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La fede «giovane» si apre alla creatività e all’incontro

Sono quattro i giovani di Camucia che hanno partecipato al primo Meeting sull’apprendimento creativo per educatori, animatori, catechisti, operatori di pastorale giovanile, allenatori sportivi svoltosi a Sportilia fra Forlì e Cesena a settembre. Tutto è incominciato da quanto scrivono i nostri Vescovi del documento «Educare i giovani alla fede»: «Dall’inizio dell’attuale decennio si è sviluppata nelle nostre comunità ecclesiali una più attenta e coordinata iniziativa pastorale nei confronti dei giovani. Come Pastori e come comunità di credenti ci è chiesto di assumere un nuovo, accogliente atteggiamento».Le nuove generazioni ci chiedono, e ne hanno diritto, di poter ascoltare il lieto annuncio. Di poter incontrare Gesù, di avere vita piena. Ce lo fanno capire con i loro modi scanzonati, con le domande mute che vengono dalla loro solitudine, con quella sorte di indifferenza che è piuttosto diffidenza verso una società e un mondo adulto che non si fa responsabile del loro futuro. Le nostre comunità hanno bisogno di un soprassalto di entusiasmo e di un impegno progettuale per la trasmissione di una fede viva, di una vita comunitaria radicata nel Vangelo, di un cuore aperto e di conseguenti tessuti di relazione e strutture che la rendano sperimentabile da tutti i giovani.Recentemente anche Benedetto XVI ha dato con fermezza alcune chiare indicazioni. «Dobbiamo trovare nuovi modi per riportare il Vangelo nel mondo attuale, annunciare di nuovo Cristo e stabilire la fede» (3 gennaio 2006); «La Chiesa deve sempre rinnovarsi» (4 gennaio 2006); «La mera conoscenza dei contenuti di fede non supplisce mai all’esperienza dell’incontro personale con il Signore» (14 gennaio 2006).Il grande salto di qualità, verso il quale anche il Meeting di Sportilia vuole portare un contributo, è quello «di passare da una concezione consumistica della fede ad una concezione ‘creativa’ della fede, che ci permetta di pensare alla vita come ad uno splendido progetto da costruire insieme al Signore»Alfonso Bosi