Domenica 11 luglio, con la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Riccardo Fontana nella Cattedrale di Cortona, è calato il sipario sulla settima edizione del Festival di Musica Sacra, che ogni anno cresce di livello e si rivela prodotto di ricerca appassionata e di rara competenza artistica e culturale. A padre Daniele Bertaccini, principale animatore della manifestazione curata dall’associazione «Cortona cristiana», abbiamo chiesto qualche impressione. «Voglio comunicare la gioia di questi giorni», ha affermato padre Bertaccini. «Il Festival ha davvero entusiasmato gli animi e sorpreso tutti per la grande qualità e raffinatezza degli eventi vissuti: un’occasione straordinaria per educare lo spirito al bello e alla verità».Quali sono stati gli eventi più significativi?«Ogni evento ha rappresentato una pietra indispensabile nel mosaico del Festival ma credo che resterà indimenticabile la sacra rappresentazione di martedì 6 luglio nella chiesa di San Domenico, che ha suscitato grande emozione fra i presenti. Per questo è nata la sacra rappresentazione, per commuovere il cuore indurito dell’uomo: “Piange, piange Maria, povera donna…” e noi abbiamo pianto con lei, trascinati dal suo amore per noi. Dobbiamo riconoscere l’alta professionalità del gruppo de “La Macina” e di Gastone Petrucci, musicologo e antropologo, che da quarant’anni con Allì Caracciolo ricerca dentro la tradizione orale delle Marche la profonda “pietas” di un popolo che ha chiaramente le radici della sua storia nell’esperienza cristiana quotidiana. Né possiamo dimenticare un’altra novità anche se di genere differente, un coro e un’orchestra venuti dall’Inghilterra: cinquanta giovani dai 13 ai 18 anni, la “Scuola di Bedales” in tournée in Italia, animati dal direttore Nicholas Gleed, che hanno espresso il meglio del loro repertorio mercoledì 7 luglio sempre nella chiesa di San Domenico. Un esempio di come è possibile creare in una scuola secondaria un’animazione musicale che forma i giovani non ai soliti interessi imperanti, ma a gustare il bello e il buono e ad accettare qualche sacrificio per ottenerlo».Il maestro Nicholas Gleed ha fatto anche un dono speciale. «Sì, ha adottato il progetto di “Cortona cristiana” per la scuola “Magnificat” di Gerusalemme. Il ricavato dei concerti che farà quest’anno sarà in favore proprio di questa iniziativa. Come ha detto l’assessore Luca Pacchini, presente al concerto, Cortona si fa conoscere nel mondo per la sua ricca storia e la sua tradizione culturale e spirituale».E il concerto d’organo del maestro Ciuffa a Santa Margherita?«Una grande esecuzione la sua, con passaggi prolungati di virtuosismi alla pedaliera da lasciare a bocca aperta. Il commento musicale al salmo 94 ha raggiunto punti di rara efficacia: “Fino a quando, Signore, i malvagi trionferanno?” recita all’inizio, poi la riflessione: “Il Signore conosce i pensieri dell’uomo: non sono che un soffio” e conclude con realismo: “Li annienterà per la loro perfidia, li annienterà il Signore nostro Dio”, dove “annientare” esprime una semplice constatazione: il destino della malvagità è il niente. La seconda parte del programma è stata tutta francescana con le composizioni di Marco Enrico Bossi ispirate a episodi della vita di san Francesco e ai suoi scritti. Il finale, un potentissimo “Salve Regina” a Colei che come madre ci guida alla gioia in questa valle di lacrime».Splendida la settima serata all’eremo delle Celle con l’oratorio «Panis angelicus».«Eccezionale la partecipazione di tanti amici. La discesa che inizia dal portone d’ingresso dell’eremo era gremita di un pubblico di persone attento e partecipe. Una vera festa per tanti, per tutta la città di Cortona. Era presente anche il vescovo Luciano Giovanetti. Oltre agli ospiti di onore, abbiamo avuto la gradita sorpresa della presenza dell’assessore alla cultura della Provincia di Arezzo, Rita Mezzetti, che quest’anno ci ha aiutato molto per l’organizzazione del Festival. Nell’incanto delle Celle illuminate dai fari e dalle voci dei nostri artisti, abbiamo vissuto un piccolo sogno. Marcello e il suo coro “Fideles et Amati” hanno toccato le corde giuste del nostro cuore e ci hanno sfamato con il “Pane della vita”, pane degli angeli, cibo per ogni fame dell’uomo. Uno straordinario Pino Colizzi, con una vibrante recitazione, ha poi dato “voce” alla Parola.Quindi la «Notte sacra».«Per quanto mi risulta, in Italia è l’unica esperienza di questo genere: una notte scandita dal ritmo della liturgia, della musica, del canto e della recitazione. È arrivato il Coro della diocesi di Roma con l’impareggiabile monsignor Marco Frisina, direttore artistico del nostro Festival, con il vescovo Rodolfo Cetoloni, delegato della Conferenza Episcopale Toscana per la Terra Santa, fondatore con monsignor Giovanetti e padre Ibrahim Faltas dell’associazione “Giovanni Paolo II”, che anche noi sosteniamo. Nella chiesa di San Domenico abbiamo ascoltato le colonne sonore dei grandi film televisivi sulla Bibbia, musicati da Marco Frisina che gli sono valse la conquista di numerosi premi insieme alla solista Paola Cecchi vincitrice del premio come migliore interprete. Era presente anche il sindaco di Cortona Andrea Vignini che ringraziamo per il sostegno che fin dall’inizio ha dato al nostro Festival. Abbiamo vissuto davvero momenti di vera letizia, nel cuore della notte e nel cuore della città, con l’Ufficio delle Letture insieme alle monache clarisse e cistercensi, fino al nostro ritorno all’eremo delle Celle, alle cinque del mattino, per salutare l’alba. Poi le preghiere di san Francesco recitate dal grande Pino Colizzi. A conclusione dell’indimenticabile esperienza, la celebrazione eucaristica insieme all’arcivescovo Riccardo Fontana, con i canti del Coro della diocesi di Roma, nella Cattedrale di Cortona». di Benito Chiarabolli