Toscana

La legge 40 «funziona»: in Toscana fecondazioni raddoppiate

di Simone PitossiInaccessibilità alla tecniche di procreazione assistita, riduzione delle nascite, coppie con problemi di fertilità costrette ad andare all’estero. Questi gli effetti devastanti che la legge 40 avrebbe dovuto avere in Italia. Ma ora larga parte della sinistra politica e una fetta del mondo scientifico che l’anno scorso sostennero il referendum per l’abolizione della legge dovranno guardare con attenzione ai numeri. E quelli della Toscana – forniti dalla Direzione generale al diritto alla salute – danno un quadro totalmente diverso della situazione.

Iniziamo dal numero di interventi. Nel 2003, anno in cui ancora vigeva il cosiddetto «far west» procreatico, sono stati praticati nelle strutture toscane 1.245 interventi tra inseminazioni intrauterine e fecondazioni in vitro. Nel 2004 – la legge 40 fu approvata il 19 febbraio – siamo passati a 1997 interventi. Nel 2005 – anno in cui la legge è andata a regime – c’è stato il raddoppio sul 2003: è stata toccata quota 2.572 tra inseminazioni intrauterine (675) e fivet (1.897). C’è poi un altro aspetto interessante. Nelle strutture regionali non solo sono aumentate le prestazioni alle coppie toscane ma sono sempre di più anche le coppie di altre regioni che si rivolgono ai nostri centri. Addirittura, nel 2005, ci sono state 16 coppie che sono venute in Toscana dall’estero (nel 2003 ce n’era stata solo una). La parte del leone delle strutture toscane spetta al Centro di procreazione assistita della Versilia con oltre duemila prestazioni (qui sono compresi la capacitazione del materiale seminale e il monitoraggio della ovulazione). L’ospedale pubblico versiliese vanta anche un altro record, questa volta addirittura a livello italiano: il 33% di gravidanze ottenute. Al secondo posto si piazza Careggi con 1.400 prestazioni seguito da due strutture private fiorentine: la «Florence» e la «Futura diagnostica».

«Fermo restando il giudizio etico negativo sulla procreazione medicalmente assistita come tale – commenta Carlo Casini, parlamentare europeo e leader del Movimento per la vita – è innegabile che la legge 40 “ha funzionato” producendo una crescita molto elevata degli interventi». E quindi, secondo Casini, «è evidente che l’accusa di inapplicabilità della legge non è vera e che la tesi della fuga all’estero è una favola». Sulla stessa lunghezza d’onda è Renzo Puccetti, presidente del comitato Scienza&Vita di Pisa e Livorno. «I numeri – spiega – sono inequivocabili: non c’è stata alcuna riduzione del ricorso alla fecondazione assistita, come veniva propugnato dagli oppositori della legge durante la campagna referendaria. È da evidenziare che l’incremento si realizza sia per le tecniche di primo che per quelle di secondo livello, a conferma della giustezza di un approccio progressivo al problema della sterilità». Non solo. «Desta soddisfazione – conclude Puccetti – la crescente capacità delle strutture toscane di attrarre pazienti da fuori regione, ma è ancora più significativo l’incremento del 650% delle coppie residenti all’estero che si sono recate nella nostra regione per una procedura di procrezione medicalmente assistita: si tratta di un elemento che contraddice la propaganda di quanti presagivano la fuga delle coppie italiane verso l’estero. Avviene invece il contrario, sono in aumento le coppie che dall’estero giungono in una regione italiana».

Marco Carraresi, capogruppo Udc che ha presentato i dati toscani sulla legge 40, stigmatizza le «battaglie tutte ideologiche che hanno caratterizzato la sinistra italiana in questi decenni su temi etici fondamentali». «Lo è stato con l’aborto, – sottolinea – quando per molti anni si sono sparate cifre assolutamente inattendibili sia sul numero di aborti clandestini che di donne morte per aborto procurato, lo è stato, più di recente, nella battaglia contro la legge sulla fecondazione assistita». E richiama alla «verità dei fatti» contro le «fandonie usate l’anno scorso, ai tempi del referendum, come la tesi del turismo procreativo, della legge crudele che avrebbe impedito a tante coppie di avere un figlio, costringendole semmai a rivolgersi all’estero». «Forse non sarebbe male – conclude Carraresi – che quei politici che un anno fa gridavano in piazze e assemblee cose che, lo dicono con chiarezza i dati toscani, erano assolutamente inventate, chiedessero scusa. O almeno ammettessero di essersi sbagliati».

I dati• Anno 2003: 1.245 interventi(pre-legge 40) • Anno 2004: 1.997 interventi(anno di approvazione legge 40) • Anno 2005: 2.572 interventi(legge 40 a regime)