Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La chiesa di Fossa rinnovata grazie a un gruppo di romeni.

Una cinquantina di famiglie e una chiesetta: ecco Fossa del Lupo, un ridente villaggio lambito dalla strada provinciale Lauretana, a poco più di un chilometro da Camucia. La sua chiesetta: è dedicata a San Celestino V, il papa che, secondo Dante, «fece per viltade il gran rifiuto». Con buona pace del sommo poeta, invece, la popolazione di Fossa del Lupo ha in grande venerazione per questo umile grande santo e lo festeggia con solennità ogni anno. Il santo patrono deve essere stato scelto con riferimento all’antica famiglia proprietaria di abitazioni e terreni in questa zona. Nelle «memorie della città e diocesi cortonese» si legge infatti: «Oratorio San Celestino nella villa di San Marco, vocabolo San Celestino. Vi è un oratorio fondato dalla nobile famiglia Celestini. Il popolo vi fa dire la Messa nelle feste da un cappellano per sua comodità, ed è frequentata da molti, per essere le chiese lontane». Nel resoconto delle Visite pastorali del 1674 si legge: «San Celestino, oratorio fondato ed eretto da Celestino di Celestino. Messa tutti i giorni festivi». La chiesetta un bel tetto a capriate, con l’arco trionfale che divide idealmente la zona dell’altare dalla navata. È piccola, ma carina ed elegante nella sua semplicità. In varie epoche è stata restaurata e sono state apportate migliorie. Uno di questi interventi porta la data del 1977. Più tardi, nel 1984, si effettuarono dei lavori ancora più impegnativi e la chiesina cambiò letteralmente volto. Ma gli anni lasciano il segno e, negli ultimi tempi, si notava di nuovo la necessità di altri importanti e urgenti lavori di manutenzione.Ma perché ci soffermiamo a parlare di questo antica e semplice chiesetta, che non ha i pregi di altre chiese più grandi e artisticamente più ricche? Forse perché si sono svolti i festeggiamenti in onore del santo Patrono, con la solita grande affluenza di fedeli anche dai paesi vicini, desiderosi di fare onore a San Celestino con una lunga processione, ma anche gustando una saporosa porzione di lumache, piatto forte del festival, la cui organizzazione richiede e ottiene la collaborazione di quasi tutte le famiglie della Fossa del Lupo? Non solo per questo, ma soprattutto per mettere in evidenza momenti di corale partecipazione, che vede l’impegno di tante persone per la cura della chiesa, per la pulizia, gli ornamenti e tutto quello che costituisce il decoro di un ambiente sacro. Ne sanno qualcosa Domenico Mariottoni e le donne che a turno si occupano della pulizia e del riordino della chiesetta in preparazione alla Messa domenicale. Ne sanno qualcosa anche Dino Barbini, che ha revisionato il tetto e ha fatto la ripresa dell’intonaco interno e Pietro Polezzi, uno degli attuali proprietari, che ha seguito giorno per giorno i lavori. Ma il motivo fondamentale è ancora un altro. A Fossa del Lupo abita anche una famiglia di rumeni; altre famiglie (amici e parenti della prima) risiedono nei paesi vicini. Come ad un segnale convenuto, dieci persone appartenenti a queste famiglie si sono presentate ed hanno chiesto di poter effettuare il lavoro di tinteggiatura interna della chiesa. Abbiamo accettato la proposta e, con nostra grande meraviglia, abbiamo visto questi improvvisati imbianchini comprendenti anche donne e ragazzi, mettersi all’opera per quattro o cinque ore al giorno, dopo le cinque del pomeriggio, cioè dopo aver terminato la normale giornata lavorativa. Portare avanti l’opera, che a prima vista sembrava abbastanza semplice, ha richiesto un impegno considerevole e prolungato oltre il previsto. Ma tutto è riuscito nel migliore dei modi: la chiesetta è stata vestita a nuovo e si presenta in tutta la sua semplice eleganza. E il tutto come prestazione volontaria: «per beneficenza», hanno voluto specificare subito. Sappiamo che interventi del genere sono frequenti nelle nostre comunità, ma la collaborazione offerta in questo caso ha davvero dello straordinario e noi sentiamo il dovere di esprimere tutta la nostra riconoscenza e la nostra ammirazione. Sentiamo ogni giorno tante notizie negative in riferimento agli stranieri: perché non evidenziare un fatto altamente positivo, che possiamo portare come esempio per tutti? Ed ecco i volontari: Cristian, Cristiana e Mihaela Haldan, Dumitru Vladutu, Ovidiu Murariu, Ionut e Andrei Ionica, Danut Buzenchi, Viorel e Daniel Iliescu, che ringraziamo di cuore in nome di tutta la comunità.Però, questi rumeni!Benito Chiarabolli