Vita Chiesa

La crisi climatica è figlia dell’avidità dell’uomo, le parole del patriarca Bartolomeo a Firenze

«La crisi che viviamo non è principalmente ecologica, è una crisi che riguarda il modo in cui percepiamo il mondo. Stiamo trattando il nostro pianeta in maniera empia perché non lo vediamo come un dono ereditato dall’alto. E nostro compito ricevere, rispettare e restituire a Dio questo dono. Questo mondo, l’acqua, la terra, tutte le risorse, appartengono a tutte le generazioni. I nostri figli hanno diritto a un mondo libero dal degrado ambientale, dalla violenza e dallo spargimento di sangue». Sono le parole del Patriarca ecumenico Bartolomeo, Arcivescovo di Costantinopoli, che questa mattina ha ricevuto il dottorato honoris causa in Sacra Teologia alla Facoltà teologica dell’Italia centrale, a Firenze.

Il Patriarca ha tenuto una lezione tutta dedicata ai temi dell’ambiente e della cura del creato, citando anche la Laudato si’ di papa Francesco, ma sottolineando come sia stato proprio il patriarcato ecumenico di Costantinopoli, a partire dal suo predecessore Dimitrios, a porre la questione come centrale: «Il patriarcato ecumenico è stato un pioniere nella salvaguardia del pianeta, promuovendo la tutela dell’ambiente come tema centrale del dialogo interreligioso». Un interesse per l’ambiente, ha sottolineato, che è il risultato di attività politiche, commerciali, o di moda: «il nostro impegno e le nostre convinzioni derivano dalla nostra coscienza ecclesiologica. Crediamo che la vita stessa della Chiesa sia una ecologia applicata. La sensibilità ecologica dell’ortodossia non è stata creata ma è emersa dalla crisi ambientale contemporanea. La lotta per il creato è una dimensione essenziale della nostra fede, la distruzione del creato è un’offesa al creatore inconciliabile con i principi fondamentali della teologia cristiana».

Recentemente, ha ricordato, il Concilio delle Chiese ortodosse riunito a Creta ha affermato che «le radici della crisi climatica sono spirituali ed etiche, provocata dalle passioni umane come l’avidità, l’egoismo, l’insaziabile desiderio di avere di più. Tutto questo minaccia la nostra casa comune». L’approccio al problema ecologico sulla base dei principi cristiani , ha proseguito, «richiede un pentimento, un cambiamento radicale di mentalità e di comportamento», invitando a vivere «l’ascesi come antidoto al consumismo». L’obiettivo, ha sottolineato, è quello di «proteggere la creazione di Dio dalle conseguenze dell’avidità umana che porta all’impoverimento spirituale dell’essere umano e alla distruzione dell’ambiente. Le risorse naturali della terra non sono di nostra proprietà: del Signore è la terra e quanto contiene, l’universo e i suoi abitanti, dice il salmo 23». La Chiesa ortodossa quindi «enfatizza la protezione del creato e la promozione delle virtù della frugalità e dell’autocontrollo. Non solo le generazioni attuali ma anche quelle future hanno diritto di godere dei beni naturali concessi a noi dal Creatore».

Ad accogliere il Patriarca Bartolomeo, il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e Gran Cancelliere della Facoltà teologica, che ha sottolineato come l’attenzione a questi temi sia vicina a quel «nuovo umanesimo» a cui papa Francesco ha richiamato la Chiesa italiana nel suo discorso a Firenze nel 2015. Quindi la consegna del diploma da parte del Preside della Facoltà Teologica, don Stefano Tarocchi, che ha anche annunciato l’apertura di una nuova cattedra dedicata a «Chiesa e liturgia ortodossa». Presente alla cerimonia anche il cardinale Gualtiero Bassetti, già presidente della Cei.

Alle ore 19, nella Basilica di San Lorenzo, Preghiera ecumenica presieduta da Sua Santità Bartolomeo, Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca Ecumenico e dal card. Giuseppe Betori, Arcivescovo Metropolita di Firenze.