Lucca
La forza della debolezza per costruire la pace
Il titolo dell’ultimo libro di Massimo Toschi testimonia del suo impegno in azioni di pace positiva trasformando la propria disabilità per una poliomielite contratta da bambino da un limite in una risorsa.
“Essere disabile” afferma Toschi “mi ha permesso di guardare al mondo da una prospettiva diversa” e aggiunge “la carrozzina che esprime di per se un limite,diventa uno strumento ed un mezzo di comunicazione” ricordando una sua visita a Goma dove un nugolo di bambini spingeva la sua carrozzina sorprendendosi che fosse un bianco a servirsi di quel mezzo.
L’evento,organizzato dal comune e dalla provincia di Lucca con la collaborazione della Commissione Giustizia e Pace della Diocesi e della Fondazione Banca del Monte di Lucca avviene in concomitanza con il festival nazionale del volontariato che ha luogo nella città toscana.
Il primo ad intervenire è un Romano Prodi commosso: “Vengo per un caro amico” dice l’ex presidente del consiglio e della Commissione Europea prima di affrontare il tema del rapporto geopolitica/pace nel Mediterraneo. Dalla sua esperienza politica internazionale Prodi lamenta una sostanziale assenza dell’Italia in tale area geopolitica a fronte delle sue potenzialità ed affinità culturali. Afferma di sperare in una azione più incisiva degli Stati Uniti per lo soluzione del conflitto israelo-palestinese. In questo secondo mandato di Obama e conclude con l’augurio che “il futuro sia migliore del terribile presente in Medio Oriente”.
Segue la testimonianza di Toschi che riflette con semplicità di modi un vissuto speso per un solo ideale “Essere per gli altri” che è l’essenza del messaggio cristiano e della Politica come più alta forma di Caritas. “Mi sono sempre sentito un prestanome” dice Toschi citando Dossetti “ed ho sempre lavorato in squadra” ricordando episodi e persone incontrate nei suoi numerosi viaggi ed incarichi come “costruttore di pace”: il vescovo di Algeri, la strage dei monaci di Tibhirine, i ragazzi algerini curati negli ospedali toscani,il progetto Saving Children per il quale bambini palestinesi vennero curati in ospedali israeliani.
Soprattutto ricorda Ramì,ragazzo algerino mutilato,protesizzato all’H di Viareggio nel 1999. “Avevamo capito che per sconfiggere il terrorismo dovevamo ridare le gambe a quel ragazzo” dice Toschi e aggiunge: “non è vero che esiste la grande politica e poi ci sono le azioni umanitarie; c’è un’unica grande politica,fatta di piccoli e grandi gesti della società civile e delle istituzioni locali,nazionali,sovranazionali”.
Fratel Arturo Paoli,commosso, esprime profonda ammirazione per il concittadino e scherzando,con il candore e la saggezza dei cento anni. Dice: “Ho persino invidia per Toschi,è un cristiano migliore di me”. Fra le domande del pubblico una è stata rivolta sul nuovo Papa alla quale Paoli ha risposto sottolineando l’apertura alla internazionalizzazione della curia Romana operata da Francesco. “La chiesa è cattolica, cioè universale. Se così non fosse si chiamerebbe in altra maniera, magari chiesa capannorese” ha concluso.