Prato

La nostra Chiesa ha rinnovato la fedeltà a Pietro

di Gianni RossiPiù di seicento persone hanno partecipato sabato 16 ottobre al pellegrinaggio a Roma per il 350° della Diocesi.Molti erano i gruppi organizzati, provenienti da ventuno parrocchie; trenta i sacerdoti che hanno concelebrato con il Vescovo Simoni. Un grande evento di Chiesa che ha segnato uno dei momenti culminanti delle celebrazioni anniversarie, a cui si aggiungeva la memoria del 50° dell’arrivo del primo vescovo residenziale nella persona di mons. Pietro Fiordelli. La data del pellegrinaggio non era stata scelta a caso: il 16 ottobre è infatti l’anniversario dell’elezione al soglio pontificio di Giovanni Paolo II: sono passati ventisei anni da quel giorno d’autunno del 1978 quando il card. Karol Wojtyla si affacciò per la prima volta dalla Loggia delle benedizioni di S. Pietro. La messa, celebrata all’altare della cattedra sotto la Gloria del Bernini, è stata offerta per il Pontefice. Per la sua persona e il suo ministero si è pregato anche al momento delle intenzioni dei fedeli. A lui, «intrepido e coraggioso», il vescovo Simoni ha rivolto un saluto di filiale affetto all’inizio della celebrazione.Accanto a mons. Simoni c’erano il provicario generale mons. Nedo Mannucci e il pratese mons. Brunero Gherardini, canonico della basilica vaticana. «Il nostro – ha esordito il Vescovo nell’omelia – è un viaggio alle radici della fede. Dopo il pellegrinaggio in Terrasanta, ora siamo qui alla sede di Pietro. Gerusalemme e Roma: la nostra esperienza cristiana ha come riferimenti questi due punti cardinali». Nell’imponente abside della basilica, tra il baldacchino del Bernini – alle spalle dei pratesi – e la splendida scenografia barocca della Cattedra, sono risuonate le parole di Gesù a Pietro proposte dalla «Missa Pro Pontifice», quelle stesse scritte lungo tutta la sommità delle pareti della basilica vaticana: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa».«Siamo qui – ha spiegato il Vescovo – per attingere dalla nostre radici un nuovo incoraggiamento per tre impegni: rinnovare la nostra fede, rinnovare la nostra vita in senso missionario, ribadire la nostra comunione con Pietro». Per mons. Simoni «non c’è nella Chiesa vero progresso né autentica conservazione se non nella fedeltà al Magistero del Papa».Per la Chiesa di Prato è stata invocato un risveglio della fede cristiana e un nuovo slancio nell’annuncio, tra i pratesi e tra coloro che sono venuti da terre lontane in cerca di migliori condizioni di vita: «Non ci possiamo rassegnare – ha soggiunto mons. Simoni – ad essere pochi. Tutti dobbiamo farci un esame di coscienza, avendo davanti a noi la testimonianza di Giovanni Paolo II, che nemmeno la malattia ha potuto fiaccare nell’entusiasmo e nel coraggio di portare il Vangelo in ogni ambiente della vita».Da registrare che la Diocesi pratese ha offerto al Santo Padre la medaglia d’argento del 350°, realizzata su disegno dell’artista pratese Chiara Pasquetti, in un cofanetto appositamente realizzato.Nel pomeriggio molti gruppi si sono spostati al santuario della Madonna del Divino Amore, a sud della città, lungo la via Ardeatina. Qui il Vescovo nella bella chiesa nuova, ricca di vetrate, ha guidato la recita del Rosario, chiedendo alla Vergine di intercedere per la nostra Chiesa diocesana, le sue parrocchie, i sacerdoti e nuove vocazioni al sacerdozio e di speciale consacrazione.