Toscana
La famiglia, unica speranza per il futuro
«La famiglia cristiana, buona novella per il terzo millennio», titolo scelto dal Papa per il congresso, è stato richiamato spesso, in tutta la sua positività, nei molti interventi dei tre giorni di lavoro.
Seppur senza stonature sul clima festoso, non sono mancate le denuncie. «Le famiglie qui presenti dovrebbero chiedere ai loro governi di garantire la stessa pubblicità e supporto finanziario per i metodi naturali di pianificazione familiare che viene dato alle campagne per l’uso di contraccettivi, preservativi o altri sistemi non naturali ha detto Kathryn Hauwa Hoomkwap, nigeriana, madre di 4 figli, e membro del Consiglio pontificio della famiglia . L’educazione ha aggiunto è l’arma efficace per sollevare il povero dalla sua condizione, anche in materia di famiglia. Ma è proprio il sistema educativo, nella gran parte dei paesi del Terzo Mondo, che ha bisogno di essere sollevato dalla piaga della povertà».
E come per rincarare la dose, Lopez Trujillo ha denunciato il neocolonialismo economico dei paesi ricchi su quelli poveri, chiedendosi perché chi spende ben16 miliardi di dollari l’anno per diffondere contraccezione e aborto, non dia neanche un cent per promuovere l’educazione, la salute e per combattere la fame. La povertà indebolisce la famiglia e la spirale del debito pubblico, in molti paesi del terzo mondo, è una condanna senza appello al sottosviluppo. «I paesi poveri diventano sempre più poveri ha detto la Hauwa Hoomkwap . Se non si aiuta la famiglia, si mina alla radice ogni speranza di sviluppo sostenibile».
«La fedeltà e santità del matrimonio vanno promossi ha dichiarato d’altro canto Gloria Macapagal-Arroyo, presidente delle Filippine . I figli sono una benedizione e vanno accolti con il sorriso, ma anche sapendo coniugare paternità e responsabilità familiare». Il presidente del paese ospitante il solo cattolico dell’Asia, in cui aborto e divorzio non sono consentiti ma con tanti problemi di povertà e di sviluppo ha spiegato che per paternità responsabile intende il diritto e dovere, di ciascuna famiglia, di determinare il numero desiderato di figli e il momento in cui averli. «C’è un collegamento diretto tra povertà, dimensione della famiglia e qualità della vita di figli e genitori ha aggiunto Gloria Macapagal per questo, mentre sosteniamo il diritto della coppia di determinare la dimensione della propria famiglia, ricordiamo la responsabilità e il dovere all’educazione e alla qualità della vita famigliare».
Nella vicina Cina la musica è tutt’altra e anche Singapore, uno degli stati più ricchi dell’Asia, con ben altre problematiche, fino ad alcuni anni fa, non permetteva ai propri cittadini di avere più di un figlio. L’aborto in oriente è praticato quasi ovunque, oltre che in Cina e in Singapore anche in Tailandia, nelle due Coree, Taiwan, Honk Kong e in Giappone, ma non nella vicina Malesia a maggioranza musulmana.
La promozione della famiglia può essere un tema che unisce chiunque abbia sensibilità religiosa, è stato anche detto da diversi relatori. Soprattutto se lo si sa porgere in modo positivo e rispettoso, perché si tratta di verità attraenti e di insegnamenti luminosi, in gran parte condivisi da chi è aperto a valori spirituali. La cultura della vita, fondata sulla comune fede in Gesù Cristo è un ponte di collaborazione tra protestanti e cattolici. «E quando i non cristiani vedono la connessione tra la cultura della vita e Gesù ha detto il cardinal Shan Kou-hsi vescovo di Kaohsiung, Taiwan, e già presidente della conferenza episcopale cinese , le strade dell’evangelizzazione sono aperte».
Il Papa, in conclusione del Congresso, in mondovisione, ha esortato la famiglia ad essere sé stessa e ha ricordato, durante questo anno mariano, l’importanza della preghiera in famiglia, e in particolare del rosario. Il prossimo Congresso, ha annunciato ancora il Papa, si celebrerà a Valenzia, in Spagna, nel 2005.
Eminenza, qual è la situazione della famiglia nella sua diocesi?
«A Taiwan durante gli ultimi vent’anni abbiamo sperimentato un grande cambiamento culturale, che ha avuto, e sta avendo, effetti devastanti sulla famiglia. Il cambiamento cominciò con una efficace campagna per la legalizzazione dell’aborto a cui è seguita la diffusione nei media di modelli che distruggono il matrimonio e la vita familiare promuovendo la promiscuità».
Un po’ come è avvenuto quasi ovunque in Europa…
«Sì, più o meno come in Europa e negli Stati Uniti».
E i cattolici come reagiscono a tutto questo?
«La nostra è una piccola comunità, seppur in crescita. Attualmente i cattolici sono oltre 300 mila. Il seminario ha 15 alunni, che in relazione alla totale popolazione di cattolici non è un brutto numero. Essendo così pochi non possiamo far altro che unirci ad altri per promuovere una cultura della vita. Ci muoviamo su tre fronti: la protezione della vita non nata, la protezione dei giovani di fronte ai modelli immorali e la promozione di educazione sessuale rispettosa dell’amore e della vita e pertanto contraria al modello contraccettivo e abortivo. Abbiamo per esempio preparato una petizione da presentare al parlamento e abbiamo coinvolto in dialogo ecumenico anche le chiese protestanti attive a Taiwan. Oltre 300 tra chiese e organizzazioni hanno già aderito all’invito. Poiché tutti i cristiani nel paese sono non più del 5%, abbiamo esteso il dialogo anche alle religioni non cristiane. Particolarmente positiva è stata la reazione dei buddisti. Il Maesto Sheng Yan e Cheng Yan, che è conosciuto come il Madre Teresa buddista, è molto sensibile all’argomento. Cattolici, altre denominazioni cristiane e buddisti, siamo oggi in grado in Taiwan di far sentire un’unica e più potente voce in difesa della vita, chiedendo restrizioni alla legge attuale».
Perché mette insieme il modello contraccettivo e quello abortivo?
«Perché la mentalità contraccettiva conduce automaticamente a quella abortiva. Nella maggioranza dei casi la contraccezione relativizza la volontà di Dio circa la vita nascente, toglie valore all’atto coniugale e al bimbo che sarà concepito secondo un nuovo paradigma. Il nuovo paradigma, non ha più nulla a che fare con la volontà di Dio e si riduce al solo desiderio dei genitori o spesso solo a quello della madre che si chiedono: vogliamo questo bambino o no? Ma poiché spesso la contraccezione fallisce, le coppie che concepiscono un figlio non desiderato vedono l’aborto come la logica e necessaria soluzione alla contraccezione difettosa».
Prima di concludere, una domanda sul suo Paese di origine: quanti sono i cattolici in Cina oggi?
«Difficile dare un numero preciso. Alla fine della seconda guerra mondiale erano 3 milioni e mezzo, oggi sono tra i 12 e i 15 milioni».
Come è possibile per questi cattolici mantenere la fede in un paese dove la Chiesa non è accettata, dove i preti sono pochi?
«Le posso rispondere grazie alla mia esperienza personale. Con la preghiera. Con molta preghiera. Non c’è altro modo, quando un prete non si vede per un anno o più, non rimane altro che la chiesa domestica. Pregando il rosario a casa, in famiglia. La famiglia è la culla della fede».