Lo scorso 14 maggio nella nostra parrocchia del Sacro Cuore ad Arezzo si è svolta la S.Messa durante la quale i ragazzi di seconda media hanno ricevuto la cresima. Non è stata però l’unica cresima celebrata in parrocchia. Durante l’anno, e precisamente il venerdì 14 febbraio, hanno ricevuto questo sacramento, in una celebrazione senza la messa, i fanciulli di quinta elementare.Il fatto può apparire strano: come mai, nella stessa parrocchia, fanciulli di età diverse sono stati preparati , nel cammino del catechismo, a ricevere lo stesso sacramento? Inoltre, i fanciulli di quinta elementare non sono forse troppo piccoli? Tutto si spiega dicendo che convivono in parrocchia due modi diversi di fare catechismo: quello tradizionale e quello, nato ormai da quattro anni (quando tra i catechisti è emerso il problema di come coinvolgere in modo efficace le famiglie) che chiameremo «sperimentale».Nel catechismo tradizionale, ancora, l’attenzione maggiore è rivolta ai fanciulli e ragazzi con evidente preoccupazione per la dottrina da insegnare. Il fine del catechismo è il sacramento. In quello «sperimentale» l’attenzione maggiore è rivolta alla famiglia con l’attenzione a tutte quelle circostanze in cui padre e madre sono catechisti. Il fine del catechismo è la vita cristiana di cui i sacramenti sono tappe irrinunciabili: «catechismo non per i sacramenti, ma con i sacramenti».Così quattro anni fa, d’accordo con il parroco don Angelo Chiasserini e con l’aiuto di don Francesco Sensini, direttore dell’Ufficio Catechistico, si è deciso di fare una proposta diversa che sensibilizzasse per primi i genitori e li stimolasse a suggerire in modo chiaro e semplice le verità della fede ai propri figli. Siamo partiti dai genitori dei fanciulli di seconda elementare che per la prima volta si accostavano al catechismo parrocchiale. Il cammino, in questo primo anno, prevedeva incontri mensili paralleli, genitori e figli. Si sa, quando a parlare sono i genitori, i figli sono inevitabilmente più attenti: infatti, pochissimi sono stati i casi di fanciulli che non sapessero le preghiere e non avessero idea dei sacramenti e del valore della domenica. La messa mensile, la prima domenica di ogni mese faceva parte del cammino ed è risultata un’esperienza di vita «cristiana» veramente familiare.Tutto questo ha portato nel tempo a due importanti risultati: da una parte i figli hanno avuto un impatto ben diverso con la «dottrina», che è risultata essere ben inserita all’interno dell’educazione familiare, legata quindi alla vita quotidiana, dall’altra molti genitori si sono potuti avvicinare di nuovo alla chiesa, cui hanno dato un personale contributo. Il catechismo «tradizionale» (sei/sette anni) sta subendo un cambiamento sulla positiva esperienza di quello sperimentale (cinque anni) che è strutturato nel modo seguente: il primo anno, che prevede incontri mensili separati per i genitori e per i figli, intende recuperare il sacramento del battesimo. La finalità è quella di portare la preghiera nella vita quotidiana come segno evidente del nostri essere figli di Dio. Punto di riferimento è la persona di Gesù. Il secondo anno è dedicato alle beatitudini e ai comandamenti, in vista della celebrazione finale del sacramento della confessione o riconciliazione. Per i genitori rimangono gli incontri mensili, mentre i figli sono chiamati, oltre ai loro incontri, ad una partecipazione settimanale nei tempi di avvento e quaresima. Il terzo anno è quello nel quale si celebra la Prima Comunione. In questo particolare anno si aggiunge agli impegni dell’anno precedente la partecipazione familiare alla messa domenicale ogni prima domenica del mese. Il quarto anno viene celebrato il sacramento della Cresima. Essa è stata celebrata volontariamente a metà anno, per maturare la coscienza che è solo una tappa e non la fine del catechismo. La celebrazione, dopo una serie di confronti con le famiglie, è stata vissuta senza la S.Messa, come tra l’altro è previsto dallo stesso rito. Il momento è stato significativo, i ragazzi erano tutti attenti ed emozionati e i genitori hanno partecipato calorosamente con i canti, costituendo per l’occasione un vero e proprio coro, le cinque letture sono state proclamate in modo alterno accompagnate da strumenti musicali (pianola, violino e chitarra). Molto significativo il dialogo del vescovo con i padrini e le madrine sulla loro fede nell’assumere questo ruolo. La celebrazione si è conclusa con la consegna de «Il diario dello Spirito Santo»: un impegno quaresimale per la famiglia sui sette doni ricevuti dai figli.Il prossimo anno, l’ultimo dell’Iniziazione Cristiana, sarà prevalente biblico. La finalità è quella di rendere quotidiana la lettura della Parola di Dio nelle famiglie, come cammino permanente di formazione cristiana. di Annamaria Montagni *