Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La diocesi e gli adolescenti: la sfida educativa parte da qui.

«Il problema dell’educazione giovanile sono gli educatori non i giovani, sono prima di tutto loro infatti, ad avere il compito di annunciare Gesù Cristo». È la visione di una pastorale giovanile innovativa e concreta quella proposta da don Valerio Baresi, responsabile della pastorale giovanile della Liguria e della Toscana per i salesiani, durante l’assemblea diocesana che da cinque anni a giugno si tiene nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e che si è svolta sabato scorso a San Leo. Il salesiano è riuscito ad affrontare in modo puntuale e mai retorico il tema dell’incontro – Educare oggi – con spunti condivisi dal Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti e approfonditi poi nei gruppi di lavoro seguiti al suo intervento. «Il problema è nostro, il problema siamo noi educatori non i giovani – ha chiarito da subito don Baresi – i ragazzi ci sbattono in faccia i nostri peccati e i nostri errori». Il messaggio è preciso quindi: «Siamo prima di tutto noi che dobbiamo dimostrare che vale la pena seguire Gesù. Non si deve avere la pretesa di “possedere” i giovani, di poterli manipolare, ma si deve pretendere innanzitutto da se stessi di cambiare i propri atteggiamenti negativi che possono essere di cattivo esempio per i più piccoli». Educatori in grado di educare davvero, in grado di farsi testimonianza viva e concreta di fede: questo è il primo problema da affrontare secondo don Valerio Baresi. Per il salesiano c’è poi anche un’altra questione da risolvere: «Le nostre realtà pastorali ed educative devono essere connesse tra di loro. Il rischio è di avere tanti fili, tante iniziative, senza creare mai una rete. È questo il male della concorrenza tra movimenti, tra congregazioni ed associazioni, di cui la nostra Chiesa è tentata ogni giorno». La ricetta, per il salesiano, è presto detta: «Non creiamo più semplici fili, iniziamo a tessere nodi». Che tradotto significa: incontriamoci, parliamoci e prepariamo un progetto pastorale ed educativo ben preciso, rivolto ai giovani. «Si deve far maturare all’interno della diocesi una “cultura processuale”; si devono creare processi non più semplici iniziative». Iniziare a stringere in nodi ben saldi quei piccoli e semplici fili lasciati fino ad oggi soli, a svolazzare in quella tempesta che è la nostra società. Nulla va improvvisato. «Ci si deve porre un preciso obiettivo, un ideale da raggiungere e poi si procede a piccoli passi. Ad ogni stadio si verifica quello che si è fatto, dove si è arrivati, dove si deve aggiustare il tiro». In questo senso per don Baresi si deve uscire «dalla logica del “qui e ora” inculcataci dai media e che spesso coinvolge anche le nostre scelte pastorali ed educative». Insomma, basta con le «riunioni di gruppo fini a se stesse ed iniziamo a riflettere veramente su quello che facciamo e dove vogliamo arrivare». Per il sacerdote si deve iniziare a pensare ad una pastorale giovanile che non veda i giovani come semplici destinatari o che sia solo intrattenimento. La pastorale giovanile deve essere innanzitutto un incontro con la fede, deve indicare dov’è Gesù e deve farlo con i linguaggi dei ragazzi. «La prima cosa che chiedono oggi i giovani è il non restare soli, hanno paura della solitudine, hanno “fame di compagnia” ed in questo senso possono trovare nella comunità parrocchiale un punto fermo, che non è solo in grado di “sfamarli”, ma offre molto di più. Non li disseta con l’oro e l’argento, ma con l’annuncio di Gesù». Don Baresi ha ben in mente il da farsi e lo spiega con grande semplicità ed immediatezza: «Può andare bene all’inizio ricorre a quella che amo chiamare “pastorale della forchetta”. Un bel piatto di pasta ed una tavola imbandita possono essere il primo mezzo per avvicinarci ai nostri ragazzi. A piccoli passi però si deve arricchire lo stare bene insieme con dei contenuti, traducendo il semplice “pane e salame” in “alzati e cammina”». Il tema adolescenti sarà il filo conduttore del prossimo Piano pastorale diocesano.

ASSOCIAZIONI E PARROCCHIE: ORA LA PALLA PASSA A LOROE’stata un’assemblea diocesana partecipata quella che si è svolta sabato scorso a San Leo. Ad animarla educatori e fedeli provenienti da tutta la diocesi. Del resto il tema «Educare oggi» era di forte richiamo. Dopo l’intervento di don Valerio Baresi i quattrocento partecipanti si sono divisi in gruppi per discutere sul tema di un’educazione e di una pastorale giovanile realmente efficaci. Alla fine dei lavori ogni gruppo ha proposto dei quesiti e degli spunti ulteriormente approfonditi dal salesiano don Baresi. Una modalità innovativa per rendere ulteriormente partecipata e interessante l’assemblea. Spetta ora alle parrocchie, alle associazioni e ai movimenti della nostra diocesi dare un seguito concreto a quanto di buono è stato prodotto dall’assemblea. di Lorenzo Canali