In sintesi, sono emersi due diversi punti di vista: il primo che ha interpretato l’associazione come un «partito» sorto con l’obiettivo di esercitare un intervento diretto della Chiesa nella vita pubblica della provincia; l’altro che ha considerato l’associazione come uno strumento destinato a far emergere gli «autentici» cristiani impegnati in politica. Entrambe le letture non rispecchiano lo spirito che ha animato l’iniziativa.La proposta «Da cristiani in politica» si inserisce negli orientamenti di fondo scaturiti dal quarto Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana che si è svolto a Verona lo scorso ottobre. Durante il Convegno ecclesiale, Benedetto XVI ha ribadito «il ruolo-guida e trainante» della Chiesa «nel cammino della Nazione verso il suo futuro» fondandolo essenzialmente sulla fede che dà senso e orientamento all’esistenza e non tanto sulla presenza ecclesiale come «forza sociale». «La Chiesa non è e non intende essere un agente politico», ha affermato il Papa.L’itinerario indicato da Benedetto XVI passa attraverso la piena valorizzazione del laicato a cui è affidato il compito di agire in ambito politico per costruire un giusto ordine nella società. In politica, quindi, i laici non sono esecutori passivi delle direttive della gerarchia, ma «collaboratori responsabili» dell’unica missione evangelizzatrice. Questa considerazione spazza via ogni ipotesi che l’associazione nata in diocesi possa diventare un soggetto politico destinato a orientare dall’esterno gli esponenti delle diverse forze che, nell’esercizio dell’attività politica, si ispirano alla dottrina sociale della Chiesa.Essendo i laici i protagonisti della vita politica, è importante che siano spiritualmente e culturalmente formati. A Verona Benedetto XVI ha ricordato che l’educazione della persona è una «questione fondamentale e decisiva» e la stessa base ecclesiale, presente al convegno, ha richiesto di creare, per le diverse componenti ecclesiali, spazi di formazione e di discernimento per affrontare insieme i problemi che interpellano la Chiesa e il Paese.La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, che ha individuato nella formazione un terreno privilegiato della sua azione e che intende farsi carico delle aspettative più autentiche e dei bisogni più profondi del territorio, convinta che l’impegno sociale costituisca l’espressione più alta della carità, ha scelto di guardare anche all’ambito politico. Da due anni si stanno svolgendo corsi sulla dottrina sociale della Chiesa; adesso è sorta l’associazione «Da cristiani in politica» che si richiama alle comuni radici cristiane della nostra terra e che vuole essere uno strumento per la formazione e un luogo di confronto e crescita per favorire il superamento di atteggiamenti di divisione pregiudiziale e far maturare la consapevolezza che nessuna forza politica può dirsi interprete unica della fede cristiana e che la dottrina sociale della Chiesa va declinata nel suo insieme. Ad esempio, la difesa della vita va anche accompagnata con la ricerca delle condizioni di esistenza più giuste come ha sottolineato Benedetto XVI che ha individuato nella giustizia il fine dell’agire politico.La situazione odierna chiede ai laici una maturità maggiore per rispondere adeguatamente alle sfide del nostro tempo. Nella chiara distinzione tra il piano religioso e quello delle realtà temporali, devono essere i fedeli laici a decidere che cosa occorra fare per risolvere i problemi anche gravi che emergono. E’, quindi, pretestuoso pensare che la diocesi desideri dare vita a un movimento politico. Ed è altrettanto inammissibile parlare di «ingerenza» quando la Chiesa fa sentire la sua voce anche nella nostra provincia su temi e questioni che attengono al bene comune.Ai politici di buona volontà che parteciperanno agli incontri dell’associazione viene proposto un cammino con cui sostenere la loro vocazione all’impegno civile e con cui renderli pienamente responsabili ed autonomi nel decidere le forme e i modi dello stare in politica. D’altro canto, i cristiani impegnati in politica possono aiutare la comunità ecclesiale a diventare più consapevole della realtà concreta in cui essi vivono.L’attenzione che la Chiesa locale riserva alla politica e ai problemi del territorio non verrà meno. Ed è significativo ricordare il messaggio del Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro per la festa della Madonna del Conforto del 2006 in cui trattava in maniera ampia il tema della legalità e suggeriva «un supplemento d’anima» per la politica.