Prato

La depressione dei nuovi poveri

Un aumento del 77% del disagio psichico, dei casi di depressione, nella fascia di quanti hanno perso il lavoro o lo hanno solo in forme inadeguate. È uno dei dati che colpiscono maggiormente in questa nuova, dettagliata, fotografia dei nuovi poveri. Disoccupati, o con un lavoro inadeguato, ma anche tanti anziani, con una sofferenza notevole anche per i minori. È quanto emerge dal bilancio 2010 dell’attività della San Vincenzo de Paoli di Prato, che riunisce i dati dei 18 gruppi operativi sul territorio e del Consiglio Centrale di coordinamento. «È ormai consolidato il fatto che, nei casi dei così detti “nuovi poveri”, si tratta per lo più di famiglie cadute in povertà da situazioni di precedente relativa tranquillità, prevalentemente per perdita del lavoro e specialmente in età matura», sottolinea la presidente della San Vincenzo, Anna Maria Fioravanti Papi. «Si cerca di concentrare le risorse su quelle situazioni di dissesto temporaneo, con possibilità concrete di un lavoro o di nuove entrate a breve termine. Allo stesso tempo, si sono dovuti contrarre gli aiuti in presenza di situazioni valutate come “irreversibili”. Un aspetto che ricorre con frequenza in quelle famiglie d’immigrati che presentano una pressoché totale mancanza d’entrate e che, non potendo contare – come molte nostre famiglie – sull’aiuto di genitori o, addirittura, nonni, si trovano in condizioni d’indigenza assoluta. Questa componente è quasi raddoppiata e viene da domandarsi con quali mezzi e con quali provvedimenti si potrà fronteggiare il perdurare, se non l’accrescimento, di situazioni del genere».Lo scorso anno la San Vincenzo di Prato ha potuto distribuire aiuti per quasi 240mila euro, 228mila dei quali per le povertà locali, 7mila per aiuti all’estero, 5mila per iniziative assistenziali diverse. «Rispetto all’anno precedente si è avuto un incremento del 14% del numero delle famiglie che hanno ricevuto aiuti (667, delle quali il 55% italiane), incremento che s’innesta su precedenti dati già in costante crescita negli ultimi otto anni», sottoline ancora la presidente dell’associazione. «L’aumento nel numero delle persone assistite (circa 2600) è più consistente, nell’ordine del 17%, il che sta a significare che le famiglie assistite sono mediamente più numerose, e che si è intervenuti in aiuto di un maggior numero di persone sole».Tanti gli immigrati cui l’associazione ha dato aiuto (il 45%, lo scorso anno erano il 25%) e tanti anche i disoccupati: «Oltre un quarto delle famiglie assistite ha problemi di disoccupazione totale, alla quale vanno aggiunti molti casi di lavoro inadeguato, a tempo parziale o saltuario». Aumenta in questa fascia il disagio psichico, con un’impennata del 77% dei casi di depressione, come detto.mentre «Notevole è la sofferenza dei minori (11% dei casi trattati). Altrettanto presente il disagio degli anziani (8% dei casi). Diviene statisticamente significativo anche il numero delle persone cadute in povertà a seguito di separazioni familiari».La conclusione della San Vincenzo è che «Pur intravedendo qualche luce nell’andamento dell’economia, i dati danno la sensazione che quanto si definiva “emergenza” assuma piuttosto, allo stato dei fatti, l’aspetto di una costante in negativo. Si rende quindi necessaria, da parte di tutti, una piena consapevolezza delle dimensioni del problema, accompagnata da una rinnovata cultura della solidarietà».