di Gianni RossiLa maestra e l’alunno. Lei si chiama Gabriella Guarducci e insegna nella quinta elementare all’«Armando Meoni» di Villa Fiorita, meglio conosciuta come «scuola di Pacciana». Lui si chiama Alessio Bessi, ha dieci anni e della maestra Gabriella è alunno fin dalla prima classe. Sono stati loro gli ultimi pratesi ad avvicinare Papa Giovanni Paolo II. L’incontro, nell’aula «Paolo VI» del Vaticano, è avvenuto mercoledì 15 dicembre, in una delle ultime udienze generali tenute dal Santo Padre prima dei ricoveri al Policlinico Gemelli. Al termine della consueta catechesi, Gabriella e Alessio sono stati ammessi ad omaggiare il Pontefice, in rappresentanza di tutta la classe. Con loro un dono davvero speciale, racchiuso in una bella scatola oro e porpora: la raccolta di poesie che gli alunni della Meoni avevano composto per partecipare al concorso «Passaparole di pace», promosso dall’Age, da «Firenze Promuove» e dall’ Associazione «Fioretta Mazzei» di Firenze in occasione del centenario della nascita di Giorgio La Pira. L’udienza dal Papa era il premio per un lavoro condotto durante lo scorso anno scolastico anche in un laboratorio teatrale.«L’emozione è stata grandissima, anche perché – racconta la maestra – io che sono da sempre impegnata in parrocchia a Galcetello non avrei mai immaginato di avvicinare il Papa grazie al mio lavoro». Due, soprattutto, i ricordi serbati nel cuore, contrastanti eppur così emblematici: «La stretta di mano che, non so perché, ho immediatamente associato a quella di mio padre morente, e lo sguardo invece vivissimo, penetrante, che mi ha colpito immediatamente».Ma la commozione di Alessio, se possibile, è stata ancora più forte. Per due giorni – racconta il babbo Alessandro, praticamente è rimasto senza parole. «È stato come preso alla sprovvista – ci racconta – da un’emozione che non avrebbe immaginato così forte». In questi giorni Alessio è fuori Prato ma appena ha saputo della morte di Giovanni Paolo II «ha avvertito un dolore forte».I compagni di classe, terminata l’udienza, lo assalirono letteralmente. Nel gruppo erano presenti molti genitori, il maestro Franco Castellani – l’altro insegnante della classe – Andrea Mazzoni, assessore alla cultura del Comune di Prato, Irene Gorelli, assessore alla pace della Provincia, Alberto Manzan, presidente della Circoscrizione nord, don Serafino Romeo, dell’Ufficio scolastico diocesano, e padre Denis, parroco di Galcetello.In quella classe della «Meoni» il «Passaparole di pace» è esperienza di tutti i giorni: ci sono alunni provenienti dalla Polonia, Sud Africa, Eritrea, Marocco e Albania. «L’idea di partecipare al concorso – racconta la maestra Gabriella – mi è venuta leggendo proprio un articolo pubblicato su Toscanaoggi. Dobbiamo anche a voi questa nostra esperienza indimenticabile».Il caso (o la Provvidenza) ha voluto che l’ultimo pratese ad incontrare il Papa fosse un bambino su una sedia a rotelle. Proprio come Giovanni Paolo II. Anche questo un segno.