Cultura & Società
La Meridiana, “buen retiro” dei granduchi nella reggia di Pitti: una mostra virtuale
È una nuova mostra virtuale (ipervisione), da oggi online sul sito delle Gallerie (https://uffizi.it/mostre-virtuali/la-meridiana-di-palazzo-pitti), a rivelare gli affreschi che raccontano la storia di questo spazio, estensione architettonica del Palazzo di rappresentanza e ambiente unico all’interno del Palazzo Pitti.
Da il sogno di Salomone, realizzato da Luigi Sabatelli su commissione di Maria Luisa di Borbone nel 1807, si passa agli ambienti che Leopoldo II, negli anni Trenta dell’Ottocento, fece affrescare con soggetti tratti dalla storia biblica e dalla letteratura antica e contemporanea: le storie di Ester, le gesta di Giulio Cesare, gli episodi di vita di Torquato Tasso, le vicende di Renzo e Lucia nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
La conclusione del viaggio nella Palazzina della Meridiana è affidata poi a un’ultima campagna decorativa, che prese avvio nel 1860, dedicata all’arrivo di Vittorio Emanuele II a Firenze, proclamata nel 1865 capitale del Regno d’Italia.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt: “la mostra su Giuseppe Bezzuoli, il grande artista toscano che aveva partecipato alla decorazione di queste stanze, si è svolta proprio in queste stanze e ha permesso ai visitatori di riviverne l’atmosfera: è stata per così dire una mostra nella mostra. Qui si trova abitualmente il Museo della Moda e del Costume che verrà restaurato e riallestito nei prossimi mesi, costituendo un unicum in Italia. Nel frattempo, in attesa della riapertura, abbiamo voluto ancora ricordare con questa mostra virtuale le glorie di Firenze nell’Ottocento. In quel secolo infatti la città, anche socialmente all’avanguardia in Europa, era diventata punto di raccolta di letterati e artisti provenienti da tutto il mondo, attirati dal valore e dall’insegnamento di quelli toscani che vi risiedevano. E proprio nell’Ottocento, ricordiamolo, Firenze visse un secondo, splendido Rinascimento”.
LEOPOLDO II, IL GRANDUCA ‘FAN’ DEL MANZONI
Il Granduca Leopoldo II amava molto l’opera di Alessandro Manzoni, al punto da dedicare un’intera sala affrescata della Reggia allo scrittore lombardo. Leopoldo aveva avuto modo di conoscerlo personalmente: lo aveva incontrato a Milano nel 1829. Ne rimase così impressionato da commissionare un ritratto del letterato al pittore Francesco Sabatelli. Il quadro, però, a causa della morte improvvisa del Sabatelli stesso, non fu mai realizzato. Invece, dopo la morte della sua prima moglie, Leopoldo decise di celebrare i Promessi Sposi: in una lettera indirizzata allo stesso Manzoni, il granduca confessava di trovare grande conforto – in un periodo per lui così difficile – dalla lettura del libro, grazie al quale recuperava la fiducia nel ruolo della Divina Provvidenza. Leopoldo inviò così a Milano Nicola Cianfanelli, sia per portare a termine il ritratto di Manzoni, sia per studiare da vicino i luoghi che avrebbero costituito il background delle scene raffigurate negli affreschi.
Gli episodi si concentrano sulle vicende personali di Renzo e Lucia: solo per citarne alcuni, Lucia pronta per le nozze, Renzo che impreca Don Rodrigo, Fra Cristoforo, Renzo, Lucia e Fra Cristoforo al lazzaretto, lo sposalizio di Renzo e Lucia.