perché l’Ac «possa essere per la Chiesa quel dono che la Chiesa si attende».

Il livornese Andrea Chesi entra in Consiglio nazionaleErano tutte rappresentate le diciassette diocesi toscane all’XI assemblea nazionale dell’Azione Cattolica: ottanta delegati provenienti dalla regione hanno partecipato ai lavori di un’assemblea che, probabilmente, entrerà nella storia della più grande associazione laicale italiana come quella della «nuova primavera», come l’ha voluta definire l’assistente generale monsignor Francesco Lambiasi.Uno di questi delegati, il venticinquenne livornese Andrea Chesi, è stato eletto nel Consiglio nazionale. Chesi, che ricopre la carica di vicepresidente per i giovani della diocesi di Livorno dal 1998, è stato il secondo più votato nella lista di settore; si aggiunge così agli altri due toscani che già facevano parte di diritto del consiglio nazionale dell’Ac: Enzo Cacioli di Fiesole, come delegato regionale, e Franco Sarti di Lucca in quanto segretario nazionale del Movimento lavoratori di Ac.«È stata l’assemblea del rinnovamento, – ha detto Enzo Cacioli – un rinnovamento che è già avvenuto nelle persone, come si è potuto toccare con mano in questi giorni di assemblea, e che comincia a tradursi anche nelle strutture».E’ stata anche l’assemblea della piena sintonia con l’episcopato, come era stato chiaramente anticipato dalla lettera che il Consiglio Permanente della Cei aveva inviato alla Presidenza dell’Ac, pochi giorni prima; una vicinanza che si è tradotta concretamente nella presenza di molti vescovi: tra questi anche alcuni toscani come monsignor Simoni di Prato, monsignor Meini di Pitigliano e monsignor Coletti di Livorno.È stata anche l’assemblea del grande successo personale della presidente Paola Bignardi, che quasi certamente sarà riconfermata nell’incarico: una stima che si è tradotta nei 672 voti raccolti, nei lunghi minuti di applausi che hanno sottolineato i suoi interventi e in quel tenerissimo gesto che il Papa ha voluto riservarle («la carezza del Santo Padre all’Ac», come l’ha definita lei stessa). Una stima che è stata apertamente dichiarata da molti delegati, tra cui il presidente diocesano di Firenze, Francesco Michelazzo, che ha definito Paola Bignardi «un’autentica benedizione per tutti noi». Altri servizi:Intervista alla presidente Paola BignardiLa Lettera dei vescovi italiani (10-04-2002)L’incontro con il Papa