Vita Chiesa

«La mia Gmg», i giovani raccontano

OCCASIONE UNICA E IRRIPETIBILEQuella di Colonia 2005 è stata la seconda Giornata mondiale della gioventù che ho avuto la fortuna di poter vivere. Mi rendo conto di quanto non sia giusto paragonare questa Gmg con quella di Toronto 2002 ma inevitabilmente, avendole vissute entrambe, mi viene da fare qualche confronto. Indubbiamente questa Gmg non è stata ben organizzata a livello nazionale, la Germania non ha saputo né organizzare, né gestire l’evento. Questo sia per quanto riguarda il programma delle giornate, sia per quanto riguarda la gestione dei partecipanti. Erano pochi i treni speciali aggiunti a quelli ordinari per il trasporto della massa di giovani provenienti da tutto il mondo, e questo causava ogni giorno il blocco, per sovraffollamento, delle stazioni metropolitane e ferroviarie. Anche alla Veglia al Marienfeld si è vista la disorganizzazione Tedesca. Non c’erano abbastanza posti per tutti i partecipanti e molti ragazzi sono stati costretti a dormire lungo le vie di fuga tra le varie zone. Devo riconoscere che se ci fosse stato un allarme attentato, ci saremmo schiacciati a vicenda; e ringrazio il Cielo che tutti siamo riusciti a tornare a casa sani e salvi. Comunque sia, le Giornate mondiali della gioventù, sono «un tempo di grazia, unico ed irripetibile, in cui lo Spirito parla a ciascuno di noi» (cfr. Giovanni Paolo II) per cui anche nella completa disorganizzazione dell’evento, ci sono state molte occasioni per arricchire la propria fede e crescere insieme. Il lato unico di questo eventi è quello di «costringere» a stare insieme persone provenienti da esperienze diverse mettendole di fronte ad un inevitabile confronto. Un confronto che porta sempre, se si apre il cuore allo Spirito, a rendere la nostra Fede più «genuina», più autentica e fatta di verità vissute in prima persona. «Diventare testimoni autentici del Vangelo di Cristo Signore», era questo l’invito del nostro compianto Papa ai suoi giovani, e le Gmg che lui inventò hanno davvero questo obiettivo. È bello confrontare la propria esperienza di Fede con quella degli altri ragazzi e ragazze della tua Diocesi e di tutto il mondo; apparteniamo alla stessa Chiesa Universale o Diocesana, ma ognuno proviene da esperienze personali e di parrocchia diverse e pertanto uniche. Bello è vedere come anche oggi, nel 2005, dove oramai si crede che il Vangelo non faccia più notizia e non sia più interessante per i giovani, quanto, invece, sia ancora vissuto e cercato da tanti milioni di giovani provenienti da tutto il mondo; che non si spostano, talvolta da un continente ad un altro, solo per vedere il Papa o per seguire un suo desiderio di vederci riuniti; ma si spostano per dire al mondo: Cristo è risorto dai morti, Cristo è il Figlio del Dio Vivente e chiama anche me! E con la mia presenza alla Gmg (ma in generale con la mia presenza nella Chiesa) rispondo alla chiamata di voler «aprire le porte a Cristo, Via Verità e Vita» (cfr. Giovanni Paolo II). Una risposta che però non finisce con la conclusione della Gmg, ma inizia in quel momento: quando si torna alle proprie case. «Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese» (Mt. 2,12), come i Magi anche noi dopo aver imparato ad adorare Gesù, vivo in mezzo a noi durante la Giornata Mondiale della Gioventù e nell’Eucaristia, torniamo a casa per un altra strada! La vecchia strada, quella della vecchia vita, la lasciamo; per seguire quelle parole che il Signore ha sussurrato ai cuori di ognuno di noi.Marco Billeri(diocesi di San Miniato) UNA PALESTRA PER FRATERNIZZARELa Gmg di Colonia è stata la mia prima Giornata Mondiale della Gioventù. Partendo da casa ero consapevole che sarebbe stata una settimana indimenticabile, ma la realtà dei fatti è andata ben oltre le mie previsioni. È stata davvero un’esperienza bellissima. Naturalmente non è stata una «vacanza»: ci sono stati infatti diversi inconvenienti a causa dell’organizzazione tedesca che non era delle migliori (gli autobus, tram, treni o metropolitane affollatissimi e la gestione discutibile), il cibo certe volte davvero immangiabile; ma nonostante tutto questo il ricordo che mi sono portata a casa è quella di una esperienza che arricchisce.

Io sono partita con il secondo pellegrinaggio della Diocesi, per intenderci quello dal 14 al 21 agosto e dopo un lungo viaggio siamo arrivati a Meckenheim, un paese nei pressi di Bonn dove saremmo stati ospitati per tutta la settimana fino al momento della Veglia con il Papa. Io e gli altri miei compagni di viaggio siamo stati alloggiati in una palestra e già da quel primo momento abbiamo iniziato a conoscerci, a fraternizzare e scherzare tra noi. I tedeschi erano «terribili»: ogni mattina alle sei accendevano le luci per svegliarci; ma questo, invece di farci arrabbiare, finiva per farci ridere e scherzare. Siamo poi entrati nel «vivo» della Gmg con la S. Messa di apertura che si è tenuta a Bonn nel pomeriggio del 16 agosto. È stato il mio primo impatto con la realtà che mi avrebbe accompagnato per tutta la settimana e che mi ha colpito tantissimo: è stato bellissimo vedere per le strade di Bonn tanti, tantissimi giovani di tantissimi paesi diversi; dall’America all’Asia, dal Sudamerica all’Australia; tutti festanti, con striscioni, bandiere, tutti pieni di una gioia di vivere incredibile tra canti e musiche. Che bello! Ho pensato che tutti questi giovani si erano radunati anche affrontando viaggi lunghissimi per vivere insieme un’esperienza di fede; «siamo venuti per adorarlo» diceva il motto della Gmg, ed effettivamente fa un certo effetto vedere tante persone di culture diversissime, condividere insieme una stessa esperienza. Questo mi ha fatto capire che le barriere possono essere abbattute, basta volerlo.

Un altro momento memorabile è stata la grande veglia col Papa sulla spianata di Marienfeld, uno spazio grandissimo sovrastato da una collinetta dove era stato allestito il palco di Benedetto XVI. Raggiungere il luogo è stata una vera impresa che ci ha costretto a una lunghissima marcia di circa tre ore (zaini in spalla!) perché le aree di parcheggio dei pulman erano discretamente distanti. In questa particolare occasione mi ha colpito la grande solidarietà nata tra noi «pellegrini»; nel nostro gruppo infatti c’era una ragazza disabile e tutti gli altri ragazzi hanno fatto a turno a spingere la carrozzina attraverso strade di campagna, viottoli e addirittura attraverso un grande prato quando siamo arrivati in vista di Marienfeld; il tutto in un clima di grande amicizia. Come ci ha esortato poi il Papa durante la veglia e poi la Messa, è necessario che noi giovani siamo testimoni in tutto il mondo e visto il clima che c’è stato tra tutti noi durante questa Gmg, non sembra poi un’impresa così difficile.Manuela C.(diocesi di San Miniato) NEI VOLTI LA GIOIA DELLA FEDEPer me questa è stata la prima Gmg e l’esperienza vissuta è stata molto forte e positiva. In particolare mi è sembrato importante l’incontro tra la vecchia Chiesa europea, molto spesso affetta da immobilismo, stanchezza, perdita di senso e la giovane Chiesa della Germania Est. Quest’ultima si trova a confrontarsi continuamente con altre fedi e con un ateismo dilagante, in un clima di libertà appena conquistata. Vedere giovani coetanei che scelgono di credere in Gesù e lo testimoniano con gioia ed entusiasmo, mi ha indotto a riflettere su come in Italia si danno per scontato molte libertà, che in altre parti del mondo solo ancora utopia oppure obiettivi da raggiungere. In tutti i tedeschi è chiaro il desiderio di rispondere alla chiamata dell’amato Papa Karol, che ancora una volta ci ha chiamato a vivere la ventesima Gmg per rendere gloria a Dio, per aprire gli occhi su realtà spesso sconosciute. Spero che una volta tornati a casa ognuno di noi possa farsi costruttore di pace e di comunione con tutti i popoli.Ilaria(diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro) HO RISCOPERTO NELLA FOLLA L’AMORE DI DIOPassata un po’ di stanchezza, rientrata al lavoro, ciò che mi porto dentro è una incontenibile pace. Ero partita per Colonia sulla scia delle ultime parole di Giovanni Paolo II: «Vi ho cercato, e ora siete venuti a me». Mi portavo dentro due questioni importanti e cercavo risposte; ho pregato per riceverle, ma non le ho avute, e ciò mi ha creato forti tensioni, fino a quando ho avuto «la» risposta. Mi sono tornate in mente le parole del Vangelo: «Se Gesù è con voi, chi sarà contro di voi? Quando vi interrogano, non preoccupatevi di prepararvi i discorsi, perché lo Spirito Santo parlerà per voi». Mi sono accorta che la mia preoccupazione derivava dal voler cercare io una risposta, e dal non saperla cercare. Come recita una bellissima preghiera, Gesù chiede all’uomo di abbandonarsi tra le Sue braccia come un bambino che dorme placido tra le braccia della madre; l’uomo obietta che questo è troppo facile, e che lui vuole agire, al che Gesù risponde: «Credi davvero che sia così facile abbandonarsi tra le mie braccia? Voi uomini vi agitate, vi rigirate, rischiate di cadere, mentre Io voglio solo portarvi all’altra riva, al di là del male, del dolore». Sicuramente ho ancora da elaborare tutti gli input ricevuti, ma la prima impressione che mi porto dietro da questa Gmg è la riscoperta dell’amore di Dio; sento, inoltre, il desiderio di seguire le indicazioni del Santo Padre che ci invita a essere più preparati per potere dare risposte a che non crede o è nel dubbio; a riscoprire la centralità della Comunione e della riconciliazione nell’unità della Chiesa intorno ai Vescovi; a fare esperienza pratica di accoglienza e servizio ai fratelli.Ornella(diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro) DAL SUDAMERICA ALLA GMG PASSANDO PER AREZZODurante il mio soggiorno in Italia, Dio mi ha colmato di tanti doni tra questi, quello di avermi dato l’opportunità di partecipare alla Gmg di Colonia. I giorni che ho vissuto a Dresda sono stati molto intensi. Qui ho sentito il calore familiare attraverso l’accoglienza della famiglia che mi ospitava e con gli altri ragazzi venuti con me da Arezzo abbiamo condiviso quei giorni come veri fratelli. Quando sentivo parlare della Germania e dei tedeschi il mio pensiero era quello dell’olocausto e vedevo in loro delle persone molto fredde e rigide. Ma mi sono sbagliata perché ho visto in loro delle persone belle e gentili, sempre pronte ad aiutarci per allietare il nostro soggiorno. La mia lingua madre è lo spagnolo, l’italiano lo capisco bene, l’inglese non lo parlo e il mio tedesco non esiste, ma nonostante ciò abbiamo comunicato molto bene attraverso l’unico linguaggio: quello dell’amore. Approfitto per ringraziare la diocesi di Arezzo e tutti gli italiani che mi hanno accolto come una di loro.Tania(diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro) CI SIAMO SENTITI FRATELLIIl ventesimo appuntamento della Giornata Mondiale della Gioventù che si è svolto a Colonia erano presenti quattromila toscani e da Arezzo cinquecento giovani. L’itinerario dei magi ha costituito l’impalcatura sulla quale si sono modellati i diversi itinerari del percorso. Abbiamo seguito con piacere e con gioia dal 16 al 21 agosto attraverso i mass media questo evento che rimarrà nella storia come una stella luminosa non solo per i giovani, ma per ogni uomo in ricerca del volto di Gesù. Dei cinquecento giovani provenienti da Arezzo ne abbiamo contattati alcuni appartenenti a diverse parrocchie: Santa Maria in Gradi, Pescaiola, Le Poggiola e Rigutino. Matteo afferma di essersi preparato alla Gmg dopo aver ricevuto il mandato del Vescovo in cattedrale ad Arezzo e poi di aver partecipato alle spiegazioni pratiche del pellegrinaggio. Giacomo, Enrico, Alessandro hanno fatto un cammino di preparazione partecipando alla Lectio Divina mensile tenuta dal vescovo nel duomo di Arezzo. Matteo ha vissuto impressioni molto forti come il sentirsi fratelli con persone mai conosciute. Eleonora spiega: «Mi ha colpito il clima di preghiera». Elena afferma di aver sperimentato «l’essere fratelli» proprio nella preghiera. Giacomo è rimasto colpito dal valore della fratellanza ed Enrico dall’ospitalità del popolo tedesco. Alessandro è rimasto sorpreso dal clima di gioia pura condivisa anche con le persone che non conosceva. «Come hai vissuto l’incontro con il Papa?», chiediamo. E Matteo risponde: «L’incontro con Benedetto XVI è stato molto forte. L’omelia nella spianata di Marienfeld mi ha segnato profondamente». Giacomo afferma che l’incontro con il Papa lo ha messo in contatto con Cristo. Enrico: «Abbiamo nutrito lo stesso affetto che abbiamo avuto con Giovanni Paolo II». Per Eleonora il discorso del Papa è stato efficace ed è riuscito ad entrare nel cuore dei giovani. Elena testimonia che l’incontro con il Papa è stato il tassello che mancava. «Ha spronato i giovani con parole dirette, forti, chiare e semplici». I valori che Matteo, Alessandro, Eleonora, Giacomo, Enrico ed Elena desiderano realizzare nella loro vita sono quelli del donare, della gratuità, della fratellanza, della condivisione con Gesù e della comunicazione.Lucia Zamboni(diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro) LA COMUNIONE DEI POPOLI FRA I FRATELLI DI DRESDANei giorni precedenti la mia partenza da Arezzo mi sono ritrovata molto spesso a pensare a come sarebbe stata l’esperienza della Gmg, cosa avremmo fatto, come ci avrebbe accolto la gente. Dopo venti interminabili ore di viaggio, all’arrivo ero agitata, impaziente, emozionata. Scesi dal pullman abbiamo sentito folate di vento gelido, ma anche il calore dei sorrisi, la gentilezza, le parole di tutti quelli che erano venuti a darci il benvenuto. Infatti, la cosa che mi ha più colpito in questi giorni è stata la comunione tra i vari popoli: anche se con i giovani (o gli adulti) di altre lingue e nazionalità non riuscivamo del tutto a capirci, durante le preghiere, i canti, la Messa, le varie esperienze in giro per Dresda. Io mi sentivo con loro parte di un «tutto», in cui si capiscono i veri valori, l’amore, la fede, l’unità in un solo Dio, il vero scopo del nostro essere lì: la possibilità di costruire «ponti» per la pace in tutto il mondo.Elisa Conti(diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro) LA CHIESA E’ GIOVANELa nostra stella si è fermata sopra il cielo di Colonia e anche noi come i Magi abbiamo avuto la possibilità di adorare Gesù. La cosa più bella era sentirlo vivo in mezzo a noi, presente nella giornata. Lo abbiamo incontrato nelle catechesi, nei momenti di festa e di gioia con i giovani di tutto il mondo, nei volti dei nostri compagni. È stata un’occasione per confermare le parole di Benedetto XVI: «La Chiesa è giovane», e tornato da Colonia mi porto nel cuore la consapevolezza che anche io sono parte di questa Chiesa.Lorenzo Lachi(Collegiata di Montevarchi – diocesi di Fiesole) UNA GMG TI CAMBIA LA VITASono tante le cose ed i momenti da ricordare, una Gmg può cambiarti realmente la vita. Mi piace ricordare l’inizio della catechesi che ci ha fatto il vescovo di Piacenza al Koelnarena. Ci ha ricordato, prendendo spunto dal Vangelo, che la nostra vita deve essere come l’andatura dei cammelli dei Magi, lenta ma costante.Giuseppe Tancredi,(Seminario di Fiesole – diocesi di Fiesole) LE STESSE DIFFICOLTA’ DEI MAGILa mia prima Gmg è iniziata immaginandomi pellegrino sulle orme dei Magi; affascinante prospettiva lungo uno dei tanti percorsi personali e strettamente intimi che conducono a Dio. La spensieratezza di chi è in ferie e si accinge ad intraprendere un bel viaggio, mi portava anche a pensare ad un percorso «tranquillo», se non in discesa al massimo in piano! Ovviamente mi sbagliavo! Tutti coloro che hanno partecipato, hanno conosciuto momenti di caos più totale. Mi era impossibile non immaginare le difficoltà dei Magi nel loro tempo… dovevo farcela anch’io! Per questo mi sono visto meno solo e proiettato come pellegrino moderno, nel tempo e nelle circostanze che mi erano state concesse, come una sorta di dono. Mille e più mille persone, con propri bagagli d’esperienza, stati d’animo, convinzioni, propositi, nazionalità d’ogni sorta, ma un unico inno alla felicità in Cristo! Per le strade della città si udivano canti di gioia in mezzo a bandiere inneggianti al Cielo, quali testimoni attivi della volontà d’essere e di partecipare alla nostra festa. Respiravamo a pieni polmoni la Grazia che era elargita dal Cielo. I Magi poi ritornarono per altra strada. Ognuno di noi è tornato per un’altra strada, perché l’Amore ci trasforma, è il miracolo che si compie quando scorgiamo nonostante i nostri occhi cechi, una sola scintilla della Sua presenza dentro o intorno a noi. Impossibile ritornare per la stessa strada! Colonia è stata complice in tutto, ci ha fatto vedere sempre più la bellezza della comunione in Cristo.Giampaolo Bianchi(S. Maria a Scò, Piandiscò – diocesi di Fiesole) NON CI SONO SOLO LE DISCOTECHELa Gmg di Colonia è stata la dimostrazione che per i giovani non esistono soltanto le discoteche, la droga e l’alcool, ma esiste un’altra cosa molto più profonda, come la fede. In più di un milione abbiamo lasciato per qualche giorno le nostre abitazioni per recarci a Colonia da tutte le parti del Mondo. A Colonia abbiamo dimostrato che noi giovani sappiamo alternare i momenti di preghiera ai momenti di festa. Lo abbiamo dimostrato durante i due giorni sulla piana di Marienfeld quando abbiamo intervallato momenti di musica e di divertimento a momenti di preghiera e raccoglimento come la veglia con il Papa. Colonia è stata la dimostrazione che tutti noi siamo figli dello stesso Padre: bianchi, neri, gialli, ricchi o poveri, e per rendergli grazie siamo «andati ad adorarLo» nel luogo dove riposano coloro che per primi duemila anni fa fecero un viaggio estenuante per andare a renderGli omaggio porgendoGli i loro doni.Carlo Bani(Basilica S. Giovanni Valdarno – diocesi di Fiesole) COLORIAMO LA CHIESALa mia partenza per Colonia ha stupito un po’ tutti; io che ero sempre stata nei «dintorni» di casa, io che detestavo dormire all’aperto, io che potevo sopportare di stare fuori solo per poco, improvvisamente ero pronta per un viaggio lungo ben dieci giorni e soprattutto lontano dall’Italia. Ciò che mi ha spinto a partire ancora non l’ho ben identificato. Forse il bisogno di sentire Dio più vicino, e di sapere che mi voleva bene; insomma una sorta di riconciliazione con chi da tempo ormai cercava invano d’attirare la mia attenzione, senza ottenere una risposta chiara. Sono partita con questi pensieri per la testa, ed in valigia non solo i vestiti, ma anche un sacco di preghiere e richieste da parte di parenti ed amici, come se Dio fosse presente soltanto in quelle cinque giornate di Colonia, e la recentissima ed improvvisa perdita di mio nonno pochi giorni prima di partire. Ripensandoci adesso, a mente fredda, posso dire con certezza che quelli trascorsi sono stati senza dubbio i giorni più belli che abbia mai vissuto fin’ora. Centinaia di giovani, provenienti dai quattro angoli del pianeta, uniti nella preghiera e nella ricerca della propria spiritualità, ma anche pronti a fare confusione e ad allacciare nuove amicizie con ragazzi d’altre nazionalità. La Gmg per me è stata anche un modo per cercare di comprendere qual’è la giusta direzione che dovrà prendere la mia vita. Il Papa, nell’omelia della Messa conclusiva, ha palesemente dimostrato quanto lui creda in noi giovani e nelle nostre capacità. Che importa se facciamo confusione, se abbiamo i capelli multicolore, o se i nostri jeans sono a vita bassa o strappati? Noi siamo il futuro della Chiesa e del mondo, sarà nostro poi il compito di cambiare anche solo un po’ tutto quello che ci circonda. Con la nostra forza e vitalità dovremo “colorare” la Chiesa che fin’ora è stata vista da gran parte dei ragazzi come una natura morta in bianco e nero.Elena Ristori(S. Maria Regina a Matassino – diocesi di Fiesole) L’IMPORTANZA DELLA PREPARAZIONEDov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella». Con queste parole nel cuore ci siamo messi in cammino verso Colonia. In realtà il cammino era iniziato gia prima, quando ci riunivamo negli incontri di preparazione alla Gmg. Grazie a queste occasioni, siamo partiti consapevoli che l’esperienza era da vivere non da turisti ma da pellegrini. Ognuno di noi aveva motivazioni differenti nel cuore che lo hanno portato a scegliere un’estate diversa dalle altre. Molte delle domande che avevamo messo nel nostro zaino hanno trovato risposta in varie occasioni: durante i silenzi della giornata, durante le catechesi, attraverso lo sguardo di un amico, nella preghiera. E’ stato bello ritrovare la presenza di Dio anche in funzioni religiose o momenti di riflessione diversi da quelli a cui assistiamo usualmente. Per un giorno Colonia è stata veramente il centro del mondo, e noi eravamo lì nel mezzo, a pregare assieme al mondo intero, ognuno nella sua lingua, ognuno secondo le sue tradizione. Tutti riuniti attorno ad un’unica croce.Giovani della parrocchia del Giglio a Montevarchi(diocesi di Fiesole) DIETRO I DISAGI UN CAMMINO PIENO DI SORPRESESarebbe ingannevole fermarsi agli intoppi organizzativi e non, per dire che la Gmg di Colonia è stata deludente: giudicare umidità, freddo, topi, cibo e trasporti condurrebbe fuori strada. Il cammino che porta ad un incontro come questo a volte è disagevole, ma la forza che lo anima misura il valore della posta in gioco.Per me, seminarista da due anni, l’appuntamento era immancabile. Lo aspettavo perché sapevo che tra centinaia di migliaia di giovani, il Signore avrebbe avuto una parola speciale dedicata proprio a me. Perciò è stato un regalo inatteso poter vedere da vicino Benedetto XVI all’incontro dei seminaristi, venerdì 19 agosto nella chiesa di San Pantaleon, e ancor più preziose sono state le sue parole durante la veglia a Marienfeld il giorno dopo. I Magi erano persone con «fame e sete di giustizia»: esigenza – ho pensato – che in questi tempi un’umanità disorientata cerca di soddisfare. Mi meraviglia scoprire «la via di Gesù alla giustizia»: piccolo e in fasce, rinnova il mio modo di intenderla attraverso il dono incondizionato e sincero di sé, con tutta la tenerezza di un bimbo che non giudica, non condanna e solamente dona e chiede amore; se questo non è il modello da seguire per la mia vocazione!Eppure mi rendo conto di esserne molto lontano, nonostante sia in seminario. Come i Magi, anch’io sono «costretto» a rivedere la mia relazione con Dio, che non è a mio uso e consumo e mi ha «spiazzato» con la sua chiamata a diventare presbitero. Per questo mi hanno fatto riflettere le parole conclusive del Vangelo proclamato quella sera: «per un’altra strada fecero ritorno al loro paese». I due itinerari dei Magi non sono uguali: la strada percorsa all’andata è diversa da quella del ritorno. Cosa è avvenuto nel mezzo per obbligarli cambiare? C’è la minaccia di Erode; ma aver cambiato il percorso è un po’ come cambiare vita. Centrali sono l’incontro con Gesù bambino e la sua adorazione, un anticipo di quel «venite e vedrete» rivolto ai primi discepoli, che, diretto, secco e invitante, riassume l’invito di Gesù a lasciarmi conquistare del suo amore e seguirlo.Matteo Ambu(Diocesi di Firenze) LA FATICA E LA GIOIA DI SENTIRSI UTILIQuando lo scorso anno verso giugno mi è stato chiesto di far parte di una commissione che si doveva occupare della preparazione della GMG per la diocesi di Firenze, ho detto subito di sì. Non pensavo in quel momento che il mio aiuto sarebbe stato richiesto anche nelle giornate di Colonia; e invece così è stato. Mi sono ritrovata a vivere la GMG diversamente da come avevo pensato; mi ero immaginata di andare con i miei amici, partecipare a tutto ciò a cui sarei riuscita a partecipare… e invece Luilassù (si, proprio attaccato!), come sempre ci ha messo lo zampino e ha «sconvolto» i miei piani. E così mi sono ritrovata a dover dare una mano laddove ce n’era bisogno: creare una fila ordinata per prendere la colazione, stipare nella chiesa dove avevamo noi la catechesi i pellegrini a cui la catechesi invece l’avevano annullata, aspettare – almeno per un po’- chi non riusciva a tornare dalla festa di Italyani, oppure semplicemente cercare di rispondere a chi del nostro gruppo ci aveva preso, noi dello «staff», come punto di riferimento. Tutto ciò, naturalmente, non mi ha fatto sempre piacere, spesso mi ha fatto innervosire e mi ha levato tempo per vivere la GMG in modo pieno e uguale agli altri… o almeno così credevo. Già negli ultimi giorni di permanenza in Germania ho capito, infatti, che difficilmente avrei potuto vivere la GMG più appieno di come mi è successo. Nel 2000 avevo partecipato alla Giornata Mondiale da volontaria ed era stata un’esperienza tanto bella da non poter essere descritta in poche – e nemmeno molte – righe; a Toronto, dove sono andata da semplice pellegrina, le emozioni di Roma mi erano mancate moltissimo, seppure avessi vissuto momenti, come le catechesi, la veglia e la messa con Papa, ai quali a Roma non avevo partecipato. Ecco, far parte dello staff a questa GMG, mi ha riportato ai giorni del giubileo dei giovani; ho avuto la possibilità di rivivere le emozioni del volontario: essere stanchi morti, ma felici perché, anche se nelle piccole cose – ma piccole piccole!! – hai comunque il sentore di essere stato utile. Nonostante la stanchezza, nonostante gli immancabili problemi, il Signore anche a questa GMG mi ha fatto la grazia, facendomi vivere una splendida esperienza… e per Sidney 2008?Caterina Biti (Soffiano – diocesi di Firenze) IMPARARE AD AIUTARSIQuando un anno fa siamo partiti con l’idea di andare a Colonia non è stato tutto semplicissimo. Nel proporre ai ragazzi la Gmg ci hanno aiutato i sussidi e gli incontri diocesani ma ben più difficile è stato trasmettere loro l’entusiasmo e la curiosità necessari per partire rinunciando agli amici, al mare, alle vacanze di sempre con i genitori. Alla fine quello che conta è che 6 dei nostri ragazzi, tutti minorenni, hanno scelto di vivere questa nuova esperienza. E che esperienza! A partire dall’accoglienza nella diocesi di Fulda a Gelnhausen dove le famiglie ci hanno coinvolto nella loro quotidianità con semplicità e affetto. Abbiamo poi vissuto uno straordinario momento di condivisione in un centro per persone diversamente abili. Qui nello stare insieme offrendo la nostra allegria siamo ripartiti nel cammino verso colonia arricchiti dai loro occhi carichi di stupore, dolcezza, generosità. È stato bello constatare che soprattutto i nostri ragazzi ne siano rimasti positivamente colpiti tanto che hanno continuato, durante i faticosi giorni di Colonia, a mantenere una attenzione all’altro che non ci aspettavamo.Eravamo sinceramente partiti con l’idea di partecipare e creare momenti di preghiera di riflessione tesi all’incontro con il Signore. Ciò non è stato possibile per problemi dovuti a continui spostamenti che dovevano fare causa il gruppo numeroso che si era formato. Pensavo fosse davvero un peccato per tutti, ma ci siamo poi resi conto strada facendo che la spiritualità, la preghiera che cercavamo l’abbiamo vissuta nella nostra realtà quotidiana di gruppo con l’attenzione ai problemi e difficoltà degli altri. È così che in questo pellegrinaggio non sempre facile abbiamo potuto mettere in pratica i valori in cui diciamo di credere, incontrando Gesù ogni qual volta abbiamo sostenuto e aiutato un nostro fratello.Penso infine che sia questo il segno che il Signore ha voluto donarci per questa GMG: servizio e attenzione per gli altri. Mi viene in mente proprio una delle prime messe a Gelnhausen dove il Padre Reiner, parroco della chiesa che ci ha accolti nei giorni precedenti alle giornate di Colonia, ha esortato i giovani a sostituirsi alle braccia e alle gambe del crocifisso aiutando i fratelli in difficoltà, camminando nella via della fede.Massimo Robicci(Santa Maria a Cintoia – diocesi di Firenze) IL PAPA L’HO VISTO DA LONTANOMercoledì 10 agosto si apre «Baldassare», uno dei tre viaggi organizzati dalla diocesi di Firenze, un cammino che durerà 13 giorni con 49 persone diverse per età, per vocazione (sposati, sacerdoti, laici) ma tutti intenzionati a stare insieme per scoprire e incontrare ancora una volta Lui. Partenza da via Rucellai dal convento delle suore carmelitane dove c’è l’adorazione perpetua, cena, messa e via. La prima settimana sarà dedicata a un tour sulle orme dei santi Cirillo, Metodio e Edith Stein,e di un confronto sull’Europa e la fede grazie a dibattiti con i vari vescovi.Tante ore di pullman per arrivare a Badin, in Slovacchia… paesaggi variegati da sterminate pianure a montagne. Partiamo da Cirillo e Metodio. Due fratelli che hanno evangelizzato l’est, presi come esempio ci hanno aiutato a riflettere sulle radici cristiane dell’Europa e sulla necessità di guardare al passato per conoscere e ascoltare i testimoni della storia. Col vescovo Balaz è emerso il bisogno dell’ unità: un’Europa unica che sia capace di portare avanti uno stile cristiano e non solo una direzione politica e economica.Il percorso è continuato con l’incontro di Edith Stein. Una giovane dal carattere ribelle, alla ricerca della verità. Nel nostro tempo la verità viene scambiata con l’opinione della maggioranza. Ma la verità e l’amore han bisogno l’uno dell’altra. Suor Benedetta della Croce ne è testimone. La martire per amore che dona la sua vita per gli amici, non si fece superare da nessuno nell’amore: allo stesso tempo ella cercava con tutta se stessa la verità della quale scriveva: «Nessun’opera spirituale viene al mondo senza grandi travagli». Un incontro significativo è avvenuto col vescovo di Praga: abbiamo condiviso le nostre esperienze, e lui per primo ha dichiarato la necessità di uno stile cristiano, l’urgenza di una missione per la nuova Europa. Dalla parrocchia deve partire l’evangelizzazione, Cristo non deve essere chiuso nel tabernacolo ma deve diventare fonte viva per la comunità: dobbiamo fare il vuoto di noi stessi per accogliere gli altri.Difficoltà non sono mancate, imprevisti quali ore di attesa alla dogana o pranzi strani ma la buona compagnia è servita per ironizzare e affrontare i problemi. Il gruppo è cresciuto, si è fortificato grazie ai vari momenti di preghiera, mentre a Colonia si è incentrato sulla condivisione: dalle file per prendere il cibo, al letto, il bagno, le docce. Ci ha aiutato molto la guida spirituale di don Stefano Manetti che durante le prediche nei momenti in cui eravamo giù di corda sottolineava l’importanza di essere pellegrini, dovevamo offrire tutto a Gesù perchè era per lui che eravamo là, ed è stata questa molla che ci ha dato la forza di continuare con gioia il nostro percorso.Tante parole, tanti slogan riecheggiavano durante questi giorni, ciò che più mi è rimasto dentro è stata la presenza multietnica, tanti colori diversi, canti, balli, rumori. Sembrava caos in realtà era un unico suono che si dirigeva verso lui: «Venimus adorare eum Emmanuel». L’incontro con Cristo è un’urgenza, un’esigenza per giovani che necessitano risposte profonde e definitive per la loro vita. Commovente è stato che dopo quella kermesse di milioni di giovani, si poteva osservare in tutti la consapevolezza e l’orgoglio di essere cristiani, d’aver creduto in Cristo, di essersi fidati di lui. Con questi pensieri nella mente e nel cuore si dorme bene.Ma al risveglio era già lunedì e col lunedì ritorna il lavoro, la fatica e la prosa del quotidiano. E ho pensato a chi a Colonia non c’è venuto, a chi a casa è rimasto a consolarsi con allegrie forsennate, con discoteche, ubriacature… È con questa realtà che dobbiamo confrontarci, il mondo ci sfida e dobbiam rendere testimonianza dell’amore vissuto. Vi lascio con una frase recitata durante una delle catechesi: «O l’amore lascia il segno nel tuo cuore o hai preso un pennarello che scrive parole che durano un giorno».Il papa? Da vicino non l’ho visto, ma ho sentito parole dirette, chiare, decise, e di questo abbiam bisogno noi giovani di sapere che direzione prendere per seguire Gesù. Daniela Schipa(San Cresci – diocesi di Firenze) HO INCONTRATO CRISTOSiamo venuti per adorarLo». Questa frase è rimasta per me astratta fino al giorno della partenza. Esatto, quella sera quando davanti ai pullman, ho visto decine di giovani con zaino in spalla, pronti a partire nonostante le difficoltà che li attendevano. Chi rinunciava alla spiaggia, chi al riposo concesso dall’unica settimana di ferie, chi a qualche giorno con la propria ragazza, poiché ognuno di noi, nonostante tutto, sapeva che ne sarebbe valsa la pena. Ed è per questo che come i Re Magi siamo partiti alla ricerca di Qualcuno che in modo sincero potesse rispondere ai nostri bisogni. Con questo grande desiderio nel cuore abbiamo viaggiato, abbiamo cantato, abbiamo parlato e discusso, abbiamo dormito, abbiamo camminato insieme verso quel luogo. Ed è stato lì che tutto è divenuto molto chiaro; Portoghesi che intonavano un coro per l’Italia e viceversa, tutti con la stessa luce negli occhi, la stessa voglia, gli stessi bisogni, la stessa speranza. Ho capito; davanti a quell’amore io Lo stavo adorando: esso infatti è possibile soltanto se la ragione per cui tutti quei giovani erano lì assieme, è Cristo. E Cristo l’ho visto nell’amore delle famiglie che ci hanno ospitato, nella fatica del cammino, del dover restare in treno ammassati, con il caldo e l’umidità, poiché è vero che la fatica diventa sacrificio quando è offerta a Dio. L’ho visto nella Verità delle parole di mons. Comastri «Come i Re Magi avevamo dentro il bisogno di Dio e siamo giunti dove Dio si manifesta»; Cristo L’ho visto negli occhi delle persone che vedevano scorrere sul maxischermo le immagini di Giovanni Paolo II, che era presente; Cristo L’ho visto in Benedetto XVI che ci salutava dai gradini della cattedrale e nelle parole della sua Omelia e dei suoi saluti, pronunciati in tutte le lingue delle persone presenti. Allora avevamo ragione: ne è valsa realmente la pena e, ancora ricordando le parole della catechesi, «Siamo tornati per testimoniarLo».Alessia Ribolini(diocesi di Massa Carrara-Pontremoli) INGREDIENTE PER UNA TORTAE’ stata semplicemente indimenticabile. Pur essendo stata la prima GMG a cui prendevo parte, mi sono subito integrata in quel clima «familiare». Nella GMG si assapora un’atmosfera tutta nuova e, se vogliamo un po’ «magica»: spariscono i problemi, diminuiscono le fatiche e tutti sono invasi da un’onda di coraggio che trovo difficile esprimere a parole. Mi sono sentita come un ingrediente per una torta: ognuno, nel suo piccolo dava un sapore diverso ed unico a quelle giornate passate insieme e, nel complesso riuscivamo a formare una grandissima famiglia, che riusciva a tenersi per mano recitando il Padre Nostro senza fare inutili guerre… ho imparato molte cose, conosciuto tante persone, anche di nazionalità diverse, ma ciò che mi ha segnato più di tutto e che porterò sempre con me sono state le parole di monsignor Comastri: «la fede non è un privilegio, ma una responsabilità!». Sara Nardini(diocesi di Massa Carrara-Pontremoli) LA NOSTRA FORZA E’ LA VERITA’Anche per me è stata la prima esperienza durante la quale, oltre a condividere gioia e fatiche con altre persone, stringere nuove amicizie e rafforzare quelle vecchie, ho apprezzato molto la catechesi di monsignor Comastri, in particolare queste parole: «la nostra forza non è il numero ma la verità». Noi siamo chiamati ad essere testimoni della Parola di Dio che è Verità, quindi non conta il numero di quanti siamo ad annunziarlo, ma conta ciò che trasmettiamo alle altre persone. Grazie a questa esperienza la mia fede si è rafforzata perché ho capito che non dobbiamo avere paura né vergogna di credere.Chiara Biancardi(diocesi di Massa Carrara-Pontremoli)