Lettere in redazione

La legge elettorale e gli «amici di turno»

Da abbonato trentennale credo di poter criticare l’articolo di Simone Pitossi pubblicato a pagina 3 del numero 9 (Regionali, torna il «Seggiolotto»: ecco i 55 «nominati»). Fare giornalismo è fornire informazione, fare giornalismo politico è riportare i fatti. Ci sono altri modi, questi di scarso giornalismo, di influenzre un elettorato popolare facendo l’occhiolino a chi conta e trascurando chi conta un po’ meno.

Ora non è che un partito piccolo come l’Udc potesse permettersi l’attenzione che il Pitossi dedica a Rossi o a Faenzi, ma forse far sapere in modo chiaro che gli unici che hanno davvero ostacolato questa drammatica legge elettorale sono stati i consiglieri dell’Udc non sarebbe stato male, invece di citare in modo bonario Rossi «riconvertito».

Se poi invece del giornalismo ci si diverte a fare il gioco dello scommettitore, auguriamoci per divertimento che tutto cambi. Non sarà la stessa cosa se passa Zirri ad esempio per Brogi o Mugnai, se passa Titoni per Tognocchi o Donzelli, e chi può dire che i secondi di Firenze per Lega e Udc non possano passare ambedue? Noi a Prato faremo il possibile perché con i voti che prenderemo, e ci auguriamo tanti, siano esclusi alcuni dei candidati Pd e Pdl che Pitossi dà per sicuri. Perché un giornale popolare, come speriamo rimanga Toscana Oggi, non informa su tutti i candidati toscani oppure su come si vota riportando una scheda e spiegando il voto disgiunto invece che riportare fantasiosi schemi dove è riportato in neretto l’amico di turno?

Enrico MencattiniPrato

Onestamente non so quale giornale abbia letto, caro Mencattini. Non certo «Toscana Oggi». Altrimenti si sarebbe accorto quante volte (nei testi, nei sommari…) abbiamo ripetuto che l’Udc è l’unico partito che si è sempre opposto tenacemente all’abolizione delle preferenze, in una battaglia che questo giornale ha condiviso e fatto propria. Non è un caso che anche «La Nazione», domenica 7 marzo, abbia ripreso il nostro primo piano parlando di posizione netta contro l’«inciucio» tra Pd e Pdl sulla legge elettorale. Altro che «occhiolino a chi conta» o «fantasiosi schemi dove è riportato in neretto l’amico di turno»! Quello che abbiamo fatto (al contrario di quello che lei afferma con tono al limite dell’offensivo) è un’operazione giornalistica seria per dimostrare che senza il voto di preferenza le prossime elezioni in Toscana (come del resto le precedenti) sono una partita «truccata», come recitava il titolo d’apertura della prima pagina e del commento di Simone Pitossi a pagina 2 del numero scorso.

E proprio perché «truccata», è una partita dall’esito scontato. Lo stiamo ripetendo dal 2004, anno in cui fu varata questa disgraziata legge elettorale, che ha finito per ispirare persino il sistema elettorale nazionale, e che è stata addirittura peggiorata nell’estate scorsa con lo sbarramento al 4% e un metodo di ripartizione dei seggi che penalizza i partiti più piccoli finendo per accentuare il bipartitismo. Che altro dire se non rimandare ad una lettura un po’ più attenta di quelle pagine? In questo caso si accorgerebbe che c’era pure la scheda su «Come si vota», ma soprattutto si renderebbe conto che quelli in neretto non sono «amici di turno», bensì i «nominati» dalle segreterie dei partiti dopo l’abolizione delle preferenze.

Andrea Fagioli