Archiviare le discussioni e aprire da subito tutti i cantieri per le grandi opere, per rimettere in moto con uno shock positivo l’economica della Toscana e colmare un gap infrastrutturale decennale, in modo da rendere finalmente attrattivo il territorio per nuovi investitori. La Cisl toscana chiede alla Regione Toscana di impegnarsi a promuovere la ripresa e non limitarsi ad essere notaio della crisi, come ha fatto finora la Task Force regionale.Sono le istanze che il segretario generale della Cisl toscana, Riccardo Cerza, ha presentato al presidente della giunta regionale, Claudio Martini, incontrato oggi pomeriggio assieme ai colleghi di Cgil e Uil.In questo scorcio finale di legislatura regionale dice Cerza- l’impegno della giunta deve essere prioritariamente dedicato al lavoro: non solo continuando nell’impegno, ben svolto finora, di copertura degli ammortizzatori sociali, ma anche attivandosi per far partire le grandi e piccole opere infrastrutturali che sono già cantierabili. Basta con i rinvii e la ridiscussione ad oltranza di progetti già decisi. Occorre far partire subito i lavori per le infrastrutture, dal nodo fiorentino della Tav ai 4 nuovi ospedali provinciali, dal corridoio tirrenico alla due mari ed a tutte le altre opere minori.Chiediamo al governo prosegue Cerza- di non penalizzare la Toscana rispetto alle altre regioni sul fronte delle risorse per le infrastrutture e le opere strategiche. Chiediamo alla Regione di cercare un confronto costruttivo con il governo, senza sterili contrapposizioni da parte dell’uno o dell’altro, su nodi strategici per la Toscana, come la legge speciale per Firenze, il disimpegno Eni a Livorno, la vertenza Toremar, il destino dei Nuovi Cantieri Apuani.Prendiamo atto del fallimento della Task Force regionale sulla crisi, che ha svolto il ruolo di notaio’ della crisi sui territori, ma non ha portato nessuna soluzione o nuovo investimento. Occorre invece che la Regione si faccia parte attiva nella ricerca di nuovi investitori da attrarre in Toscana, per la riconversione dei siti industriali abbandonati con la crisi, garantendo una corposa sburocratizzazione delle procedure e lo scioglimento di quei nodi che strozzano l’economia della Toscana.Uno di questi nodi, che la Regione non è riuscita ancora a sciogliere malgrado le tante promesse dice Cerza- è quello dei servizi pubblici locali: ad oggi la Toscana continua ad essere l’unica regione importante a non avere una sua società multi utility quotata in Borsa. Sul fronte delle integrazioni si sono avuti risultati apprezzabili solo nel settore energia. Situazione di stallo invece per acqua, rifiuti e trasporti. (cs)