Vita Chiesa

La mappa dell’ecumenismo in Toscana

di Riccardo Burigana*Direttore del Cedomei di LivornoCentro di documentazione del movimento ecumenico italianoIn questi giorni risuona con forza l’invito a una riflessione e a un impegno per rendere la dimensione ecumenica della testimonianza della fede sempre più centrale nella vita delle comunità cristiane: sono i giorni della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nei quali uomini e donne di tradizioni cristiane diverse si incontrano dopo secoli di silenzi e sospetti, in uno spirito di confronto che ripropone con forza la dinamicità del dialogo ecumenico. La celebrazione di questa Settimana, con forme e contenuti sempre nuovi, costituisce ormai una tradizione consolidata dalla quale si deve partire per proseguire nella strada del dialogo. Si tratta di vivere l’«aggiornamento» del dialogo ecumenico, alla luce delle mutate condizioni ecclesiali e sociali. Infatti, in questi ultimi anni la composizione della comunità cristiana si è venuta modificando, poiché la crescita esponenziale dell’immigrazione in Italia ha comportato l’arrivo di cristiani, che solo in pochi casi si richiamavano alle tradizionali comunità già presenti in Italia.

Al tempo stesso il mutato clima ecumenico, con la comparsa di nuovi soggetti e di nuove tematiche, non si può semplicemente ricondurre al fenomeno migratorio, poiché il dialogo ecumenico in Italia risente inevitabilmente della situazione più generale, nella quale la Chiesa cattolica gioca un ruolo non secondario nella promozione di un dialogo teologico tra le tradizioni cristiane, secondo un modello che parte dal dialogo per sottoscrivere una dichiarazione comune. Si ha quindi un processo di dialogo tra le Chiese e nelle Chiese, che va avanti, pur tra mille difficoltà, nella prospettiva di un recupero della pluralità delle tradizioni alla luce di un cammino comune da costruire, talvolta con pazienza, spesso con grande attenzione.

In questo contesto, in continuo movimento, sono almeno tre gli elementi sui quali, anche osservando semplicemente la Toscana, è necessario soffermarsi per la loro importanza: il mondo ortodosso, la Chiesa avventista, l’universo pentecostale.

Il mondo ortodossoLa forte immigrazione dall’Europa Orientale sta introducendo nella Chiesa italiana un elemento del tutto nuovo, poiché coinvolge un mondo ortodosso che spesso si richiama a un generico patrimonio religioso in nome di un’appartenenza nazionale piuttosto che a una reale pratica confessionale, se non nel caso della difficile convivenza tra ortodossi e greco-cattolici. Questo mondo va a sovrapporsi all’esperienza della Chiesa ortodossa romena, che vanta una presenza pluriennale in Italia, anche se è esplosa in termini numerici in questi ultimi anni, mentre la presenza greco-ortodossa, così forte negli anni ’70 per varie ragioni, si va lentamente esaurendo. Questo nuovo e multiforme mondo ortodosso, così presente anche in Toscana, è chiamato a un confronto serrato con la società secolarizzata occidentale, affrontando questioni teologiche e morali che arricchiscono il dialogo che si viene realizzando, spesso, nella condivisione di esperienze quotidiane, che aiutano a superare pregiudizi e ignoranza riguardo al patrimonio storico-liturgico del cristianesimo orientale. L’esperienza AvventistaL’esperienza della Chiesa avventista si colloca su un altro piano; infatti solo da alcuni anni essa ha deciso di percorrere la strada del dialogo ecumenico, con un impegno che non si limita al confronto dogmatico, ma si sviluppa anche nella direzione di un approfondimento della centralità della Scrittura nella vita cristiana e una capillare attività nell’ambito sociale dall’accoglienza degli ultimi e alla lotta contro le «droghe» della società contemporanea. In questo processo cresce al suo interno il numero di coloro che non sono di origine italiana, contribuendo così a un ecumenismo, che supera il semplice confronto dogmatico-pastorale per diventare un motore della valorizzazione di tradizioni ecclesiali e culturali distinte. L’universo PentecostaleInfine si deve tener conto di una crescente presenza di comunità che si richiamano all’universo pentecostale; esse affiancano le comunità storiche delle Assemblee di Dio, con le quali un dialogo rimane sempre assai problematico, ma percorrono strade diverse nei rapporti con gli altri cristiani. Nella assoluta fedeltà al testo biblico quale elemento normativo e omnicomprensivo tanto da assumere posizioni nette sulle questioni etiche, questo universo pentecostale offre l’immagine di una testimonianza cristiana, che apre le porte a un coinvolgimento totale, dalle dimensioni indefinite, spesso legato alla personalità del pastore e alla storia delle singole comunità. Nel cercare occasioni di confronto, su un piano ecumenico e/o sociale, è utile tenere presente i passi compiuti dal card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, per uscire dalla logica della pura contrapposizione tra comunità pentecostali e Chiesa cattolica nello spirito di comprendere ciò che unisce nell’annuncio di Cristo. Straordinaria vivacitàIl dialogo in atto tra cristiani mostra così una straordinaria vivacità, pur non mancando dei passaggi a vuoto, soprattutto quando i cristiani sono chiamati a discutere dei limiti dell’etica cristiana. Nello spirito di un rinnovato impegno a superare le divisioni per rendere sempre più efficace la testimonianza dell’evangelo, i cristiani sono così chiamati a costruire l’unità visibile della Chiesa, nella quale la diversità delle tradizioni rappresenta una ricchezza da condividere nella gioia dell’ascolto e del dialogo.

Un maggiore ecumenismo avrebbe favorito più pace

Ecumenismo, quando siamo uniti Cristo è tra noi