Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La diocesi di Arezzo si interroga su immigrazione e mobilità.

 Arezzo, 25 novembre 2008

L’immigrazione e la mobilità delle persone interrogano la Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. «Si tratta di una realtà che, ogni giorno di più, anche in provincia di Arezzo, sta diventando di grande attualità – spiega don Angelo Chiasserini, responsabile regionale e diocesano di Migrantes –. Ad esempio in qualche comune del Casentino la percentuale di immigrati è superiore a quella di Prato, cui viene attribuita la più alta d’Italia».

Per confrontarsi con l’universo degli immigrati, Arezzo diventerà per un giorno la capitale della pastorale nazionale della mobilità e il cuore pulsante del dibattito su immigrazione, integrazione e convivenza. Accadrà giovedì prossimo, 27 novembre, a partire dalle 18, quando arriveranno nel seminario vescovile di piazza di Murello ad Arezzo per un incontro i responsabili nazionali di Migrantes, la fondazione della Conferenza episcopale italiana nata per seguire gli italiani «fuggiti» all’estero e che oggi concentra le proprie attività su cinque ambiti: emigrati italiani, migranti interni italiani, immigrati stranieri e profughi, nomadi, fieranti e circensi e addetti alla navigazione marittima e aerea.

L’appuntamento, che è aperto a tutti, sarà l’occasione per conoscere le realtà pastorali presenti nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e di promuovere una reale pastorale della mobilità. L’invito viene rivolto da don Chiasserini, parroco del Sacro Cuore di Arezzo, «a tutti perché la pastorale non può essere delegata a pochi ma riguarda tutta la diocesi in tutte le sue componenti».

Lo scenario è di un profondo cambiamento sia a livello di società civile sia di comunità cristiana. «Sono tanti i quesiti e le problematiche da risolvere e che ci vengono poste da una società – spiega don Chiasserini – sempre più multiculturale, nella quale i rapporti interculturali, l’accoglienza e l’integrazione sono all’ordine del giorno. Questioni anche strettamente ecclesiali, per esempio: è sufficiente limitarsi alla carità intesa come assistenza ai più bisognosi o bisogna affrontare anche la questione dell’integrazione ecclesiale degli immigrati? Come e in cosa deve cambiare la parrocchia? E la dimensione missionaria delle nostre comunità? Ma non solo nel settore dell’immigrazione o dei profughi – presenti anche questi ultimi nella nostra diocesi – la situazione è carica di problematiche. La nostra provincia non è attualmente sede di campi Rom stabili come altre della Toscana, tuttavia anche noi siamo raggiunti da una campagna che tende a demonizzare i nomadi, un altro dei settori in cui si articola l’attività della pastorale della mobilità».

Temi e quesiti che saranno affrontati proprio nell’incontro di giovedì 27 novembre, al termine del quale sarà proposto un assaggio di cucina etnica, preparato dalle comunità di immigrati cristiani. L’appuntamento è il preludio alla Giornata nazionale dei migranti, prevista il prossimo 18 gennaio, che quest’anno sarà celebrata proprio in Toscana.

  L’ufficio stampadella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro