Toscana

LA DONNA? GUADAGNA IN MEDIA IL 16% IN MENO DI UN UOMO. LA CISL: DEVE ESSERE SOSTENUTA DAL WELFARE LOCALE

È ancora molto lontana la parità tra uomo e donna sul lavoro. È sufficiente dare uno sguardo alle retribuzioni per rendersene conto. La retribuzione media degli uomini è intorno ai 28mila euro lordi l’anno, quella delle donne di 24.140 euro, il 16% in meno. Un gap non omogeneo, ma fortemente variabile: è dell’1,7% per le professioni meno qualificate, raggiunge il 52% per le libere professioniste. Nel differenziale, in particolare, incide la parte variabile dello stipendio. «Il gap salariale – commenta Donatella Paolinelli, direttrice di Inas, il patronato della Cisl – affonda le radici in una cultura dell’organizzazione del lavoro che produce un netto scarto tra tempi di lavoro e tempi di vita. Secondo alcune statistiche, infatti, una donna che ha in tasca un contratto di lavoro a tempo pieno dedica, mediamente, in una settimana, 35 ore alla gestione della casa e della famiglia, un uomo nelle stesse condizioni, appena sette. Disponibilità agli straordinari, alle trasferte, ai turni, risultano strutturalmente in conflitto con l’attuale organizzazione dei tempi di vita». Ne è una prova il ricorso di molte donne al part-time: «per scelta o per imposizione» commenta Patrizia Scacciati, segretaria generale provinciale di Poste Cisl, che ricorda come «il progetto di riorganizzazione degli orari di consegna della posta, metterà a dura prova molte portalettere». «Se si intendono dare alla donna più opportunità nel lavoro – osserva Maria Giuseppa Canuso, segretaria generale provinciale di Cisl scuola – occorre che il pubblico (lo Stato, ma anche gli enti locali) la aiuti nella sua vocazione di madre, di moglie e di figlia con azioni concrete di welfare. Offrendo, cioè, servizi educativi e di aiuto alla persona a basso costo e “a misura” della famiglia». Impossibile? «No, con la buona volontà» conclude Lorella Marini, segretaria generale di Cisl funzione pubblica, che cita il caso di un progetto di conciliazione di tempi da dedicare al lavoro e alla famiglia, studiato dal comitato pari opportunità della Ausl 5 e che ha vinto un bando comunitario.