Cultura & Società
Sant’Anna di Stazzema, mostra sui bambini superstiti
Può essere visitata fino a questa domenica 25 agosto, tutti i giorni dalle 9 alle 20. L’ingresso è libero
Un’esposizione dedicata ai bambini sopravvissuti a Sant’Anna di Stazzema. Una mostra tecnologica fatta di video su schermi touch, immagini fotografiche e interviste toccanti. Il progetto è stato realizzato nell’ambito di una collaborazione didattica tra studi letterari ed etnologici dell’Università pubblica di Costanza, nel Baden-Württemberg in Germania. È stata inaugurata l’11 agosto e potrà essere visitata alla Fabbrica dei diritti di Sant’Anna di Stazzema, dove è stata allestita dagli stessi studenti, fino a questa domenica 25 agosto, tutti i giorni dalle 9 alle 20. L’ingresso è libero e l’esposizione è stata realizzata in collaborazione con il Parco nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema.
Come si può raccontare un massacro, la sopravvivenza e la vita dopo la strage nazi-fascista? In che modo ricordano i sopravvissuti, i loro figli e i nipoti? Come parlano i rappresentanti delle istituzioni giuridiche e politiche, gli attori della società civile, i giornalisti e gli operatori culturali di vicende che sono state trascurate per decenni? A queste e altre domande è dedicata la mostra multimediale “Raccontare la sopravvivenza”. È dedicata ai bambini sopravvissuti di Sant’Anna di Stazzema. I loro racconti e la loro vita possono essere visti in video, suoni, immagini e testi. L’esposizione è stata guidata da riflessioni sul ruolo del tempo, della giustizia e di come gestiscono oggi i superstiti la loro vita con il passato. La mostra verrà esposta anche a Stoccarda dal 20 novembre al 7 dicembre.
Panoramica della mostra
Il progetto espositivo è composto da dieci focali tematiche. All’ingresso, una video-installazione permette ai visitatori di immergersi nei vari sentieri che portano a Sant’Anna e di scoprire che anche i sentieri possono testimoniare. Nella sala riunioni “Europa”, al primo piano, viene analizzato il modo in cui la memoria è legata alle pratiche quotidiane, agli oggetti e ai luoghi. Le due sopravvissute Siria e Adele Pardini sono al centro di questo spazio, ma viene presentato anche Enrico Pieri e il patrimonio che ci ha lasciato. Si affronta anche la questione dei luoghi abbandonati, della preservazione e del rinnovamento.
Nel corso della visita, i visitatori incontrano anche Mario Marsili e la sua testimonianza. Viene trattato anche l’approccio artistico nelle sue forme diverse. Schermi tattili interattivi forniscono approfondimenti su pratiche di archiviazione della memoria. Vengono presentati la collezione di documenti di Lidia Berretti e i canali di social media di Graziano Lazzeri. Sulla balaustra vengono presentate diverse iniziative translocali. Segue la sala dedicata ai luoghi della memoria e alla memoria pubblica: qui viene tematizzata anche la vita e l’impegno di Enio Mancini per la memoria.
Nell’ultima sala, Umberto Mancini, presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna presenta le prospettive sul lavoro di memoria in un contributo audio, integrato da un’installazione video. La presentazione di Giuseppe Cordoni è dedicato all’importanza della poesia per la memoria. Il ritorno al foyer è bloccato da (simboliche) pietre di inciampo con citazione del PM Marco de Paolis. Con i suoi striscioni, la scala cieca simboleggia la procedura incomprensibile e il fallimento del sistema giudiziario tedesco per la giustizia su Sant’Anna.
Il quadro sonoro permanentemente percepibile, che è stato registrato a Sant’Anna e nei dintorni, viene regolarmente sovrapposto con le melodie dell’organo della pace. Il quadro sonoro permanentemente percepibile, che è stato registrato a Sant’Anna e nei dintorni, viene regolarmente sovrapposto con le melodie dell’organo della pace. Infine, i visitatori sono invitati a lasciare le loro impressioni, i loro commenti e i loro messaggi personali su foglie di edera o a inviarli simbolicamente utilizzando le cartoline esposte.