Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La nuova Curia nel segno dell’accoglienza e del dialogo.

Un nuovo volto per la Curia vescovile ad Arezzo. Su impulso dell’arcivescovo Riccardo Fontana, il «motore» della diocesi si è trasformato e trasferito. La sede non è più al piano terra del Palazzo vescovile, ma al primo piano dello stesso stabile che è stato completamente ristrutturato.Il cambiamento è legato a più fattori. In primo luogo, Fontana ha chiesto fin dall’inizio del suo episcopato che i suoi collaboratori potessero essere a stretto contatto con lui. Da qui la scelta di collocare la Curia nel primo piano dell’Episcopio che – seppur distinto dall’abitazione del presule per ragioni di sicurezza e opportunità – è collegato con l’appartamento vescovile e la sua segreteria personale che restano al secondo piano. L’altra ragione è la decisione presa dall’arcivescovo – e già annunciata alla stampa con un’ampia intervista – si realizzare nell’ala sinistra del Palazzo vescovile il nuovo Museo diocesano che includerà anche gli spazi che fino ad ora erano propri della Cancelleria.L’ingresso della nuova Curia che è stata allestita nel segno dell’accoglienza e del dialogo resta sempre il grande portone sulla sinistra dell’Episcopio in piazza Duomo. Soltanto che adesso è necessario salire le scale sulla destra che portano al primo piano. Sul pianerottolo si trovano due porte: con una si accede all’ufficio del pro-vicario, monsignor Pietro Bernini; con l’altra si entra nella vera e propria Curia. Lungo il tratto iniziale del corridoio si incontrano i primi due uffici: a destra c’è quello del cancelliere, don Luigi Buracchi, che ha le finestre in piazza Duomo; quello di sinistra, invece, accoglierà il moderatore di Curia, monsignor Vittorio Gepponi, che ha le finestre sul giardino interno del Palazzo vescovile. Poco più avanti, è stata allestita una confortevole sala d’attesa che, come accadeva nella precedente Curia, serve a coloro che aspettano di essere ricevuti. Nel solco della tradizione, la saletta ospita una bacheca e un tavolo con informazioni e materiale relativo alle iniziative pastorali della diocesi e a proposte della Chiesa italiana e universale. La sala sarà dotata a breve di alcune poltroncine. E qui si affaccia l’ufficio del vicario generale, monsignor Giovacchino Dallara, dalle cui finestre si vede la Cattedrale. In un angolo della sala, dentro una porta, è stato ricollocato il casellario in cui viene lasciato il materiale per i singoli Uffici pastorali della diocesi.Imboccato un altro segmento di corridoio si raggiunge la stanza della segreteria generale in cui si trovano Giulia Vitiello e Rosanna Bianchetti. Accanto al loro ufficio è collocato quello della tesoreria della Curia e della Caritas diocesana con Tiziana Lanini.Proseguendo nel corridoio si arriva alla sala per le riunioni di Curia che conta trenta posti a sedere. Sulla sala ci sono le porte per entrare in una stanza di lavoro e in un’altra stanza che verrà utilizzate in base alle esigenze.La ristrutturazione del primo piano è avvenuta in poche settimane. I colori scelti per le pareti sono il verde acqua e il celeste chiaro con la parte bassa in ocra. Le porte originali del Palazzo sono state ridisegnate da artigiani specializzati.Non cambia, invece, il secondo piano dell’Episcopio dove si trova l’appartamento privato dell’arcivescovo con il suo studio personale e quello per ricevere gli ospiti. Sempre al secondo piano restano la segreteria personale del presule con don Carlo Premoli e l’ufficio dell’assistente personale dell’arcivescovo, Fabrizio Barbieri.La condotta della Curia è stata delineata dal Fontana nella sua prima lettera pastorale dal titolo La Chiesa di San Donato pubblicata lo scorso settembre. «Gli uffici della diocesi – scrive l’arcivescovo – non hanno vocazione burocratica: nella semplicità che si addice allo stile di famiglia, chi arriva dal vescovo o da uno dei suoi collaboratori deve potersi aspettare di essere comunque accolto e aiutato». Poi aggiunge: «Lavorare insieme col vescovo per la diocesi è condividere innanzitutto la dimensione spirituale che appartiene al suo servizio nella Chiesa. Occorre che le persone che accettano di servire in diocesi brillino per competenza e umiltà con la ferma convinzione che non gestiscono un potere ma sono i collaboratori di Cristo».