Vita Chiesa

LA CHIESA PRATESE CHIEDE PERDONO DEI PECCATI DEL PASSATO E DEL PRESENTE NEL 350° DELLA DIOCESI

Un pellegrinaggio penitenziale in undici tappe. È quello che sta compiendo in questo tempo di Quaresima la Chiesa pratese, per chiedere perdono dei peccati e degli errori del passato e del presente. Iniziato il mercoledì delle Ceneri in Duomo, questo speciale viaggio di purificazione fa sosta in tutte le zone pastorali della Diocesi con una celebrazione penitenziale presieduta dal Vescovo Simoni. Le «stazioni», come viene altresì chiamata l’iniziativa, si sono già tenute nel centro storico, nella zona di Coiano, a Chiesanuova e nella bassa Valle del Bisenzio. Il programma riprende domani, martedì 16 marzo, con la zona di Fontanelle-Colonica; il 18 marzo tocca alla zona di Mezzana, poi è la volta della zona Soccorso-Grignano (19 marzo), dell’Oltrefiume (23 marzo), di Maliseti-Galciana-S. Paolo (26 marzo), per terminare con l’alta Valle il 30 marzo.

«Sento la necessità – spiega il Vescovo, mons. Gastone Simoni – di esortare alla conversione. Il 350° anniversario dell’istituzione della Diocesi ci richiama tutti al cambiamento sia a livello personale che comunitario. Da una parte – prosegue mons. Simoni – la Chiesa pratese rende grazie per i doni che il Signore le ha fatto in questi 350 anni, dall’altra prende consapevolezza dei propri limiti e chiede perdono. L’origine stessa dell’istituzione della Diocesi – aggiunge il Vescovo – avvenne per rimediare anche a secolari contrasti, troppo “umani”, con la Diocesi di Pistoia. Questo è il primo peccato per cui chiedere perdono».

Ogni incontro prevede due momenti diversi: la processione iniziale fino alla chiesa, muovendo da un luogo prestabilito, e la celebrazione in chiesa con l’ascolto della Parola di Dio e l’esame di coscienza. I cristiani pratesi sembrano aver colto l’importanza della proposta del Vescovo. Nonostante la rigidità del clima serale, la partecipazione alle celebrazioni è stata sempre nutrita. Così il 350° dell’istituzione della Diocesi, culminato nella memorabile serata del 22 settembre 2003, vive in questo periodo quaresimale una tappa eminentemente spirituale, di ritorno alle radici della fede. Ogni «stazione» è come «giocata» sull’invito antico e sempre nuovo alla santità. «Santo è colui che crede nell’amore di Dio e cerca di vivere nell’amore».

Il messaggio del Vescovo ai cristiani pratesi è proprio questo: «Talvolta, quando ci spazientiamo, sentiamo dire dalla nostra gente: “Non sono mica un santo”. Ebbene: la piena realizzazione della vita è farsi santi». Ma questa speciale vocazione che riguarda tutti i battezzati si realizza inevitabilmente in un permanente cammino di conversione. Sta qui il significato delle richieste di perdono che varie categorie di persone propongono al termine di ciascuna celebrazione. Particolarmente significativo l’intervento del sacerdote: «Perdonaci, signore, per tutte le volte – dice l’invocazione – che invece che servire il tuo popolo ci siamo fatti servire; perdonaci ogni volta che il nostro attivismo ci porta a presumere di noi stessi e a non fidarci fino in fondo di te».