Sarà il Cristo nell’orto, opera conservata nella clausura di Camaldoli e per questo praticamente sconosciuta ai più, il pezzo pregiato della mostra «Giorgio Vasari: Santo è bello» che sarà inaugurata mercoledì 20 aprile al primo piano del vescovado di piazza Duomo ad Arezzo.Nel 500esimo anniversario dalla nascita dell’illustre artista aretino la «sua» diocesi gli rende omaggio con questa iniziativa. «Sarà l’occasione per presentare un aspetto particolare dell’attività artistica di Giorgio Vasari, quella relativa alla produzione di stendardi processionali», spiega Daniela Galloppi, curatrice della mostra che realizzerà l’allestimento assieme all’architetto Gianclaudio Papasogli Tacca, coadiuvato dall’architetto Luisa Danesi Gori.Logo dell’evento culturale sarà lo stendardo circolare della Misericordia, dove sono rappresentati i santi protomartiri aretini Lorentino e Pergentino La mostra prevede, accanto ai dipinti del Vasari, anche l’esposizione di alcune opere del museo diocesano. Il progetto è realizzato in collaborazione con Banca Etruria e anticipa la realizzazione del nuovo museo diocesano che sarà realizzato nell’episcopio aretino.«Il sostegno dato dalla Banca alla diocesi per questa eccellente iniziativa è il segno della sensibilità del nostro istituto ad interventi strutturati di carattere sociale, culturale di grande rilievo» ha dichiarato Giuseppe Fornasari presidente di Banca Etruria. «Una forma di attenzione ad un’importante operazione di valorizzazione della città di Arezzo in linea con i principi e i valori di una Banca di natura popolare come la nostra, da sempre vicina al suo territorio».Nel nuovo museo, che si chiamerà «Mudas» (museo diocesano di arte sacra), sarà ospitata una collezione di argenti significativa, con opere tra gli altri dello Spagna. «Il mondo ecclesiastico – ha detto l’arcivescovo – è pieno di opere di argenteria che non si sa mai come far restaurare. Per questo ci sarà anche un laboratorio in grado di mostrare l’abilità degli orafi aretini». Il laboratorio sarà coordinato dall’architetto Giovanni Raspini.In futuro sarà realizzato anche un centro per il recupero dei tessuti preziosi di arte sacra.«Questo lavoro – ha proseguito il presule – è pensato in funzione dei giovani della città, per offrire loro posti di lavoro e opportunità culturali. L’antico palazzo dei vescovi si apre alla cittadinanza per condividere con gli aretini anche questa risorsa del territorio». I lavori per il nuovo museo hanno preso il via in questi giorni nel cosiddetto «salone di san Donato», l’opera realizzata da Bartolomeo Della Gatta per collegare l’episcopio al duomo.Lorenzo Canali