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La diocesi scommette sulla catechesi battesimale

Tre giorni per riflettere sul battesimo, il sacramento che è il fondamento della vita cristiana, il vestibolo d’ingresso alla vita nello Spirito e la porta che apre l’accesso agli altri sacramenti. Sarà dedicato alla «catechesi battesimale» l’annuale convegno pastorale diocesano che si terrà nel santuario della Verna dall’11 al 13 settembre. Un appuntamento tradizionale per la Chiesa aretina, cortonese e biturgense che fa alzare il sipario sul nuovo anno pastorale e traccia le linee guida del cammino diocesano.La scelta di porre l’attenzione sul sacramento che segna la rinascita alla nuova vita in Cristo è stata dettata da tre ragioni, spiega il Vicario Generale, monsignor Giovacchino Dallara. La prima è quella che lega il battesimo al tema della speranza proposto dalla Chiesa italiana in vista del Convegno Ecclesiale di Verona. La traccia di riflessione «Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo» spiega che la testimonianza cristiana è strettamente correlata alla riscoperta dell’identità battesimale. «Il credente – si legge nella Traccia – riceve la chiamata ad essere testimone come un dono e una promessa. All’origine del dono c’è il battesimo accolto nella fede, radicato nel mistero pasquale». Il documento di preparazione a Verona parla anche della radice battesimale che consente di «conformarsi alla storia di Gesù, diventandone testimoni». Secondo la Traccia, occorre «rendere vitale la coscienza battesimale del cristiano, a partire da un’attenzione speciale ai cammini di iniziazione di adulti, ragazzi e giovani».Il secondo motivo che ha spinto la diocesi a concentrarsi sul battesimo è legato al fatto che la catechesi battesimale rientra nel progetto della Chiesa italiana sulla parrocchia e sulla sua vocazione missionaria. La catechesi degli adulti, che include anche quella battesimale, è l’impegno pastorale che esprime maggiormente la missionarietà della parrocchia. Terza ragione: le nuove problematiche sul sacramento del battesimo che emergono per la diversa configurazione delle famiglie. Sempre più spesso la parrocchia si confronta con coppie di non credenti, genitori di diversa fede religiosa, e coppie conviventi. Poi si va sempre più diffondendo la richiesta del battesimo da parte di giovani e adulti che non sempre è strettamente legata ad esperienze spirituali ma va di pari passo con esigenze di carattere culturale che possono favorire l’integrazione nella comunità. Così, ad esempio, molti giovani non credenti chiedono il battesimo per facilitare il matrimonio con l’altra parte cattolica. «La nostra diocesi – spiega il Vicario – intende rispondere, a partire dal convegno di settembre, in modo sempre più coerente a queste situazioni che oggi creano non poche difficoltà di interpretazione pastorale». Giacomo Gambassi