Italia
La nostra «Carta» parla toscano
Nelle elezioni per l’assemblea costituente, il Pci raccoglie il 33,6 dei suffragi, la Dc il 28,2, il Psiup-Psi il 21,9, il Pri il 5,6, il Fonte dell’uomo qualunque il 4,2. Seguono il Partito d’azione (1,6) e i cristiano sociali (1,1). Il Pci sarà rappresentato da 14 costituenti, la Dc da 13, il Psiup-Psi da 10, gli azionisti da 2 e 1 il Pri. Da notare che il Psiup-Psi subirà poi una scissione, dalla quale nasce il Psdi, mentre il Partito d’azione si scioglierà e i suoi rappresentanti confluiranno in diversi partiti.
La Dc è fra tutti i partiti operanti in Toscana quello che maggiormente riveste un ruolo nazionale, non solo per le dimensioni nazionali preminenti e per l’essere costantemente partito di governo, ma perché è il solo a esprimere personalità di livello nazionale: Giovanni Gronchi, leader della sinistra originaria del partito, dal 1948 presidente della Camera e dal 1955 presidente della Repubblica; Amintore Fanfani, più volte ministro, poi segretario nazionale dc dal 1954 al 1959, presidente del consiglio nel 1958; Adone Zoli, ministro di Grazia e Giustizia, presidente del partito e presidente del consiglio dal 1957 al 1958; Giorgio La Pira, sottosegretario al lavoro nel 1948, poi sindaco di Firenze, uno degli uomini politici italiani più attenti a problemi della pace; Attilio Piccioni, segretario politico della Dc, poi vicepresidente del consiglio nel 1948 e ministro degli esteri nel ’54. Altri due costituenti eletti in Toscana diverranno in seguito presidenti della Repubblica: Giuseppe Saragat e Sandro Pertini.
Più ancora che per le cariche istituzionali, il ruolo degli esponenti maggiori è contraddistinto per la spiccata spinta innovativa data alla linea politica della Dc verso il centrosinistra. Fanfani e La Pira fanno parte da subito della Commissione per la Costituzione, cui spetta il compito di redigere il testo da sottoporre poi all’assemblea. Si deve a Fanfani, fra l’altro, la formula sintetica della Repubblica democratica. La Pira partecipa attivamente alla prima sottocommissione che si occupa dei diritti dell’uomo, delle libertà civili e religiose, del lavoro.
Nasce così, in una serena domenica di giugno, l’assemblea costituente che darà all’Italia la Costituzione che per sessant’anni ha garantito la vita e lo sviluppo del nostro paese. Certo, come sempre accade nel corso della storia, speranze tenacemente nutrite e aspirazioni gelosamente custodite possono essersi realizzate solo in piccola parte. Da qui la necessità, per tutti, di ascoltare le voci del passato, per meglio intendere il profondo significato della nascita della Costituzione, svoltasi in modi civili e nel pieno rispetto di tutti.
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