Italia
La nuova primavera dell’Azione Cattolica

Rinnovamento, una delle parole più citate della quattro giorni romana, è il nome di un fenomeno che in larga parte, almeno nei volti dei responsabili, è già avvenuto: lo testimoniano i tanti presidenti diocesani non ancora quarantenni che sono stati protagonisti dell’assemblea. Una questione non solo di età ma anche di esperienza ecclesiale: sono i laici cresciuti nella Chiesa del dopo Concilio, che hanno conosciuto solo l’Azione Cattolica di Bachelet e che hanno maturato la loro scelta associativa nella stagione più critica. Sono anche quelli che hanno creduto con fiducia alla nuova stagione dell’Azione Cattolica e ai quali è sembrato di cominciare a viverla davvero in questi giorni romani, «con lo sguardo fisso su Gesù», come suggeriva il tema guida dell’assemblea.
Per l’Ac sono stati giorni di festa, ma non solo. Lo ha ricordato a più riprese la presidente nazionale: «È un momento di grande riflessione e di grandi impegni da prendere»; si è cominciato approvando alcune significative modifiche allo statuto nazionale e progettando un anno straordinario di riflessione per accelerare il rinnovamento atteso da tutta la Chiesa. L’assemblea si è conclusa infatti con l’approvazione di una mozione, presentata da oltre 100 presidenti diocesani, che prevede la convocazione di un’assemblea straordinaria entro un anno. L’assemblea ha, infine, proposto ai quasi 400.000 aderenti, diffusi in Italia in 219 diocesi e 7283 parrocchie, un impegno personale alla conversione e uno alla preghiera domenicale, perché l’Ac «possa essere per la Chiesa quel dono che la Chiesa si attende».