«Le persone che venivano qui all’inizio le conoscevamo tutte per nome: c’erano Luigino, Paolone, “Celentano”, l’Antonietta, Pio. Tutti di Prato, tipi a loro modo caratteristici. Adesso qui è un panorama di tutta l’umanità che soffre». La sintetizza così la presidentessa Maria Luisa Santini Mattei, la storia di questi primi venticinque anni dell’Associazione La Pira e quindi della mensa dei poveri a Prato. Un anniversario che ricorre proprio in questi giorni l’apertura avvenne il 4 febbraio 1984 e che l’associazione celebra questo sabato con una giornata di festa e di riflessione insieme all’Azione Cattolica pratese che, un quarto di secolo fa, promosse la nascita della La Pira. A parlare sabato mattina in palazzo vescovile ci saranno, fra gli altri, Franco Milano, presidente nazionale Ac, e don Silvano Nistri, della Fondazione La Pira di Firenze. I numeri di oggi, come abbiamo scritto il mese scorso su queste pagine, parlano di una crescita costante delle presenze: nel 2008 sono aumentati del 7% i pasti rispetto all’anno precedente, con un boom (+18%) degli italiani residenti a Prato. In totale, le persone che si sono rivolte in via del Carmine per avere un pasto caldo, lo scorso anno, sono state oltre 1500. «Da noi oggi vengono sottolinea ancora la presidentessa Mattei uomini e donne con problematiche diverse: necessità di una casa, di un lavoro, di integrarsi, disagio mentale, problemi di alcol o di droga. Siamo una pronta emergenza davanti a una rinnovata necessità di accoglienza, in una città che ha dato lavoro a migliaia di persone e che ora soffre forse più di altre». In questi anni assicura Mattei le persone che l’associazione vuole ringraziare «sono tantissime. A partire dal Vescovo Simoni, per il suo concreto e continuo appoggio. E poi, il Comune, che ci sostiene, la Provincia che ci assiste nelle iniziative, il prefetto che ha dato il suo apporto». E poi, ancora «le associazioni di categoria, i service club, la Fondazione Cassa di risparmio di Prato. Senza dimenticare le associazioni cattoliche, tante parrocchie, le scuole, i privati che ci hanno aiutato e continuano a farlo. Tantissimi sono poi i cittadini che ci dimostrano la loro vicinanza, anche portandoci generi alimentari che servono per la mensa». Il motore della La Pira, della mensa e del dormitorio, sono i 150 volontari che ne consentono il funzionamento quotidiano. «È soprattutto a loro che va il nostro grazie, insieme al nostro personale, al nostro consiglio, a don Marco Natali, nostro assistente che viene a fare servizio qui e a don Bruno Belli che quasi ogni giorno accoglie le persone sulla porta col suo sorriso», sottolinea la presidente Mattei. Romano, 72 anni, è uno dei volontari della prima ora: «Sono qua, intorno ai fornelli, fino dall’apertura della mensa, insieme a Elisa, Mario o Maria. All’inizio mettere trenta persone a tavola ci pareva già un’impresa…», racconta. «Ho fatto anche altri tipi di volontariato, ma sento che dare una mano qui mi dà tanta forza». Anche Jenny, inglese di origine, è una delle volontarie della mensa. Insieme a Maria Pia, responsabile della segreteria, accoglie le persone che vengono a mangiare, verificandone i nomi sul computer. «Qui c’è accoglienza e un sorriso per tutti», racconta. E intanto non si ferma mai, come tutti i volontari che lavorano qui. Chi ha fame non può aspettare. (dal numero 6 dell’8 febbraio 2009)