Dossier
La domenica degli italiani
Carlo, tu che sei stato anche conduttore di «Domenica in», pensi che la televisione sia una protagonista delle domeniche degli italiani?
«La tv la domenica fa da sottofondo a quello che si vive a casa, riempie ma non impegna. È una tv che si guarda mentre si sta in famiglia, mentre si gioca, mentre si chiacchiera. Una cosa da vivere con disimpegno».
Non approfitti mai la domenica per andare in qualche centro commerciale?
«I centri commerciali sono una cosa molto stancante, nonostante i mega parcheggi. Facciamo fatica tutta la settimana a trovare un posto per la macchina e dobbiamo rischiare di avere lo stesso problema anche la domenica? Meglio stare in casa, magari a dormire o in compagnia di qualche bel film».
Quindi riposo del corpo e della mente…
«Senza dubbio. Riposo del corpo, dell’anima, della mente e dello spirito. E intendo trovare il tempo per la spiritualità, per pensare, per quelle riflessioni che durante la settimana uno non ha il tempo di fare, per ritrovare se stessi».
Carlo, domenica vuol dire anche…
«Seguire la squadra del cuore. Sono contrario a tutti questi anticipi e posticipi. A me piaceva quando tutte le squadre giocavano la domenica. Anche a costo di sentirsi dire: Perché, perché, la domenica mi lasci sempre sola, per andare a vedere la partita …».
Nell’illustrare tale mozione, che impegna l’intera Amministrazione regionale, Marco Carraresi ha ricordato che i giorni festivi rappresentano un insostituibile spazio di libertà e di coesione sociale, nel quale i cittadini hanno la possibilità di coltivare le relazioni sociali e il senso di appartenenza alla comunità civile; pertanto è sempre più importante cercare di limitare le occasioni di lavoro nei giorni festivi.
La consigliera Ambra Giorgi (Ds), ha quindi proposto di parlare di lavoro festivo e non solo domenicale. È necessario rispettare tutte le culture e tutte le religioni ha detto e soprattutto le grandi festività laiche della Repubblica. È utile mettere degli argini alla moda dilagante di apertura dei negozi in tutti i giorni dell’anno. È inoltre necessario individuare un punto di equilibrio fra diritti dei cittadini/consumatori e diritti dei cittadini/lavoratori tenendo presente che spesso le aperture dei negozi richiedono il sacrificio di tanti giovani lavoratori».
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