Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«La Chiesa vicino a chi vive la tribolazione».

Fratelli e sorelle, eccoci giunti alla festa della Madonna del Conforto. (…) Nella Sacra Scrittura sono rappresentati come consolazione di Dio quegli eventi con i quali l’Onnipotente si chinò pietoso sul suo popolo che soffriva per l’oppressione o per l’esilio. Quella stessa luce, la shekinà, che guidò il popolo fuori dal male, ricoprì la Beata Vergine Maria e ne fece la madre del Salvatore. La somma consolazione del genere umano, lo sappiamo, è Gesù Cristo. (…) Anche la Beata Vergine Maria viene giustamente chiamata e venerata come Madre del Conforto e Consolatrice degli afflitti, non solo perché, proprio per mezzo di Lei, Dio ci ha donato il Suo figlio, vero uomo e vero Dio, ma perché intercede presso il trono dell’Altissimo.La Santa Madre di Dio fu accanto al Cristo che pativa in croce ed è stata consolata dal Padre con la risurrezione di Cristo. Voglio andare con il pensiero a tutte le mamme che hanno perduto un figlio. Alla Vergine Dio ha risuscitato il Figlio il terzo giorno e di quella risurrezione abbiamo parte tutti. Dopo l’ascensione di Cristo anche gli apostoli ebbero paura a trovarsi soli dentro i sentieri del mondo. Santa Maria fu in mezzo a loro e non li abbandonò. (…) Ed era con loro a ricevere nella Pentecoste il dono dello Spirito consolatore. Fu una specie di passaggio di consegna, perché da quella volta tocca alla Chiesa esercitare la stessa funzione che fu di Maria, ossia non lasciare solo nessuno che è nella tribolazione. Per questo stasera chiedo, in questa mia prima festa della Madonna del Conforto da che sono vescovo in questa bellissima Chiesa, la grazia che la nostra Chiesa si specchi nella Madonna e torni ad essere madre. Una Chiesa madre, capace di capire tutti, senza giudicare nessuno. (…) Allora il Vangelo che annunciamo tornerà ad essere credibile a tutti e segno della carità che apre tutte le porte e anche tutti i cuori. (…) Una Chiesa fatta così è lo specchio di quella veneratissima e prodigiosa immagine della Madonna. Una Chiesa che è chinata sull’emarginazione come sperimentiamo in questo territorio molto civile che si misura con un fenomeno nuovo. Di fronte a chi ha perso perfino la speranza, tocca a noi, buoni Samaritani, fare la parte nostra, come fa Santa Maria. C’è bisogno di essere accanto alla gente che ha perso il lavoro perché, se i numeri sono veri, c’è da stare davvero all’erta. Non possiamo limitarci alle parole: occorre che facciamo la nostra parte. (…) C’è poi bisogno di essere accanto alle famiglie allo sbando. Cari aretini, negli ultimi cinque anni sono stati un terzo in meno i matrimoni. Serve aprire gli occhi: non per giudicare e men che meno per condannare. Però dobbiamo aiutare i nostri ragazzi e sostenerli perché possano mettere su famiglia.Riccardo Fontana arcivescovo